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La sfiducia e il sostegno

Il Governo stretto tra due mozioni: quella di sfiducia firmata Pd e Idv, quella di sostegno che arriva dai senatori del Pdl

13 novembre 2010

All'indomani della fallita mediazione di Bossi con i finiani di Futuro e Libertà, è arrivata dai gruppi di Pd e Idv alla Camera una mozione di sfiducia nei confronti del governo.
"La Camera, preso atto che il governo non ha più il compiuto sostegno dell'originaria maggioranza - si legge nella mozione - considerato che la permanenza in carica dell'esecutivo non consente di affrontare e risolvere alcuno dei gravi problemi del Paese, esprime, ai sensi dell'articolo 94 della Costituzione, la propria sfiducia al governo".
Il presidente dei deputati democratici, Dario Franceschini, ha poi scritto al presidente della Camera Fini chiedendo la convocazione di una capigruppo per la calendarizzazione urgente della mozione, subito fissata per martedì prossimo alle 9.

Intanto il Pdl serra le fila e detta i tempi della verifica. "Faremo una verifica parlamentare al Senato e poi alla Camera, e si vedrà qual è l'orientamento della maggioranza dei deputati e dei senatori. Se è favorevole al governo si andrà avanti, qualora invece ci fosse un atteggiamento diverso per noi a quel punto l'unico sbocco democratico possibile è ritornare davanti al corpo elettorale", ha affermato il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. Una verifica che arriverà dopo la finanziaria. "Credo che da parte di tutti, per senso di responsabilità - ha aggiunto Cicchitto - ci sia l'impegno di espletare l'iter parlamentare delle cose più significative, in primo luogo quello della finanziaria, perché c'è un problema che abbiamo davanti al Paese per la tenuta dell'economia italiana in una situazione in cui la crisi economica internazionale non è finita. Quindi il chiarimento vero avverrà dopo l'approvazione".

Nel frattempo il gruppo Pdl al Senato fa sapere che "sta predisponendo il testo di una mozione parlamentare a sostegno dell'azione del governo, della quale chiederà la calendarizzazione in tempi che non intralcino l'approvazione del documento di bilancio e della legge di stabilità". La Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama è convocata per martedì 16 novembre alle ore 13. "Ci sarà un voto anche al Senato – ha spiegato il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa - lì si capirà se questo governo ha al Senato una maggioranza. Naturalmente Napolitano ha tutte le prerogative, anche quella per esempio di sciogliere solo la Camera e non il Senato".
La convinzione del Pdl è che anticipare in Senato un voto di fiducia bloccherebbe eventuali smottamenti nel gruppo parlamentare che invece si rischierebbero dopo la sfiducia a Montecitorio. "Se qualcuno dei senatori avesse in mente di mollare - è il ragionamento di La Russa - dovrebbe avere il coraggio di farlo prima che la Camera si pronunci: sarebbero loro ad aprire la crisi, e bisogna vedere se ne avranno il coraggio". Se dunque il Senato ribadisse il sostegno a Berlusconi prima che la Camera glielo tolga - sono i calcoli di via dell'Umiltà - la crisi si aprirebbe con un quadro decisamente più favorevole a Berlusconi. "Un Governo tecnico sarebbe escluso in partenza", è la convinzione di un dirigente pidiellino. E il Pdl chiederebbe appunto lo scioglimento della sola Camera.

Ma Fli avverte: "Abbiamo proposto a Berlusconi un governo di svolta, un governo più forte che affronti la crisi. Se la risposta è 'resistere, resistere, resistere', Berlusconi resterà lì e avrà la crisi", ha affermato il vicepresidente dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova. "La finanziaria deve arrivare in fondo e su questo c'è il nostro impegno. Poi vedremo quello che succederà e vale quello che dice Cicchitto". Intanto, Futuro e libertà, dopo Pd e Idv, starebbe preparando una propria mozione di sfiducia da presentare a Montecitorio dopo l'approvazione della Finanziaria. I finiani, a quanto si apprende da fonti da Fli, starebbero concertando l'iniziativa insieme a Udc, Api e Mpa. Una volta presentata la mozione, l'intento sarebbe quello di far convergere sul proprio testo tutti i voti, anche di Pd e Idv.
Nel frattempo il Movimento per le autonomie lascia l'esecutivo. "La presenza del Mpa in seno al governo non è più in sintonia con gli impegni politico programmatici che sono stati assunti con l'elettorato". Per questo, il movimento di Raffaele Lombardo "ritiene di porre fine alla partecipazione all'attuale governo che manifesta di avere ormai esaurito la propria capacità di incidere per lo sviluppo dell'intera comunità nazionale, rischiando anzi una pericolosa deriva che può compromettere seriamente tale unità". E' quanto ha comunica l'Ufficio politico federale dell'Mpa.
E sul dopo Berlusconi ragiona anche l'Udc escludendo un Berlusconi bis: "Non mi sembra nel novero delle possibilità, e comunque fa parte del secondo atto", afferma il leader centrista Pier Ferdinando Casini. "Il presidente della Repubblica incaricherà la persona che ritiene più opportunà".

Il Cavaliere intanto, dopo tre giorni d'assenza, torna dalla Corea, e già oggi potrebbe avviare un primo giro di incontri con i suoi uomini. Probabilmente lunedì, subito dopo il ritiro della delegazione di Fli dal Governo, convocherà un vertice ad Arcore. Mentre era in volo da Seul, il premier ha incassato il sostegno della Lega che con una nota di Roberto Calderoli ha escluso categoricamente scenari che prevedano "maggioranze diverse da quelle uscite dalle urne" o "un premier diverso da Silvio Berlusconi". Comunicato rilasciato con l'imprimatur di Umberto Bossi.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Apcom.net]

 

 

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13 novembre 2010
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