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La Sicilia a crescita zero fotografata nelle ''Note sull'andamento dell'economia nel 2005'' dal BdS

12 giugno 2006

Come nel 2004 anche l'anno appena trascorso in Sicilia si è chiuso con una crescita zero, anzi secondo la Banca d'Italia il Pil (prodotto interno lordo) è compreso tra il -0,3% rilevato da Prometeia e lo 0% dal Banco di Sicilia. Al contempo cresce l'indebitamento delle famiglie, che fanno sempre più ricorso al credito al consumo, mentre sono pressoché fermi gli impieghi delle banche per finanziare gli investimenti delle aziende che utilizzano il credito per coprire la gestione di cassa e l'occupazione aumenta del 2,2% anche se tra gli occupati sale il numero di lavoratori in nero e quello degli assunti a tempo determinato.
È una Sicilia che arranca quella che viene fuori dal rapporto del Banco di Sicilia ''Note sull'andamento dell'economia nel 2005'', l'annuale ''fotografia'' scattata della sede regionale della Banca d'Italia, e presentata nei giorni scorsi in conferenza stampa, alla presenza del direttore Andrea Sammartano. Un rapporto che segnala un'economia ''stagnante'' con punte di crisi nell'agricoltura e nell'industria.

''Si è ridotto il raccolto - si legge nelle 'Note' - per molte delle principali colture agricole ed è proseguita la dinamica calante dei prezzi alla produzione nel comparto orticolo, con un peggioramento della redditività per le aziende''. Le ombre nell'industria riguardano ''sia gli ordini sia la produzione che si sono mantenuti su livelli inferiori al normale''.
La spesa per gli investimenti in media, su 172 imprese industriali monitorate da Bankitalia, ''è diminuita nel 2005 in termini nominali dello 0,7%'' con ''una ulteriore riduzione prevista nel 2006''. Il settore commerciale, rileva Bankitalia, ''ha continuato a risentire della modesta dinamica dei consumi delle famiglie siciliane, con un nuovo calo delle vendite in valore'', mentre ''ha trovato conferma la ripresa dei flussi turistici, spinti nel 2005 dal buon andamento delle presenze di stranieri''.
Nel rapporto si legge pure: ''Il credito bancario ha continuato a crescere a ritmi sostenuti: la crescita ha riguardato sia le famiglie consumatrici, soprattutto grazie all'intensità degli scambi sul mercato immobiliare, sia le imprese che beneficiano di credito più per coprire le necessità di cassa che per operazioni di sostegno a investimenti''.

Sul mercato del lavoro si registra un aumento di 32 mila occupati (+2,1%), frutto del saldo tra i 39 mila lavoratori dipendenti in più e i 7 mila lavoratori autonomi in meno. Tra i lavoratori dipendenti, tuttavia, uno su cinque ha un contratto a tempo determinato (+8,2%, pari a 16 mila unità) e uno su quattro è ''irregolare''. ''Sul totale dei nuovi occupati sono compresi anche i lavoratori stranieri regolarizzati'', spiega la Banca d'Italia, secondo cui, inoltre, il dato comprende anche i lavoratori precari (lsu e altri) stabilizzati nel corso dell'anno precedente.
Per quanto riguarda le famiglie, infine, cresce l'indebitamento per via del ricorso al credito al consumo ma soprattutto per la contrazione di mutui per l'acquisto in particolare della prima casa. In questo senso, secondo Bankitalia, ''l'aumento dei tassi da parte della Banca centrale europea avrà sui siciliani le stesse ripercussioni che ci saranno nel resto del Paese''.

Le reazioni politiche di fronte ai dati del rapporto sono state assolutamente divergenti.
Secondo il vice coordinatore nazionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè: ''I dati che emergono dal rapporto sull'andamento dell'economia in Sicilia nel 2005, presentato da Bankitalia, danno ragione al Governo Cuffaro''. ''I segnali positivi su occupazione, turismo e costruzioni - ha aggiunto - dimostrano che l'economia siciliana, pur attraversando un momento difficile, sta reagendo con forza e vigore. Ancora una volta i siciliani hanno dimostrato buon senso confermando la Cdl alla guida della Regione''.
Per Angelo Capodicasa, viceministro per le Infrastrutture dei Democratici di sinistra, invece: ''I dati forniti da Bankitalia fotografano una Caporetto per l'economia siciliana che purtroppo perdura nel tempo e, anzi, tende ad aggravarsi''. ''La crescita zero nella regione, la stagnatura dell'agricoltura e dell'industria e il crescente indebitamento delle famiglie siciliane - aggiunge Capodicasa - sono il risultato dell'assenza, negli ultimi anni, di politiche mirate alla crescita del Mezzogiorno e della Sicilia. Occorre dunque imprimere una immediata svolta, perché se questa situazione perdurasse si correrebbe il rischio di una drammatica devastazione del nostro tessuto sociale ed economico''. ''Per il bene della Sicilia - ha concluso Capodicasa - ci auguriamo che all'alba della legislatura regionale e di quella nazionale possano essere concertate sinergie politiche che mirino a determinare una necessaria quanto urgente inversione di tendenza''.

- SICILIA A CRESCITA ZERO di Agostino Spataro (Guidasicilia, 20 Maggio 2006)

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12 giugno 2006
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