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La Sicilia al centro dell'interesse nazionale

Rischio default regionale: il premier Monti vuole che Raffaele Lombardo confermi le sue dimissioni

18 luglio 2012

Tutto ha avuto inizio con le affermazioni di Ivan Lo Bello, ex presidente di Confindustria Sicilia, fatte in un’intervista al Corriere della Sera. "Il Governo Monti deve subito mettere mano ai conti della Regione (siciliana,ndr), controllando un bilancio reso non trasparente da poste dubbi e residui inesigibili", perché "la Sicilia rischia di diventare la Grecia del Paese, con i dipendenti e i pensionati regionali che saranno i primi a trovarsi senza stipendio in caso di crollo", e quindi il Paese "deve intervenire anche superando gli ostacoli di un'autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigente per garantire a se stesse l'impunità".

Al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, le parole di Lo Bello non sono piaciute affatto e attraverso il suo blog ha così risposto: "In questi giorni è tutto un fiorire di dichiarazioni da parte dell'ascarismo siciliano più variegato e multifunzione: da chi grida al default a chi invoca il commissariamento della Sicilia, da chi chiede la soppressione dell'autonomia a chi vorrebbe l’intervento del governo nazionale. Evocano oggi la Grecia e domani il Portogallo ignorando che oggi, proprio oggi, lo spread ha superato quota 500 punti, il debito pubblico ha segnato un nuovo record, nonostante le continue manovre dissanguatrici degli ultimi governi, e la borsa continua a registrare soltanto il segno negativo. Certo che in queste condizioni economiche generali, nazionali ed internazionali, è naturale che regioni del profondo Sud, come la Sicilia, subiscano più di altre le difficoltà di un sistema che è stato portato al fallimento da chi ha governato l’Italia . Ed oggi gridano al disastro economico proprio coloro i cui antichi e nuovi padroni hanno generato il fallimento. In questi anni di duro lavoro e di inenarrabili sacrifici, vorrei ricordare a quanti evocano clientelismo e malaffare che questo governo non ha fatto assumere alla Regione un solo nuovo dipendente e non ha combinato i soliti pasticci, ha riportato la spesa pubblica ai livelli di oltre un decennio fa, ha incrementato gli investimenti. Al momento opportuno smentiremo le chiacchiere degli ascari e dei nostalgici e renderemo conto ai siciliani di quanto tutto ciò è costato".

Evidentemente il post scritto da Lombardo sul suo blog non è stato letto da uno dei suoi ultimi assessori incaricati, Andrea Vecchio, attualmente responsabile delle Infrastrutture e dei Trasporti siciliani. "La Sicilia sull'orlo del crac? Io penso di sì [...] Ho accettato l'incarico da assessore in maniera provocatoria, per mettere le mani dentro e capire perché la Sicilia non funziona. Non funziona perché ogni cosa in questa regione si muove in funzione del clientelismo e del voto di scambio".
D'accordo, dunque, con Lo Bello, anche se una lancia a favore del governatore l'ha comunque spezzata: "Rimproverano a Lombardo di utilizzare dirigenti esterni, ma mi viene un sospetto: non è che forse la Regione, il pochino che funziona, funziona grazie ai dirigenti esterni perché quelli interni, promossi tutti quanti per clientelismo e senza meriti, non sarebbero in grado di mandare avanti la macchina?". (LEGGI)

Fino a qua sembra ci si trovi davanti ad una serie di "beghe interne" alla solita, complicata, inefficente e colpevole Sicilia che, secondo alcuni, sarebbe da tagliare fuori dalla Nazione. Invece, inaspettatamente, mentre le faccende economiche nazional-internazionali vanno a rotoli, chi si va ad interessare della situazione siciliana? Niente meno che il presidente del Consiglio Mario Monti!
"Il presidente del Consiglio Mario Monti, facendosi interprete delle gravi preoccupazioni riguardo alla possibilità che la Sicilia possa andare in default a causa del proprio bilancio ha scritto una lettera al presidente della Regione, Raffaele Lombardo per avere conferma dell'intenzione, dichiarata pubblicamente, di dimettersi il 31 luglio". La notizia si è appresa da una nota pubblicata direttamente da Palazzo Chigi.
"Le soluzioni che potrebbero essere prospettate per un'azione da parte dell'esecutivo - prosegue la nota dell'esecutivo - non possono non tener conto della situazione di governo a livello regionale ma anzi devono essere commisurate ad essa, in modo da poter utilizzare gli strumenti piu efficaci e adeguati".

A seguito della lettera inviata dal premier, il presidente della Regione Siciliana - riferisce un’altra nota di Palazzo Chigi - ha chiesto al presidente di essere ricevuto. L'incontro è stato fissato appunto per martedì 24 luglio.
"A seguito della nota inviata da Palazzo Chigi, ho parlato al telefono con il primo ministro Mario Monti rassicurandolo del fatto che - nonostante le criticità segnalategli, peraltro precedute da una campagna mediatica mirata alla delegittimazione e fondata su dati palesemente mistificati e funzionali a interessi politico lobbistici ben evidenti - gli rassegnerò formalmente, oltre all'immane impegno riformatore svolto in questi quattro anni, tutti gli elementi utili a dimostrare la sostenibilità della finanza regionale" ha detto Lombardo dopo la lettera inviatagli dal premier. "Al presidente Monti parlerò anche della scelta di dimettermi per consentire agli elettori - ha aggiunto - l'esercizio al diritto democratico di scegliere un nuovo governo e un nuovo parlamento, entro un tempo costituzionalmente previsto, nel corso del quale viene assicurata la piena funzionalità dell'esecutivo. Incontrerò il presidente Monti martedì prossimo a Roma, a Palazzo Chigi".

Il vicepresidente della Regione siciliana Massimo Russo, si è detto stupito dalla richiesta di chiarimenti di Palazzo Chigi al governatore: "Sono stupito dal contenuto della lettera inviata dal premier Monti al presidente della Regione Raffaele Lombardo, una lettera quanto meno inusuale e anomala". "Sulla base delle preoccupazioni di chi parla Monti? - ha sottolineato Russo - sulla base delle preoccupazioni del suo ufficio? Dei tavoli ministeriali? O forse di qualche esponente politico? Lo dica e poi valuteremo l'origine di queste preoccupazioni. Io, invece, continuo a essere preoccupato per il contenuto della lettera anche se bisogna rispettare il ruolo di Monti".
In merito al rischio paventato in questi giorni dal vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello e da alcuni politici, l'assessore regionale all'Economia della Regione Gaetano Armao ha assicurato: "In Sicilia non c'è alcun rischio default". "I politici usino tutte le speculazioni che vogliono...", ha aggiunto. "Di recente il bilancio della Regione è stato parificato dalla Corte dei Conti - ha continuato Armao - e questa è la risposta migliore. Viene fatta cattiva informazione". "La richiesta del premier Monti fatta al presidente Lombardo di confermare le sue dimissioni - ha poi precisato - una richiesta più che legittima, fa parte dell'interlocuzione interistituzionale".

Soddisfatto, invece, dell'interessamento di Monti nei confronti dell’Isola, proprio Ivan Lo Bello, che dai microfoni di Focus Economia su Radio 24, ha detto: "Fa bene Monti a chiedere la conferma delle dimissioni di Lombardo per fare chiarezza. Se non fa chiarezza Lombardo, è giusto che intervenga Monti". "In un mondo normale - ha concluso Lo Bello - si deve consultare una società di revisione per la valutazione del bilancio della Sicilia. Se ciò non avviene è giusto che intervenga il Governo".

L'ultima parola però, l'ha voluta proferire il protagonista assoluto di questa inusuale vicenda, che andando al contrattacco ha individuato nell'Udc, nella Cisl e in Confindustria i "veri nemici" della Sicilia. "C'è un attacco spietato all'autonomia, un attacco spietato che parte soprattutto dall'Udc che non vede l'ora di rimettere le mani sulla Sicilia che ha governato per molti anni, dal 2001 al 2008. Oggi l'Udc vorrebbe riconquistarsi una verginità. Ma non mi dicano i rappresentanti di quel partito, sia nazionale che regionale, che non sapevano cosa succedeva in Sicilia: di quanta gente si assumeva nella formazione o cosa voleva dire il piano dei termovalorizzatori, perché sappiamo che lo sapevano e chiaramente lo diremo ai quattro venti durante la campagna elettorale che quando sarà il momento di farla sarà molto, molto interessante" ha scritto di nuovo sul suo blog il governatore siciliano. E la "morte dell'autonomia la vuole anche Confindustria" ha aggiunto, "eppure mi pare che, non vorrei sbagliarmi, abbia qualche rappresentante all'interno del governo regionale. E non parliamo di qualche sindacato, come la Cisl, che non fa altro che amplificare le parole di Confindustria, vista la stretta parentela che la lega all'associazione degli industriali".
Se il governo centrale, è la tesi del governatore, desse le risorse che spettano all'Isola, "diverse centinaia di milioni di euro, non avremmo problemi di liquidità neppure oggi: le anticipazione di fondi Fas, la premialità della sanità che non ci viene trasferita. La sola verità è che abbiamo avviato una rivoluzione che non sta bene agli apparati, al potere centrale, ai padroni di oggi ed ai nostalgici di ieri. Ma noi andremo avanti per difendere gli interessi dei siciliani finché Dio vorrà".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica.it, Corriere.it]

- Piano B del governatore: autosospendersi per rimanere in sella di Felice Cavallaro (Corriere.it)

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18 luglio 2012
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