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La Sicilia all'Expo che non piace al M5S

I deputati siciliani del Movimento 5 Stelle scrivono a Raffaele Cantone: "Vigili sul filone siciliano"

25 febbraio 2015

Il capitolo siciliano dell’Expo finisce sul tavolo del presidente del presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars ha infatti chiesto a Cantone di vigilare sul corretto espletamento delle procedure del coinvolgimento delle aziende che faranno parte dell’importantissima trasferta milanese.
"Vogliamo - ha detto l'ex capogruppo Giancarlo Cancelleri - che nessuna ombra si stagli sulla manifestazione e l’assicurazione che tutto è stato  fatto nel massimo rispetto  delle regole". Sulla questione, il Movimento intanto sta predisponendo una interrogazione all’Ars.

"C’è puzza di bruciato" ha scritto poi Cancelleri sul suo profilo Facebook. "Come può Crocetta - ha scritto il deputato - detto il "sindaco anti mafia", affidarsi per ad un indagato per mafia? La domanda è chiaramente retorica, ma il fatto purtroppo è reale".
Il nodo riguarda la decisione di affidare a Unioncamere, presieduta da Antonello Montante, il presidente di Confindustria Sicilia attualmente indagato per mafia a Caltanissetta e Catania, la scelta delle aziende che prenderanno parte alla rassegna. "Una scelta - ha detto ancora Cancelleri - assolutamente inconcepibile ed incredibilmente inopportuna. Considerate le indagini in corso della magistratura, il nome di Montante, in via precauzionale, non doveva nemmeno essere preso in considerazione. Se proprio non si fossero trovati enti terzi in grado di occuparsi della questione, l’assessore alle Attività produttive avrebbe dovuto avocare a se l’incarico a  garanzia della massima trasparenza dell’operazione".

"Resta comunque incomprensibile - ha aggiunto Cancelleri - come si sia arrivati nella condizione  di dover escludere Sviluppo Italia Sicilia praticamente alla vigilia dell’inaugurazione della rassegna, visto che di Expo si parla da tantissimo tempo". Un ennesimo fallimento del governo Crocetta, costretto a rinunciare all’apporto di Sviluppo Italia Sicilia perché solo all’immediata vigilia dell’apertura della prestigiosa rassegna, la Regione si sarebbe accorta che non ci sono più i tempi tecnici per perfezionare l’accordo con la partecipata. Delle due l’una: o si è di fronte ad un pressappochismo e ad una incapacità senza eguali o, peggio, si sono voluti creare i presupposti per allargare le maglie dei criteri di scelta delle aziende che rappresenteranno l’isola a Milano, bypassando le gare d'appalto".

Per il Movimento 5 Stelle, inopportuno è anche il coinvolgimento nell’operazione Expo di Sami Ben Abdelaali, confermato tra i consulenti esterni delle Regione. La scelta di tenere a libro paga della Regione l’ex console in Sicilia di Ben Ali (il dittatore tunisino condannato complessivamente ad un’infinità di anni di carcere, tra cui un ergastolo, per crimini connessi al suo regime) era stata criticata nei mesi scorsi dal Movimento che ne aveva chiesto la rimozione.
"Non è possibile tollerare - avevano detto i parlamentari 5 stelle - che ai piani alti della Regione finiscano persone che abbiano avuto a che fare con regimi dispotici, pagati, tra l’altro, con denaro dei siciliani".

La risposta di Cantone ai deputati siciliani non si è fatta attendere. E in particolare, sulla scelta di affidare la selezione delle aziende a Unioncamere ha precisato: "Noi non centriamo assolutamente nulla. Expo c'entra come il cavolo a merenda in questa vicenda, nel senso che la Regione Siciliana - ha aggiunto Cantone - almeno da quello che ho letto sui giornali, ha previsto l'organizzazione della sua presenza a Expo attraverso Unioncamere Sicilia, quindi è un'attività che non ha niente a che vedere con Expo, ma riguarda la Regione Siciliana. E' una scelta - ha sottolineato - che viene fatta da un ente pubblico che è la Regione Siciliana rispetto ad un altro ente pubblico il cui presidente in questo momento è indagato, ma che non smette di essere un ente pubblico". "Sotto questo profilo - ha concluso Cantone - è un'attività che non ha niente a che vedere con Expo, fermo restando che sarà la magistratura a dovere fare le indagini. Noi tecnicamente sulle aziende siciliane presenti all'Expo non possiamo fare attività di vigilanza. Nel senso che questo riguarda aziende private che eventualmente hanno avuto rapporti con la regione. Noi - ha proseguito - faremo una verifica come anticorruzione in generale, ma - ha aggiunto Cantone - non rientra nell'ambito dei poteri generali per quanto riguarda gli appalti dell'Expo. L'Expo è la destinataria di un'attività di una regione, la regione Siciliana ha utilizzato degli stand per fare venire i suoi rappresentanti, le aziende hanno individuato un criterio di scelta attraverso Unioncamere, quindi con Expo non centra nulla".

- La replica dell'assessore alle Attività produttive Linda Vancheri

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25 febbraio 2015
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