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La Sicilia all'Expo cominciò con una gran malafiura

Nel giorno del debutto dell'Expo il Cluster Bio-mediterraneo, gestito dalla Sicilia, faceva piangere

04 maggio 2015

Non è stato proprio l’inizio che ci si aspettava... Diciamocela tutta, la malafiura è stata internazionale. Nel giorno del debutto dell'Expo, infatti, il Cluster Bio-mediterraneo gestito dalla Sicilia si presentava sporco, deserto e allagato.
La colpa? Innanzi tutto del maltempo. La pioggia si è infiltrata nella copertura realizzata nelle ultime settimane rendendo sostanzialmente inagibili i locali.
Si armato di scopa, paletta - e grande dignità - lo stesso commissario unico per il cluster, il dirigente regionale Dario Cartabellotta, che insieme al suo staff e agli studenti dello Iulm - giunti per uno stage - ha cercato di fare pulizia negli spazi destinati al pubblico. Anche perché, ha denunciato Cartabellotta, "la società che gestisce Expo e che avrebbe dovuto consegnarci il padiglione pulito e bonificato ce lo ha invece lasciato in condizioni di assoluta sporcizia".
Risultato: ferme tutte le attività, scarsissimo il numero dei visitatori.

Altro problema il fatto che la segnaletica per il padiglione del Mediterraneo, all'interno dell'area dell'esposizione universale è "carente per non dire inesistente", ha aggiunto Cartabellotta. Lo stesso padiglione, per altro, anche sul piano estetico è ben lontano dagli standard del resto delll'Expo. Una struttura anonima perché priva del nome "Cluster Biomediterraneo" sulle pareti esterne, come invece si rileva in tutti gli altri luoghi espositivi e Padiglioni. I colori del Mediterraneo sacrificati da pareti esterne troppo chiare per il luogo in cui è posizionato il Cluster, tanto da apparire più come un luogo di smistamento logistico che come spazio di riflessione culturale, integrazione territoriale e degustazione enogastronomica.

"Non siamo visibili dall’esterno - ha spiegato Cartabellotta - i visitatori ci cercano senza trovarci, la mancanza di segnali e del nome all’esterno non permette ai visitatori di capire cosa ci sia dentro questo grosso spazio. In questa situazione noi continuano a lavorare con la volontà di chi in questo progetto ha sempre creduto, nel pieno rispetto di coloro che hanno avuto fiducia in noi e in questa grande opportunità".
Come se ciò non bastesse, ad aggravare la situazione anche la copertura che permette alla pioggia di bagnare i luoghi di degustazione, il palco con le attrezzature elettroniche e gli spazi espositivi. Una copertura suggestiva e gradevole per creare l’atmosfera della piazza del mercato ipotizzata nel progetto originale, ma poco funzionale alle numerose attività previste dalla Regione Siciliana e dai Paesi del Cluster.

Il commissario ha quindi lancia un aut aut: "Ho chiamato i vertici di Expo per dire loro che i problemi del padiglione devono essere risolti al più presto. Altrimenti, sia chiaro: noi - ha concluso Cartabellotta - siamo pronti ad andarcene".
Le attività del biocluster sono costate tre milioni di euro. Fondi che l'amministrazione, però, non ha ancora erogato. "Non sprecherò di certo i soldi che il mio assessorato ha stanziato per il Cluster. Se entro pochi giorni non sarà tutto in ordine, riconoscendo il ruolo fondamentale dei Paesi del Mediterraneo, non verserò un solo centesimo di quelli messi in bilancio", ha detto con estrema chiarezza l'assessore all'Agricoltura Nino Caleca.

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04 maggio 2015
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