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La Sicilia contro il libero scambio Ue-Marocco

L'intesa prevede misure per i prodotti agricoli, il pesce e i prodotti della pesca. Il governatore Lombardo: "La nostra economia sarebbe spacciata"

16 febbraio 2012

Oggi al Parlamento europeo si è votato sull'approvazione dell'accordo di libero scambio tra l'Unione Europea ed il Marocco. Un'intesa che non è stata accolta per nulla bene dal mondo politico e agricolo italiano e da quello siciliano in particolare. L'intesa che prevede misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli, il pesce e i prodotti della pesca, desta molte preoccupazioni per le conseguenze negative che la sua applicazione avrebbe sul nostro sistema agricolo ed agroalimentare. Già dalle prime analisi effettuate dal centro studi di Confagricoltura è emerso che l'accordo sarebbe più favorevole al Marocco che all'Europa, in particolare per quanto riguarda il settore dell'ortofrutta.
"Bisogna bloccare il trattato tra Ue e Marocco o la nostra agricoltura sarà condannata alla fame" tuona il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. Secondo il governatore "quando si dovesse ratificare questo accordo per la libera entrata di prodotti agricoli dal Marocco a tutta l'Europa non c'è dubbio che con quella concorrenza, visto che lì si usano anticrittogamici e si paga la manodopera un decimo di quanto la paghiamo noi, i nostri prodotti saranno spacciati".

I controlli, come quelli effettuati ieri mattina nei mercati ortofrutticoli di Catania e Palermo per contrastare l'ingresso di prodotti senza indicazione dell'origine, potrebbero essere meno utili. "O si blocca un trattato come questo oppure è inutile discutere - ha proseguito Lombardo - si condanna l'economia meridionale e siciliana, centinaia di migliaia di persone, alla fame". In due lettere recapitate a Monti, Lombardo ha sottolineato la necessità di "rivolgere un appello e un allarme sulle conseguenze destabilizzanti e penalizzanti per l'economia, per i giovani e per le prospettive di sviluppo della Sicilia e delle regioni meridionali, che deriverebbero dall'approvazione dell'accordo tra Ue e Marocco".

"Indignato" anche il consiglio direttivo di Confagricoltura Sicilia. "In queste condizioni - si legge in una nota - il nostro destino è assolutamente segnato e saremo i primi a dare vita a quella mobilità auspicata dal premier Monti con l'esodo in massa dalle campagne".
Il Marocco ha creato 1.200 ettari di nuovi impianti per la produzione di agrumi. Secondo il ministero dell'Agricoltura marocchino, quest'anno la produzione aumenterà del 6% rispetto alla stagione precedente, per un totale di 1,86 milioni di tonnellate. A snocciolare questi dati, definiti "inquietanti", è Coldiretti Sicilia. "La produzione di arance marocchina è stimata in 975.000 tonnellate, il 52,3% del totale degli agrumi - dicono il presidente e il direttore regionale della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione -. Non è certo ancora quantificabile la percentuale di agrumi che arriveranno in virtù di questo accordo scellerato. Ma anche solo un'arancia in più che arriva dal Nord Africa è una arancia in meno che i nostri produttori riusciranno a vendere. Si tratta di un tentativo di modificare per legge il panorama agricolo siciliano con gravissime ripercussioni occupazionali".

Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito Democratico che ha votato contro l'accordo, ha spiegato che questo va contro lo stesso popolo del Marocco: "Ho votato contro l'accordo 'UE-Marocco' sull'agricoltura, poiché lo ritengo lesivo per il sud dell'Italia, per il sud d'Europa e dello stesso popolo marocchino. L'accordo è basato sulla tutela di interessi e poteri economici forti, in cui vengono privilegiati interessi delle industrie del centro-nord europeo a danno dell'agricoltura meridionale e dei consumatori marocchini". "Con tale accordo infatti - continua Crocetta - sarà possibile importare indiscriminatamente prodotti dal Marocco ed esportare dall'Europa prodotti industriali, scatenando così una guerra tra poveri. I consumatori marocchini vedrebbero aumentati i costi dei prodotti agricoli nel loro paese e i produttori siciliani, meridionali e del sud d'Europa verrebbero messi in una condizione di diseguaglianza. Non vi è alcuna clausola, poi, in materia di fitofarmaci e quindi sulla sicurezza dei prodotti che verrebbero importati. E' prevalsa un'Europa nordista, falsamente aperta al Mediterraneo. Come parlamentare delle isole, Sicilia e Sardegna, - aggiunge Crocetta - continuerò a battermi per i paesi del mezzogiorno con la consapevolezza che gli interessi vanno armonizzati. I popoli del sud del mediterraneo vanno aiutati, ma sicuramente non a danno delle regioni piú povere d'Europa. Una Germania che si scopre improvvisamente filomediterranea è riuscita ad imporre un accordo che favorisce le sue industrie a danno degli altri. Ci batteremo - conclude l'europarlamentare del PD - per impedire tali accordi, che voglio sottolineare sono stati già conclusi non dal Governo italiano in carica, ma da quello precedente. Il governo di Silvio Berlusconi e di Saverio Romano avevano giá concordato quelle misure".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, www.rosariocrocetta.com]

 

 

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16 febbraio 2012
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