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La Sicilia e le energie rinnovabili...

Confindustria rimprovera alla Regione Siciliana di aver fatto troppo poco e aver perso un'occasione

20 marzo 2010

"La Sicilia si trova in una condizione geografica e climatica unica per le fonti rinnovabili. Ma questa è un'occasione che si sta sprecando. Anzi si sta impedendo la crescita di un'industria locale legata alle fonti rinnovabili".
Questo è quanto ha sostenuto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, intervenendo nei giorni scorsi ad un workshop sull'energia nell'ambito del congresso della Cgil siciliana. Lo Bello ha parlato del blocco delle autorizzazioni dicendo che "si è scelto di non decidere. Non c'é alcun filtro, alcuna selezione tra imprese serie e imprese meno serie e di fatto si sta impedendo il decollo di un'industria che in altri paesi ha superato per valore aggiunto e occupati anche il settore auto". Lo Bello ha rilevato che "é inutile plaudire agli investimenti di Enel, Sharp e St per la produzione di pannelli fotovoltaici se poi si uccide il mercato a valle". Il presidente degli industriali siciliani ha detto di condividere l'appello di Emma Marcegaglia alla politica affinché esca dalla bagarre continua e di volerlo estendere alla politica regionale. E contemporaneamente ha detto che la Marcegaglia "ha fatto bene in commissione antimafia a sollecitare un livello di candidature che escludano rischi di mafia".

"Fare del settore dell'energia uno dei punti chiave dello sviluppo della Sicilia significa rivedere il piano energetico regionale allineandolo con gli obiettivi dell'Ue sulla riduzione delle emissioni di Co2, il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili (obiettivo 20, 20.20 da raggiungere entro il 2020)". Ha sostenuto la Cgil durante il workshop al quale hanno partecipato anche il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana, Orazio Puglisi, docente dell'Università di Catania, Giacomo Berni, della segreteria nazionale Filcem e Antonio Riolo, della Cgil Sicilia. "Un confronto sul piano energetico regionale - ha detto Riolo - è indispensabile. Bisogna però anche sbloccare le bonifiche e lavorare per l'efficienza energetica". Secondo la Cgil, "dentro la l'economia verde si può realizzare un nuovo modello industriale della Sicilia. Ma dalla Regione ci vuole un cambio di passo". Anche Mimmo Fontana, presidente di Legambiente, è convinto che "la Regione debba fare ancora moltissimo in materia. Il piano energetico - ha detto - è insufficiente per cavalcare l'onda della terza rivoluzione industriale".

"Spiace che il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello esprima giudizi cosi sommari sull'attività del governo regionale, semplificando un po' troppo le recenti vicende politiche e riducendole a mero scontro di potere. Nessuno intende nascondere le conflittualità, anche personali, ma neppure si può omettere che esse riguardino interessi o scelte di fondo che il presidente ha inteso governare e non subire, compresi gli enormi appetiti sull'energia". Questa la risposta di Nicola D'Agostino, vice capogruppo del Mpa all'Ars, al presidente degli industriali siciliani. "Proprio in questi giorni, peraltro, l'assessore Venturi, che è innanzitutto espressione di una classe imprenditoriale sana e intransigente - ha aggiunto - rivendica giustamente le decisioni della giunta che ha rimodulato il Par Fas finanziando finalmente la legge sul credito di imposta con 120 milioni e i contratto di sviluppo con 385 senza dimenticare gli altri interventi infrastrutturali e strutturali per almeno altri 500 milioni di euro". "Credo che questi siano segnali estremamente positivi ed attesi, oltre che da tutti i siciliani, soprattutto dal sistema imprenditoriale - ha concluso D'Agostino - in coerenza con una stagione di discontinuità, cambiamento e riforme che Lombardo intende portare a compimento, nonostante da qualche parte si voglia alimentare una immagine di questa esperienza governativa e della Sicilia, paralizzate da paure e contraddizioni storiche". [ANSA]

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20 marzo 2010
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