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La Sicilia paralizzata dallo sciopero degli autotrasportatori

Benzina quasi esaurita ed iniziano a scarseggiare anche le scorte di viveri nei supermercati

18 gennaio 2012

Sicilia nel caos per il blocco dell'autotrasporto fino a venerdì 20 gennaio, voluto dal movimento Forza d'Urto, al quale hanno aderito, tra gli altri, l'Associazione imprese autotrasportatori siciliani (Aias) e il Movimento dei Forconi. A causa del blocco dei 'padroncini' ai caselli autostradali, ma anche lungo le arterie delle Statali, iniziano a scarseggiare già le scorte di viveri nei supermercati e la benzina. Anche questa mattina ci sono lunghe code ai distributori di benzina con automobilisti inferociti. Gli autotrasportatori dell'Aias, che hanno organizzato la protesta, hanno annunciato che lo sciopero proseguirà fino a venerdì. "La protesta per noi prosegue bene - ha detto il presidente dell'Aias, Giuseppe Richichi - Avevamo previsto che sarebbero nati in Sicilia presidi spontanei, dove si stanno fermando negozianti ed autotrasportatori. Sono stanco a causa dell'ipocrisia dei nostri politici. La Sicilia è ferma e nessuno muove un dito, nessuno fa una dichiarazione, anche solo per dire se la protesta è giusta o è sbagliata. Dove sono i politici siciliani? Perchè tutti tacciono? Qual è il problema? Il problema siamo noi o sono loro?".

Nel Catanese si sono moltiplicati i presìdi: gli ultimi due in ordine di tempo sono sorti ieri mattina, secondo giorno di protesta, lungo la Strada Statale Catania-Gela, all'altezza del bivio Iannarello, e nei pressi di Castel di Judica. I nuovi blocchi si vanno ad aggiungere a quelli attuati già lunedì in provincia di Catania: nel piazzale antistante il porto del capoluogo etneo, dove manifestano anche i pescatori; nella zona industriale di Catania, all'altezza della Rotonda della VIII Strada; nei pressi dello svincolo Paesi Etnei della tangenziale; ad Acireale, all'altezza del bivio dell'hotel Orizzonte, lungo la SS 114; nei pressi della frazione Trepunti di Giarre. Al presidio nei pressi dello svincolo Paesi Etnei, lungo la tangenziale, poco prima del casello di San Gregorio dell'autostrada Catania-Messina, hanno preso parte un centinaio di persone e una cinquantina di mezzi pesanti che impediscono il passaggio di camion e tir.

La protesta è scoppiata anche a Palermo. Ieri, nei pressi della Rotonda di via Oreto, un centinaio di persone e una quarantina di mezzi pesanti hanno rallentato il traffico. Un copione che si è ripetuto anche in provincia: nei pressi del porto e della zona industriale di Termini Imerese e nell'autostrada Palermo-Agrigento, nei pressi del bivio per Bolognetta e in quello per Villabate. "Gli automobilisti e la gente sono solidali - dice Franco Canderone del Comitato Forza D'Urto - ci dicono di andare avanti e non fermarci. Stiamo portando in piazza il disagio delle famiglie siciliane. Il nostro movimento è spontaneo e non è legato ad alcun partito politico". La protesta viaggia anche in rete e su Facebook, dove il movimento ha aperto una pagina. "Soltanto lunedì - dice Martino Morsello anche lui del Comitato Forza D'Urto - abbiamo raggiunto diecimila contatti, a riprova che la nostra protesta è seguita a livello nazionale". "Anche in Calabria si stanno organizzando proteste analoghe alla nostra - afferma - Chiediamo risposte precise al governo regionale e un cambio di rotta alla classe politica siciliana".
Ieri, anche i pescatori della marineria di Porticello hanno aderito allo sciopero dei tir per il caro-benzina, occupando il porto della frazione alle porte di Palermo, per protestare contro la crisi che investe il settore. Occupati anche il mercato ittico e la stazione ferroviaria di Santa Flavia. Mentre un gruppo di circa duecento persone bloccava il traffico sui binari all'altezza del passaggio a livello, un treno sarebbe transitato sulla linea ferrata. I manifestanti si sono gettati di lato ai binari. Nessun è rimasto ferito. "Avevo comunicato al prefetto e alle forze dell'ordine che ci sarebbe stata questa mattina la protesta dei pescatori sulla linea ferroviaria - ha protestato il sindaco di Santa Flavia, Antonio Napoli -. Nonostante questo, un treno proveniente da Messina e diretto a Palermo è passato a velocità e si è sfiorata la tragedia. Siamo esterrefatti da quello che è successo. Queste persone sono disperate perchè a causa di regolamenti comunitari non riescono più a pescare. Il costo del gasolio poi è passato da 30 a 80 centesimi al litro in tre anni".
"La situazione è insostenibile - sostiene Giusi Gerratana dell'associazione Donne per la pesca - a Porticello viviamo di pesca artigianale, in pratica piccola pesca a conduzione prevalentemente familiare. Ma il nostro settore da un lato non gode dei vantaggi della grande pesca e della pesca industriale, dall'altro subisce il peso della burocrazia e delle mille regole imposte dalla Comunità Europea. A questo si sommano altri problemi, dal caro-gasolio alle tasse che aumentano: il risultato è che da settembre il 70% delle barche di Porticello non si muove dalla banchina".

Disagi da ieri anche a Messina per le proteste di autotrasportatori e agricoltori aderenti al Movimento dei Forconi che hanno mantenuto dei sit in ai caselli autostradali della A20, e alle aree di sosta di Divieto e Tremestieri, per protesta contro il caro benzina. Code e rallentamenti, ma la circolazione degli autoveicoli è consentita regolarmente. I maggiori disagi oggi si sono registrati per la contestuale serrata dei rifornitori aderenti a Confcommercio, decisa nel giorno di chiusura di turno della maggior parte dei distributori. In autostrada e in città, perciò, cominciano a scarseggiare i carburanti. Fermi anche ieri, per tre ore in mattinata ed altrettante nel pomeriggio, i 103 tassisti cittadini.
E i disagi si hanno avuti anche nel Trapanese. Ottanta tir, fermi da ieri mattina sulla circonvallazione di Custonaci, hanno, di fatto, paralizzato l'attività dell'importante bacino marmifero. Le strettoie, create dai mezzi pesanti, consentono il transito soltanto delle automobili. La circonvallazione si trova lungo la provinciale che collega Trapani con San Vito Lo Capo. Circolazione regolare a Trapani, dove i tir sono parcheggiati nella zona industriale senza creare intralci alla circolazione. Ormai a secco di carburante le stazioni di servizio di Trapani e dell'hinterland.

Ma i distributori di carburante sono ormai a secco ovunque. A Caltanissetta le riserve sono esaurite già lunedì visto che le code ai distributori sono iniziate già sabato scorso. Code si registrano anche alle casse dei supermercati. La paura di restare senza scorte di generi alimentari sta contribuendo a rivitalizzare gli acquisti.
A Gela, da ieri mattina sono tre i presìdi del Movimento 'Forza d'urto' per il blocco dei trasporti, che sta rallentando considerevolmente il traffico. Non si registrano incidenti. Lunedì, quando i dimostranti stavano per raggiungere in corteo piazza municipio, alcuni facinorosi hanno mandato in frantumi la vetrina di una tabaccheria di via Bresmes che non aveva aderito allo sciopero. I manifestanti hanno ottenuto la solidarietà dei lavoratori dell'indotto del petrolchimico, i quali hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti ai cancelli della raffineria chiedendo lavoro e investimenti per il futuro. Uno dei presidi del movimento "Forza d'urto" si svolge davanti allo stabilimento dell'Eni, con i tir parcheggiati su entrambi i lati della strada che lasciano uno stretto corridoio per far transitare solamente le automobili. I supermercati sono stati presi d'assalto già da sabato scorso e alcuni hanno gli scaffali quasi vuoti.
I distributori di carburante, ad Agrigento e nei paesi dell'entroterra, hanno, per la maggior parte, chiuso per esaurimento delle scorte. In provincia è anche scattata la corsa al rifornimento di bombole del gas e nei depositi le scorte si stanno ormai assottigliando.

 

LA POSIZIONE DI CONFAGRICOLTURA - "Pur condividendo i motivi della protesta, legata alla questione caro-carburanti che interessa tanto anche il settore primario, confidiamo nel senso di responsabilità degli autotrasportatori per evitare ulteriori e gravissimi danni agli agricoltori siciliani e chiediamo l'intervento del governo". Lo ha affermato il vicepresidente nazionale di Confagricoltura Salvatore Giardina in merito al blocco dell'autotrasporto attuato in Sicilia.
I produttori ortofrutticoli siciliani di Confagricoltura sono "in allarme" per lo sciopero in atto nell'Isola, a cui seguirà dopo qualche giorno quello proclamato a livello nazionale. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Sicilia Gerardo Diana. "L'iniziativa in atto - ha detto Diana - ha pesanti conseguenze sulle aziende agricole siciliane, sia in relazione alla deperibilità delle merci, sia ai problemi contrattuali derivanti dalla mancata consegna dei prodotti ortofrutticoli verso i mercati nazionali ed europei e verso la grande distribuzione". "C'è il serio rischio - ha concluso - che buyer e grande distribuzione rinuncino ad approvvigionarsi dei prodotti isolani, con conseguenze disastrose e irreparabili per le aziende produttrici".

LA POSIZIONE DI COLDIRETTI - "Il blocco dei tir sta provocando danni ingenti agli imprenditori agricoli siciliani. Milioni di euro di merci rischiano non arrivano a destinazione con perdite che nessuno risarcirà". Lo ha detto la Coldiretti regionale che ribadisce come "l'aumento del costo dei carburanti non colpisce solo gli autotrasportatori ma tutti i lavoratori siciliani e soprattutto gli agricoltori che nel giro di un anno hanno subito il rialzo spropositato dei costi di produzione". "Pur nella legittimità dello sciopero - hanno affermato il presidente e il direttore della Coldiretti, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione - riteniamo che quanto sta avvenendo si ripercuota solo sui tanti comparti produttivi che si reggono sul trasporto gommato. La situazione si aggrava ogni ora di più perchè ci sono accordi commerciali che rischiano di saltare per la mancata consegna. Bisogna trovare un soluzione che garantisca lo svolgimento del lavoro".

LA POSIZIONE DI FITA-CNA - "Il fermo dell'autotrasporto in Sicilia proclamato da alcune sigle per cinque giorni ci sembra inopportuno e dannoso". Salvatore Bonura, segretario regionale della Fita-Cna (l'associazione degli autotrasportatori della Confederazione nazionale dell'artigianato) esprime il suo dissenso sull'iniziativa dei colleghi. "Inopportuno - spiega - perché l'11 gennaio scorso, in occasione dell'incontro al ministero tra le associazioni dell'autotrasporto e l'esecutivo, sono stati assunti impegni precisi in ordine al recupero da subito delle accise del 2011 e alla possibilità di recuperare trimestralmente quelle che matureranno nel 2012; alla conferma delle risorse finanziarie per il settore (400 milioni di euro destinate alle spese non documentate,al bonus ambientale,alla riduzione dei premi Inail, alle aggregazioni e alla formazione); alle tariffe minime di sicurezza (al riguardo il governo ha detto che la legge va applicata e che provvederà a correggere i difetti); a una diversa regolamentazione dei divieti di circolazione che attualmente penalizzano gli autotrasportatori; alle assicurazioni, e a questo proposito il governo ha già inviato sue lettere all'Antitrust e all'Ania affinché possano in tempi celeri eliminare cartelli che allo stato vedono danneggiate le imprese".
Per Bonura inoltre "il fermo in Sicilia è dannoso perché penalizza l'economia dell'Isola già particolarmente provata dal perdurare della crisi. Infine per quanto concerne le peculiarità territoriali chiediamo al governo regionale, se vuole dare una mano al settore, di prodigarsi per l'abolizione del ticket per l'attraversamento di Messina, per l'avvio dei lavori di adeguamento e ammodernamento della rete viaria, le cui condizioni attuali di criticità impongono agli autotrasportatori tempi di percorrenza più alti e più consumo di carburante e di trasferire alla Crias le risorse per l'erogazione del credito agevolato destinato alle imprese di autotrasporto".

LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA - Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, in un'intervista a La Stampa boccia senza appello la protesta: "Ci sono due cose che noto, purtroppo. Da un lato ci sono evidenti strumentalizzazioni politiche di demagoghi in servizio permanente effettivo, dall'altro credo che all`interno di alcune frange dell'iniziativa ci siano realtà criminali organizzate che mirano a far saltare tutto", "protestano contro la crisi, ma nel modo peggiore, perché così si rischia di dare il colpo letale a un'economia siciliana già fragilissima, che adesso è in piena recessione. Molte aziende hanno difficoltà di accesso al credito, le amministrazioni pubbliche pagano nella migliore delle ipotesi a otto-dodici mesi, il Pil è in calo drammatico. E loro cosa fanno? Bloccano i trasporti. Il colpo finale". Lo Bello critico anche sull'appoggio alla protesta dal parte del presidente della Regione Raffaele Lombardo: "Francamente mi sarei aspettato che il governo siciliano si adoperasse per chiedere la sospensione dello sciopero appellandosi al senso di responsabilità che deve accomunare tutti nell'affrontare l'attuale situazione di crisi che colpisce ogni settore". Poi sottolinea: "Bisogna sottolineare che la maggior parte delle sigle degli autotrasportatori non aderiscono a questo sciopero e che purtroppo gran parte dei camionisti dell'ala morbida sono stati coinvolti loro malgrado".

LA POSIZIONE DI CODACONS E CIA - Codacons e CIA (Confederazione Italiani Agricoltori) insieme per il rispetto dei diritti dei Siciliani "bloccati" a tutti i livelli dallo sciopero dei trasporti. Lo sciopero e il conseguente blocco impediscono la circolazione non solo delle merci ma anche delle persone e sta creando notevoli difficoltà allo spostamento dei cittadini, ottenendo nei fatti l'effetto di penalizzare ulteriormente la Sicilia, la sua fragile economia e in particolare la commercializzazione dei prodotti agricoli siciliani. "Se i prodotti agricoli siciliani non potranno attraversare lo Stretto, i mercati e la Grande Distribuzione del resto d’Italia e dell’Estero si rivolgeranno ad altri fornitori, non solo per il periodo dello sciopero, ma anche successivamente, con il rischio di non voler più contrattare merce proveniente dalla Sicilia, i danni potrebbero diventare incalcolabili" afferma Francesco Costanzo, presidente provinciale della CIA di Catania. "Non si discute la libertà dei trasportatori di scioperare e fermare i loro mezzi, ma quando nei fatti si impedisce la circolazione degli altri mezzi si violano le libertà e i legittimi interessi di altri operatori economici, gli altri trasportatori, i commercianti e gli agricoltori ai quali è impedito di far partire i loro prodotti".
Il Codacons, che in via teorica appoggia le motivazioni di base di chi promuove lo sciopero, data la situazione di reale disagio in cui la regione Siciliana versa ormai da tempo, disapprova i metodi di attuazione della protesta, che ledono le libertà e i diritti dei siciliani, arrecando loro un danno ulteriore invece di agevolarli e procurare miglioramenti nelle condizioni generali di vita degli stessi. Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons, chiede dunque alle Procure della Repubblica siciliane di intervenire per il reato di blocco stradale e di permettere a tutti i siciliani di riprendere le normali attività lavorative e commerciali, nell'interesse dell'economia già in ginocchio dell'Isola. Tanasi annuncia inoltre l'avvio di una class action per richiedere la copertura dei danni causati a persone e atttività commerciali da chi promuove e persegue nel blocco delle strade, dei mezzi e delle persone. "Ci sono arrivate già diverse segnalazioni - spiega Tanasi - da parte di persone che sono stata bloccate mentre si trovavano su pullman o auto private e che non hanno potuto così raggiungere il posto di lavoro, il medico etc. Chiunque abbia subito o subirà in questi giorni violazioni della libertà personale come queste, potrà rivolgersi a dilloatanasi@gmail.com per aderire alla class action per il risarcimento dei danni materiali e morali".

"Il governo regionale e quello nazionale convochino subito i manifestanti e intervengano per bloccare la protesta che rischia di mettere in ginocchio la Sicilia". Questa la dichiarazione del deputato nazionale del Pd, Giovanni Burtone. Il parlamentare, intervenendo in aula a Montecitorio, ha sollecitato "opportuni interventi a favore dei produttori agricoli e degli autotrasportatori". Per Burtone è necessario che si intervenga subito per "frenare gli episodi di violenza e garantire la libera circolazione di merci e persone". Il deputato del Pd ha presentato un'interrogazione urgente ai ministri dei Trasporti e dell'Agricoltura, sottolinenado che "in questi giorni migliaia di produttori agricoli siciliani e di braccianti, assieme agli autotrasportatori, stanno contestando l'assenza di interventi dei governi nazionale e regionale per fronteggiare la difficile situazione congiunturale dei due comparti e per superare le difficoltà economiche causate dalla crisi di mercato". "Il governo - scrive Burtone - incontri i manifestanti e individui le opportune iniziative da adottare". Per il parlamentare Pd è necessario, "dichiarare lo stato di crisi, prevedere l'esenzione dal pagamento degli oneri fiscali e previdenziali, promuovere l'estensione dei benefici previsti per le avversità atmosferiche anche ai danni economici provocati dalla crisi di mercato". Tra le altre proposte inserite nell'interrogazione: il finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale e, di concerto con la Regione siciliana, un intervento finanziario per favorire il conferimento del prodotto a scopi umanitari e promuovere le sospensioni sull'obbligatorietà del Durc. Per Burtone è poi necessario "bloccare le procedure esecutive per le cartelle esattoriali, defiscalizzare i carburanti e l'energia elettrica e favorire la ripresa dei consumi alimentari".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]

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18 gennaio 2012
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