La Sicilia, patria del Koshido Budo...
All'Ars spunta una norma per il riconoscimento di un'arte marziale nata in una scuola nel nisseno
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Se la tradizione in Giappone è il karate, in Cina il kung fu e per i coreani l'arte marziale per eccellenza è il taekwondo, la Sicilia, presto, potrebbe avere la sua disciplina: il Koshido Budo.
Si tratta di un'arte marziale che pare sintetizzi le più note tecniche orientali ma, soprattutto, sembra che questa pratica abbia proprio origini siciliane: almeno così si legge in un emendamento alla manovra finanziaria, approvata in commissione Bilancio dell'Ars e quasi pronta per cominciare il suo iter in aula.
In dieci righe il deputato Michele Mancuso (Forza Italia), originario di Caltanissetta, mette nero su bianco un'arte marziale ai più sconosciuta. L'obiettivo dell'emendamento, si legge nel testo, è quello che la Regione Siciliana riconosca "come disciplina marziale e come metodo educativo il Koshido Budo", vale a dire "la via della ricerca dell'equilibrio". E di riconoscerlo "come originario della Sicilia perché nato, sviluppato e divulgato nel nostro territorio".
La scuola di quest'arte marziale, infatti, esiste a Serradifalco, comune nisseno di quasi 6mila abitanti, e a fondarla, l'8 marzo del 1999, è stato il maestro Michele Lattuca.
"Per la valenza del metodo", si legge nell'emendamento, il Koshido Budo, "si colloca per tecnica, efficacia e sviluppo della personalità umana tra quelli che tendono alla crescita psico-fisica, cognitiva, sociale, culturale ed etica dell'individuo, formando ai valori di una società libera e democratica nel rispetto delle tradizioni siciliane, dagli altissimi contenuti morali e civili". E quindi "lo promuove come metodo ausiliario nelle scuole e negli istituti deputati all'educazione o alla rieducazione degli individui". Infine, conclude l'emendamento, la Regione "riconosca altresì il suo fondatore, maestro Michele Lattuca, la scuola Koshido Budo (ads) e tutti gli istruttori da lui formati e nominati come portavoce e detentori di tale metodo".