La Sicilia ripiomba nella crisi
Dal rapporto di Bankitalia: "Per l'isola i prossimi mesi saranno neri, perché la crisi non è mai stata superata"
La Sicilia ripiomba nella crisi dopo i timidi segnali di ripresa del 2010. Il rapporto di Bankitalia sull'andamento dell'economia nel primo semestre dell'anno non lascia scampo: i prossimi mesi saranno neri.
Nonostante il lieve aumento del fatturato e degli utili, registrati da alcune imprese che lasciavano intravedere una crescita, tutti gli altri indicatori rivelano che la crisi non è mai stata superata. Anzi il tonfo dei mercati, l'impennata del differenziale dei titoli di Stato italiano con quelli tedeschi e l'instabilità politica rendono il quadro ancora più fosco.
"L'economia siciliana si trova ancora in una situazione di ristagno - conferma il direttore della filiale regionale della Banca di Italia, Giuseppe Arrica - Il trend è lo stesso del 2010. L'andamento degli ordini e della produzione è rimasto stazionario. Un impatto negativo lo rileviamo ancora nel settore delle costruzioni, che continuano a espellere manodopera e aumenta il numero delle ore non lavorate. Questo è il sentore di una crisi che non è solo siciliana ma è anche nazionale".
Secondo l'indagine della Banca d'Italia condotta su un campione di imprese siciliane con almeno 20 addetti, nei primi nove mesi del 2011 il 37,35% ha registrato un aumento del fatturato, con una crescita di sei punti rispetto allo stesso periodo del 2010. Si è ridotta, invece, la percentuale di coloro che prevedono un calo (sono il 37,5%, contro il 40,9% dell'anno scorso); cresce il numero di quelle, che prevedono di chiudere l’esercizio in corso in utile (56,5%, contro il 51,5%), mentre il 18,4% indica una perdita.
Dopo tre anni di riduzione della spesa, il 53,7% delle imprese intervistate si aspetta un’ulteriore flessione degli investimenti, su cui hanno inciso fattori finanziari, organizzativi, tecnici e variazioni inattese della domanda. Per il 2012 oltre due terzi delle imprese prevede una spesa per investimenti stabile o in ulteriore calo, mentre il numero di quelle che si dichiarano pessimiste sulle prospettive di mercato dei propri prodotti sono il 42,6%. Andando al settore delle costruzioni, oltre la metà delle imprese edili siciliane, che ha partecipato all’indagine, prevede un calo della produzione nel 2011, con una contrazione più marcata nel comparto delle opere pubbliche. In calo anche le compravendite di immobili residenziali, pari a -8,5% nel primo semestre del 2011, a fronte di un aumento del 7,3% nello stesso periodo dell’anno scorso. Vola l'export che nel primo semestre ha mantenuto un ritmo di crescita sostenuto, riportando i flussi sui livelli pre-crisi, dovuto in particolare ai prodotti petroliferi, cresciuti del 38,9% in valore nominale e del 2,7% in termini quantitativi. Bene anche il turismo con un aumento degli arrivi di turisti stranieri del 10,7%, anche se si è ridotto il numero di pernottamenti.
In Sicilia torna a crescere l'occupazione. Si riduce quasi di un punto il tasso di disoccupazione, che scende sotto la soglia del 15%: il dato toglie all'isola il primato negativo di regione con il maggior numero di disoccupati, record che passa alla Campania.
Nei primi sei mesi dell'anno, secondo il rapporto di Bankitalia "sull'aggiornamento congiunturale dell'economia in Sicilia", il tasso di occupazione è aumentato dello 0,6%, invertendo il trend negativo cominciato nel 2008. In particolare è cresciuta l'occupazione femminile con un tasso dell'1,4% a fronte dello 0,2% di quello maschile.
L'incremento maggiore si è registrato nei servizi (+4,4%), segue l'industria (+2,4%) e l'agricoltura (+0,9%). Male invece, con un calo del 7,1%, il commercio e la ristorazione, mentre nell'edilizia c'è stata una riduzione del numero di occupati pari a -4,2%. Stabile rispetto allo stesso periodo del 2010 il tasso di occupazione: 42,6%.
Diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro pari a -5,1%, contro l'8,8% di un anno fa. In calo anche il numero di persone in cerca di prima occupazione: -6,6%. Il tasso di disoccupazione nel primo semestre dell'anno si è attestato al 14,65%, riducendosi dell'0,8% rispetto al 2010 (15,4%).
"In un certo senso il tasso di disoccupazione si è fermato - ha detto Giuseppe Arrica - non è cresciuto ulteriormente. Finora il tasso di disoccupazione della regione era il più alto d'Italia, oggi si colloca dopo la Campania".
L'allarme di Confindustria Sicilia: "Per la nostra regione si annunciano tempi bui" - Per la Sicilia si annunciano nel prossimo futuro "tempi bui" che si "sommano a problematiche legate alle nostre pubbliche amministrazioni con progetti e investismenti paralizzati". E' il monito lanciato dal Presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. "Ci siamo occupati di questo problema già a settembre nel corso di una riunione di Giunta di Confindustria Sicilia - spiega - Quel giorno abbiamo delineato uno scenario che a noi sembrava chiaro e che si è materializzato in questi mesi. Uno spread così alto non è sostenibile, non solo per l'Italia ma soprattutto per la Sicilia e il Mezzogiorno perché determina una difficoltà per le banche e le conseguenze le pagaheranno le aziende. E' un ciclo infernale".
Tutto questo, per Lo Bello, "può determinare due effetti: da un lato una contrazione del credito e dall'altro un aumento significativo degli interessi che può mettere in crisi molte aziende". Il presidente degli industriali siciliani lamenta poi il mancato pagamento degli enti pubblici alle aziende private: "ormai è diventata patlogica. Ci sono aziende che vantano crediti da marzo e tra poco chiuderà la Cassa regionale. Se riescono a sopravvivere queste aziende prenderanno i soldi a marzo".
Secondo il Presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello "c'è una situazione complessa che va affrontata perché la manovra che il prossimo Governo dovrà varare sarà una manovra dura che avrà effetti anche sul nostro territorio siciliano". "Io credo che oggi il tema su cui bisognerà dibattere in Sicilia è quello di come mettere in sicurezza il bilancio regionale e come rimettere la crescita - conclude Lo Bello - Nel 2010 abbiamo avuto una crescita zero e quest'anno ritorneremo in una recessione tecnica".
[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign]
- Dalle Giornate dell'Economia del Mezzogiorno 2011 ... (Guidasicilia.it, 10/11/11)