La Soprintendenza riconosce l'interesse storico artistico di Villa Piccolo a Capo D'Orlando
I visitatori avranno la possibilità di ammirare gli arredi, gli oggetti d'arte e una collezione botanica
La Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali ha dichiarato Villa Piccolo, a Capo D'Orlando (Messina) di "importante interesse storico ed artistico". A determinare la scelta hanno contribuito significativamente gli arredi, la documentazione fotografica e le diverse raccolte di manufatti artistici collezionati dalla famiglia. La relazione tecnico scientifica preparata sottolinea come gli arredi e le raccolte di oggetti d'arte della Villa, sita in Piano Porti, rivestano un ruolo di primo piano dal punto di vista artistico e storico in quanto testimoniano i gusti raffinati dei proprietari, i baroni Piccolo di Calanovella. La Villa si trova in località Piano Porti a Capo d'Orlando, e sorge su una collinetta che domina la piana e, da lontano, le isole Eolie.
Originariamente è stata la residenza estiva dei baroni Piccolo, che dal 1932 vi si sono trasferiti definitivamente da Palermo. La nobiltà dei baroni Piccolo risale ai tempi delle crociate, poi si sono imparentati con i Filangeri, con uno dei Vicerè di Sicilia e con i principi di Lampedusa. Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del romanzo " Il Gattopardo" era il cugino di Lucio Piccolo, poeta di fama nazionale. Villa Piccolo è immersa in uno splendido parco naturale dove sono presenti varie specie floristiche mediterranee. Oggi nella Villa ha sede la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, istituita per volontà testamentaria del barone Casimiro Piccolo di Calanovella e della sorella Agata Giovanna. Nel 1978 invece, in occasione del decimo anniversario della scomparsa di Lucio Piccolo, è stato inaugurato il Museo che custodisce i beni mobili e i preziosi cimeli di famiglia, collezioni di oggetti d'arte, dipinti, ceramiche, armi antiche, libri, stampe, donumenti. I visitatori inoltre, avranno la possibilità di ammirare una collezione botanica e le lettere autografe di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.