La sorpresa di Maroni
La carica dei 101 (del Pdl) contro le inaccettabili norme del Ddl sicurezza
Centouno deputati del Pdl hanno chiesto al premier Silvio Berlusconi di non porre la fiducia sul ddl sicurezza perché nel provvedimento sono contenute "norme inaccettabili", come quella che obbliga i medici, "ma anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici" a denunciare gli immigrati clandestini.
La richiesta è contenuta in una lettera inviata al presidente del Consiglio e diffusa da Alessandra Mussolini, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia. "Ti chiediamo - si legge nella lettera inviata a Berlusconi - di non porre la fiducia sul disegno di legge 2180. In esso sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità".
"Si sostiene che questo ddl non obblighi il medico a denunciare l'immigrato clandestino che si presenti per essere curato ai posti di pronto soccorso, in ospedale, o nei centri di vaccinazione. Non è così. Anzi - scrivono i firmatari della lettera - l'obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". "Infatti - viene rilevato nella lettera - l'introduzione in sede penale del reato di clandestinità, come previsto dal ddl sicurezza, impone a medici e insegnanti l'obbligo di denuncia, così che il loro comportamento non ricada sotto i rigori degli articoli 361 e 362 del Codice penale, trattanti il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio". "Sarebbe - prosegue la lettera - una vera e propria trappola per bambini, da attirare con l'obbligo dell'istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell'educatore. Il risultato sarebbe l'esclusione da qualsiasi rapporto educativo e da qualsiasi cura medica soprattutto di bambini e donne in gravidanza, con conseguente rischio sanitario non solo per loro ma per tutti noi, e un regresso spaventoso in fatto di civiltà del nostro Paese". "Tutto questo - conclude la lettera - va contro la nostra e crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile. Ti chiediamo di dare la possibilità a noi parlamentari di rimettere mano a queste norme offensive per i valori che anche tu professi".
E si è detto "francamente sorpreso" dalla lettera dei parlamentari della Pdl, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Intervenendo nel corso del programma Mattino Cinque, su Canale 5, ha ricordato che la norma "è stata introdotta dal Senato con l'approvazione all'unanimità della Pdl e non c'è mai stata intenzione da parte del governo di mettere la fiducia sul ddl: si tratta di un provvedimento complesso che vogliamo sia discusso dal Parlamento. Per questo l'iniziativa dei 101 mi pare strana".
Maroni non esclude che l'iniziativa sia legata a fibrillazioni interne alla maggioranza. "Ogni volta che si avvicina un congresso - ha osservato - e quello del Pdl è importante perché porta all'unione di due partiti, ci sono fermenti. Non vorrei ci fosse dietro una cosa del genere". Maroni ha chiesto che "su questi temi si discuta nel merito, senza strumentalizzare per fini politici".
Il ministro dell'Interno ha poi ribadito che il ddl non introduce alcun obbligo dei medici a denunciare i clandestini: "Togliamo il divieto di denuncia che esiste solo in Italia. Poi, chi vuole denunciare lo fa, chi non vuole non lo fa", ed ha bollato come "falsità" l'ipotesi che con l'introduzione del ddl i figli di clandestini non possano essere registrati all'anagrafe. "Si tratta di una errata informazione - ha detto - messa in giro per fare polemica". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]