La sperimentazione della pillola abortiva Ru486 si ferma per volere del Ministero della Salute
L'ospedale Sant'Anna di Torino blocca, ma temporaneamente, la sperimentazione
Era stata annunciata e tutto era pronto, e in regola, per la sperimentazione all'Ospedale Sant'Anna di Torino. Ma il ministro della Salute Francesco Storace ha bloccato tutto, dicendo che dal suo ministero non era partito nessun ''sta bene'' e che prima di fare passi più lunghi della gamba, a tutela della salute di tutte le cittadine italiane, si sarebbe dovuto procedere con ispezioni ad hoc.
Dopo le ispezioni, che avrebbero rilevato irregolarità, Storace ha firmato un'ordinanza con la quale sospende la sperimentazione della cosiddetta pillola abortiva, la Ru486.
Dal Ministero della Salute una nota sottolinea che la sperimentazione potrà essere ripresa solo a condizione che venga notificato il rispetto rigoroso delle procedure e delle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità. Nel comunicato si precisa inoltre che gli ispettori dell'Aifa, l'Agenzia del farmaco, presso l'ospedale di Torino, hanno riscontrato persino il caso di una paziente che ha avuto una espulsione parziale, con seguito emorragico, fuori dal ricovero ospedaliero.
Un appello al ministro Storace affinché bloccasse la sperimentazione della pillola abortiva era stato lanciato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII guidata da don Oreste Benzi. Il farmaco, secondo don Benzi, ''costituisce un'ulteriore offesa alle donne italiane e una nuova violenza ai bambini non ancora nati''.
I ginecologi italiani, riuniti la scorsa settimana a Bologna ad un congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), si sono espressi a favore della pillola abortiva, ma solo se somministrata in ospedale e sotto controllo medico. Il 65% degli medici intervistati nel corso del convegno ha detto che non si opporrebbe alla richiesta della donna di sottoporsi all'aborto chimico purché questo avvenga sotto il controllo medico in un ospedale.
''Il nostro programma - aveva spiegato Mario Campogrande, direttore del dipartimento di Ginecologia dell'ospedale Sant'Anna di Torino, dopo l'anticipazione della notizia di irregolarità evidenziate dagli ispettori al ministro - è di sottoporre sei donne a settimana alla sperimentazione con la pillola, l'obiettivo è di raggiungere un tetto di 400 donne. Poi valuteremo le conclusioni''. Campogrande si è detto sorpreso dalla decisione del ministero, annunciata attraverso un comunicato stampa ma non direttamente all'ospedale. ''Mi sorprende - ha commentato Campogrande - che su una vicenda così delicata e complessa i diretti interessati debbano apprendere le informazioni dai giornalisti''.
''Di fronte a un'ordinanza del ministero non posso che obbedire. E sono disposto anche a fare le capriole per proseguire - è stato il primo commento del medico Sergio Viale, uno dei medici preposti ad attuare il protocollo - Il mio giudizio sul documento è però negativo. Ambiguo, molto peggio di quanto mi aspettassi''.
L'ospedale Sant'Anna di Torino, accogliendo temporaneamente le richieste contenute nell'ordinanza ministeriale, farà comunque ricorso al Tar. Dunque l'ospedale andrà avanti per vie legali, convinto dell'importanza della sperimentazione. Secondo l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Mario Valpreda, che ha i incontrato i dirigenti dell'azienda ospedaliera e l'avvocatura della Regione ''i vertici del Sant'Anna ritengono che il precedente protocollo garantisse già sufficientemente le pazienti dal punto di vista medico e sanitario e per questo hanno ritenuto opportuno impugnare l' ordinanza. Nello stesso tempo è stato però deciso che l'azienda si adeguerà temporaneamente alle indicazioni date dal ministero, in modo da non interrompere il progetto pilota avviato, quello che impropriamente viene definito sperimentazione''.