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La spietatezza della Natura e dell'Uomo

Oltre all'orrore del disastro naturale, nei paesi del sud est asiatico arriva l'orrore protratto dagli uomini

04 gennaio 2005

Abbiamo già parlato di come la vita comunque continui anche di fronte a immani tragedie, come quella verificatasi nei paesi del sud est asiatico.
Mentre il mare risputa ancora cadaveri e nel fango sono sommersi i corpi di migliaia di vittime, i turisti sono ritornati in quei posti, per rilassarsi, per godersi la propria vacanza.
Abbiamo già sottolineato che è così che va e che sono inutili i moralismi di fronte al dato di fatto che ci ricorda quanto bisogno del turismo abbiano questi paesi, visto che il 70% della popolazione del sud est asiatico vive dell'economia turistica.

Mentre la Federazione dei tour operator britannici ha deciso di cancellare tutti i viaggi nelle zone più gravemente colpite dal maremoto in Asia (le zone costiere di Sri Lanka e Thailandia) fino a febbraio, dall'Italia, a dieci giorni dalla catastrofe, la macchina delle vacanze è già ripartita. Già sabato scorso da Milano sono decollati i primi due voli charter verso le Maldive e verso le coste del nord est in Thailandia e in India, dopo il blocco delle partenze Un turista a Phuket (Thailandia)imposto dalle autorità. E non si è perso tempo, visto che 65 turisti italiani hanno deciso di confermare le prenotazioni o di prendere al volo le offerte, a prezzo agevolato, dei tour operator che utilizzano quei villaggi che la furia del maremoto di Santo Stefano ha risparmiato. I turisti hanno fatto la loro comparsa perfino a Phuket, una delle zone thailandesi devastate dal maremoto.

La ripresa turistica (e ovvio che non si parla di una piena ripresa) non deve però fare pensare ad una ritrovata normalità. La costante di questi paesi è l'assoluto caos, il rischio sempre presente di esplosioni epidemiche, la disorganizzazione degli aiuti umanitari, l'impossibilità di agire in certi luoghi dove i cadaveri hanno sostituito i vivi.
In quelle zone, a pieno regime, se non più rafforzata, è ripresa la brutale malvagità dell'uomo.
Se in circostanze normali paesi come la Thailandia e lo Sri Lanka sono tristemente noti per l'afflusso del turismo sessuale e della prostituzione minorile, il caos creato dal cataclisma ha purtroppo esacerbato questi fenomeni.
Per esempio un collettivo di donne cingalesi ha denunciato che nello Sri Lanka ''branchi'' di stupratori vanno a caccia di donne e ragazze sopravvissute al maremoto approfittando dell'assenza di vigilanza nei centri di raccolta per i senzatetto.
"Abbiamo ricevuto racconti di episodi di stupro, anche collettivo, molestie sessuali e abusi psichici nei confronti di donne e ragazze nel corso delle operazioni di salvataggio e nei loro improvvisati rifugi" - ha riferito in una dichiarazione il gruppo "Women and media collective".
In Thailandia l'Interpol insieme alle forze dell'ordine locali, oltre al gravoso compito di organizzare gli aiuti devono bloccare il fenomeno dei furti di bambini che dall'indomani della tragedia ha fatto al sua comparsa negli ospedali per i poveri.

E sono migliaia i bambini che il maremoto ha reso orfani e che diventano esche per gli squali.
Il caos che segue i grandi disastri è sempre il terreno di coltura per le pulsioni e i traffici peggiori, che finiscono per colpire i più deboli. Iin Thailandia i ladri di bambini e di donne ci sono sempre stati. Non sono una leggenda. Ci sono e alimentano, come detto,  il circuito del turismo sessuale e del mercato degli organi.
Scampati, quindi, all'orrore della natura, sono troppi i bambini che dopo avere perso i genitori devono fare i conti con l'orrore degli uomini, uomini che forse era meglio che il mare li avesse inghiottiti.

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04 gennaio 2005
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