La strage degli innocenti. Le guerre e le loro conseguenze uccidono mediamente ogni giorno 547 bambini
Secondo l'Unicef, guerre e terrorismo hanno ucciso 200mila bambini in un anno
La guerra e il terrorismo sono mefistofeliche industrie di morte che ogni giorno producono l'allucinante numero di 547 vittime fra i bambini.
Duecentomila innocenti all'anno, secondo un rapporto dell'Unicef, vengono ammazzati a causa delle guerre e degli attacchi terroristici.
Almeno 10 mila bimbi perdono la vita saltando sulle mine. Solo negli ultimi dieci anni, sarebbero circa due milioni i bambini uccisi "direttamente" in tutti i conflitti che quotidianamente insanguinano il pianeta.
Sempre negli ultimi dieci anni, oltre 20 milioni di bambini invece sono stati costretti ad abbandonare le case e a diventare profughi, con le famiglie o anche da soli (gli orfani a causa delle guerra sono circa 1 milione).
Questi spaventosi numeri dell'Unicef, sono stati presentati dalla deputata Tiziana Valpiana (Prc) in una delle sessioni di lavoro nell'ambito della Conferenza mondiale delle donne parlamentari sui diritti dell'infanzia. "Alla luce di questi dati - ha dichiarato la deputata Tiziana Valpiana - possiamo affermare che oggi è in corso una guerra mondiale dichiarata dagli adulti contro i bambini".
Per fare un'altro abominevole e attualissimo esempio, in Iraq oggi, un bambino su 10 non raggiunge i 5 anni di età.
Per la deputata è necessario che i paesi facciano proprio il Protocollo opzionale alla Convenzione riguardante l'ingaggio dei bambini nei conflitti armati (secondo alcuni organismi internazionali - fra i quali l'Unhcr e Amnesty -, circa 300 mila minori al di sotto dei 15 anni sono arruolati come soldati nelle forze governative o in formazioni irregolari, in 40 paesi nel mondo; per il 25-30 per cento, si tratta di femmine), e che un tribunale internazionale giudichi i responsabili del reclutamento militare dei minori.
Ma più che le guerre in sé e per sé, le principali armi di distruzione di massa dell'infanzia sono le conseguenze che queste comportano. Secondo l'ultimo rapporto Unicef "Progress for Children", nel 2002, i paesi industrializzati hanno registrato una mortalità infantile media di 7 decessi ogni 1000 nascite, mentre i paesi meno sviluppati presentavano una media di 158 morti ogni 1000 nati. I tassi di mortalità infantile variano considerevolmente fra regioni e paesi, ma i risultati più drammatici riguardano l'Europa dell'Est, la Confederazione dei nuovi stati indipendenti dell'Asia e, soprattutto, i paesi dell'Africa sub-sahariana: rispetto al 1990 in questi paesi i bambini hanno ancora meno probabiltà di sopravvivere fino ai 5 anni di età.
L'aids in queste regioni rimane una delle principali cause di morte. L'assistenza sanitaria inesistente più in generale è all'origine della grande maggioranza delle morti che potevano essere evitate. Infezioni, malattie parassitarie, come diarrea e infezioni respiratorie, seguite da malaria e morbillo. La malnutrizione poi uccide più della metà del totale dei bambini.