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La svolta di Edipower a San Filippo del Mela (ME)

Edipower, tra i maggiori produttori italiani di energia elettrica, investe 94 mln di euro in Sicilia

19 aprile 2010

Edipower, tra i maggiori produttori italiani di energia elettrica, ha inaugurato gli impianti di miglioramento delle prestazioni ambientali della Centrale di San Filippo del Mela (Messina) e i due nuovi campi fotovoltaici.
Gli interventi hanno riguardato l'installazione su ciascuno dei gruppi 1&2 da 160 MW degli impianti di desolforazione e denitrificazione (i cosiddetti sistemi di ambientalizzazione), con un investimento complessivo di circa 90 milioni di euro. Gli interventi di natura impiantistica realizzati comportano un significativo abbattimento delle emissioni in atmosfera dell'impianto. In particolare, le emissioni si confermano inferiori ai limiti fissati dall'Autorizzazione Integrata Ambientale (pari a 200 mg/Nm3 per gli ossidi di zolfo e a 100 mg/Nm3 per quelli di azoto). I limiti prima dell'ambientalizzazione erano pari 870 mg/Nm3 per gli ossidi di zolfo e a 400 mg/Nm3 per quelli di azoto.
In un'ottica di sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, Edipower ha installato all'interno della centrale di San Filippo pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva pari a 800 kW. Un campo fotovoltaico della potenza di 200 kW è stato realizzato sul tetto del capannone dove viene stoccato il gesso. Quest'impianto è stato costruito con pannelli monocristallini (tecnologia silicio). Un secondo campo fotovoltaico della potenza pari a 600 kW (tecnologia CIGS), completato a marzo 2010, è stato interamente costruito a terra. L'investimento complessivo è stato pari a 4 milioni di euro.
"Dall'acquisizione ad oggi, Edipower ha impegnato nella centrale di San Filippo del Mela energie, progettuali ed economiche sempre maggiori - ha dichiarato Paolo Gallo, amministratore delegato di Edipower - Crediamo si debba fare impresa in modo responsabile, trasparente e soprattutto nel rispetto dell'ambiente e del territorio. Con gli interventi di ambientalizzazione siamo riusciti ad abbattere le emissioni della centrale del cinquanta per cento, scendendo decisamente sotto al limite previsto dalla legge". "Edipower - ha proseguito - ha inoltre deciso di contribuire allo sviluppo della Sicilia con un importante investimento per la realizzazione dei nuovi campi fotovoltaici: ad oggi ne abbiamo realizzati due per una potenza totale pari a 800 kW, di cui uno completamento integrato. La centrale di San Filippo - ha concluso Gallo - continua ad essere una risorsa fondamentale per la Sicilia, di cui copre circa il 20% del fabbisogno energetico, e per l'intero sistema energetico del Paese, nel rispetto dell'ambiente e dei cittadini".

La centrale di San Filippo del Mela è in esercizio dalla fine di dicembre 2009 con il nuovo assetto previsto dall'Autorizzazione Integrata Ambientale entrata in vigore lo scorso 5 gennaio. Per ottemperare alle prescrizioni contenute nell'Autorizzazione Integrata Ambientale che impongono ulteriori e più restrittivi limiti emissivi, Edipower ha apportato delle modifiche nell'utilizzo dei by-pass e la sostituzione dei catalizzatori sui denitrificatori dei gruppi 5 e 6 da 320 MW. Le emissioni di ossidi di azoto sono state abbattute da 200 a valori inferiori a 170 mg/Nm3 e gli ossidi di zolfo sono stati dimezzati rispetto al limite precedente (da 400 mg/Nm3 a 200 mg/Nm3). Gli interventi sui gruppi 5 e 6 hanno comportato un investimento complessivo pari a 3 milioni di euro. Per la riduzione delle emissioni dei gruppi 3 e 4, Edipower ha introdotto una serie di interventi di natura gestionale che ne limitano le ore di funzionamento a 2.500 all'anno. Inoltre, Edipower ha avviato - con un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro - la sperimentazione per l'utilizzo in centrale di bio-combustibili liquidi. [Adnkronos/Ing]

Riceviamo e pubblichiamo...
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI!!!
di Salvatore Crisafulli (Achitetto e Vice Presidente dell'Associazione T.A.T. - Tutela Ambiente e Territorio)

"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n'è uno è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno e farlo durare e dargli spazio".
Italo Calvino da: Le città invisibili (1972)

Quis custodiet ipsos custodes? è una locuzione latina tratta dalla VI Satira di Giovenale, che letteralmente significa: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?».

"Una delle cause principali della crisi ecologica, sta nel fatto che noi in primo luogo non sappiamo ciò che facciamo, e in secondo luogo quando ci vengono rese note le conseguenze del nostro agire, non disponiamo di un meccanismo che ci induca a modificarlo."
Vittorio Hösle

"La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi"
Indro Montanelli

"Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza"
Erasmo da Rotterdam (1466-1536), Colloqui

Vulpem pilum mutare, non mores (La volpe cambia il pelo, non i costumi)
Svetonio

Il nostro silenzio non significa che ci sentiamo appagati del risultato A.I.A., in un certo senso siamo soddisfatti solo per le problematiche emerse.
Ad esempio, si deduce, le istituzioni sono state sempre e strategicamente assenti sulle problematiche ambientali, che ormai tutti hanno ben compreso che il fascino del capitale inebria molto facilmente gli individui di governo e di potere.
Ma alla fine cosa è successo?
Nulla, i soggetti che avrebbero dovuto porre in essere i provvedimenti normativi e le prescrizioni per rendere efficienti gli impianti per non inquinare non hanno ancora ad oggi agito, e non crediamo lo facciano, peggio ancora, forse non lo possono fare.
Il nostro sistema, nella Valle del Mela in particolare, non è in grado di tutelare il patrimonio naturale, la salute dei cittadini, il patrimonio culturale etc. neanche la sicurezza dei lavoratori, degli addetti alle industrie.
Infatti sappiamo che i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza nella Centrale Termoelettrica Edipower di San Filippo del Mela hanno denunciato ai soggetti responsabili nonché agli stessi dirigenti della Società, perdite di gas di combustione ai gruppi 1 e 2, perdite di vapore valvola "A" gruppo 1, perdite di olio su turbina SF2 e turbina SF5 perdita di vapore, senza che si siano verificati gli interventi di messa in sicurezza e di ripristino della efficienza, quello ch’è peggio che le denuncie non riportano alcun protocollo.

Come si può pensare che una industria come la Edipower non preveda la definizione di un protocollo per la posta interna?
C’è qualcosa di strano in tutto questo, e chissà quant’altro viene "mitigato" senza che nessuna sappia niente.
Questo silenzio ha solo significato, la ricerca di un accomodamento "in house" come sempre si è fatto, fuori i visitatori e le commissioni, altro che opere di adeguamento e di ambientalizzazione, sistemiamo tutto come sempre nel passato si è fatto, ma chi fa presupporre questo?
Il silenzio del Comune di S. Filippo del Mela e del suo Sindaco non è buona cosa, a questo si aggiungono i problemi politici che in Sicilia non mancano mai, ed ecco che le condizioni per costruire un buon accomodamento ci sono. Cosa è stato del proclama di rivendicazione dei danni del Sindaco di Pace del Mela? Una boutade?

A detta di molti che lo consideravano utopico, Latouche, aveva sicuramente buone ragioni per esprimersi con certa veemenza.
Serge Latouche filosofo ed economista francese, da molti considerato borderline, tiene a Perugia una Lectio Magistralis sulla "Decrescita come uscita dalla crisi". Egli ha una visione della tutela dell’ambiente per certi aspetti interessante, ma sulla decrescita non è riuscito ad ottenere i necessari consensi.
La teoria della decrescita, è comunque una forma di pensiero non violento, rivolto nei confronti del pianeta.
Il pubblico, numerosissimo e costretto a stringersi all'inverosimile per ascoltare il professore francese, è stato comunque ripagato con un'ora e mezza di analisi e teoria, a metà tra sogno e realtà, utopia e concretezza.
Peraltro in un ottimo italiano, secondo il teorico della Decrescita, fanno della società dei consumi una "società totalitaria soft", in cui l'uomo non è più padrone del suo destino perché è sottomesso "all'imperialismo dei mercati", al "dominio della mano invisibile".
Una società simile è destinata pertanto a condurci inesorabilmente a quella che gli esperti chiamano "la sesta scomparsa delle specie", un'estinzione di massa come quella che cancellò dal pianeta i dinosauri.
La differenza è che stavolta si viaggia a una velocità impressionante.
"Bisogna stare seduti bene per sentire quello che sto per dire - ha avvertito Latouche rivolto al pubblico in sala - ogni giorno si estinguono tra le 50 e le 200 specie".
Ovviamente, si tratta per lo più di batteri, di specie invisibili, ma non solo di queste (ci sono ad esempio anche le api: in Italia ne sono scomparse ben 23 miliardi in pochissimo tempo).
Campanelli di allarme talmente clamorosi che portano Latouche a dire: "Non siamo più minacciati dalla catastrofe, siamo già nella catastrofe".
L'ultimo rapporto dell'IPCCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) afferma infatti che anche se smettessimo da oggi di bruciare anche una sola goccia di petrolio non potremmo comunque evitare l'innalzamento di due gradi della temperatura globale entro la fine del secolo, senza nulla dire sulle emissioni in ambiente.
Conseguenze? "Centinaia di milioni di emigrati dell'ambiente, la metà del Bangladesh sott'acqua, ma anche una buona parte dell'Italia". E questo, secondo il professore francese, è "lo scenario migliore", perché i due gradi potrebbero diventare sei e allora possiamo "dire addio alla specie umana".

E qui arriviamo alla parte centrale della lectio del professor Latouche: creare una alternativa alla società della crescita per uscire dalla crisi.
Arriviamo cioè alla Decrescita. Sulla lavagna allestita per la lectio compare allora un cerchio ("un circolo virtuoso") con 8 "r" collocate tutte intorno.
E' il progetto politico di Latouche, "l'utopia concreta della Decrescita".
Le 8 "r" rappresentano 8 parole d'ordine:
- rivalutare (prima di tutto la sobrietà)
- riconcettualizzare (la scarsità e l'abbondanza, il pubblico e il privato)
- ristrutturare (il sistema produttivo, costruendo cose più utili)
- rilocalizzare ("non è ammissibile che 8.000 camion trasportino ogni giorno acqua San Pellegrino dall'Italia alla Francia ed acqua Evian dalla Francia all'Italia")
- ridistribuire ("l'occidente rappresenta il 20% della popolazione mondiale e consuma più dell'86% delle risorse naturali")
- riutilizzare ("per risparmiare risorse naturali e creare posti di lavoro")
- riciclare ("ciò che non è possibile riutilizzare")
- ridurre ("la nostra impronta ecologica, ma anche gli orari di lavoro")

Ma i critici di Latouche e del suo movimento hanno gioco facile a dire: sono tutte cose astratte, se volete essere credibili dovete fare proposte concrete e presentare un programma.
E allora ecco che, per concludere la sua lectio, il professore francese decide di stare al gioco e di presentare il suo "programma elettorale".
"Ho sognato che mi candidavo alle elezioni presidenziali con un programma elettorale di pochi punti". Proponevo di ridurre del 75% la nostra impronta ecologica, introducendo una tassa ambientale sui trasporti, per favorire il consumo a 'chilometri zero'. Al tempo stesso proponevo di ricostruire l'agricoltura contadina, rinunciando all'uso dei pesticidi, di trasformare i guadagni di produttività in riduzione dell'orario di lavoro e altre cose simili. Sulla base di questo programma mi sono candidato, sono stato eletto con il 51% e ho iniziato ad applicare il programma... "La settimana dopo sono stato assassinato".
Qual’è la morale della favola?
In Primis: - Ciò che non è ancora possibile a livello globale, può comunque esserlo a livello locale od individuale.
In Secundis: - Ciò che non è possibile oggi, potrebbe esserlo domani.
In Tertiis: - Ciò che non è possibile qua è già possibile altrove, come in America Latina.
In conclusione, per Latouche "la Decrescita è una scommessa che non siamo sicuri di vincere. Ma in ogni caso, vale la pena di tentare".
Si precisa infine che Latouche disconosce sia l’esistenza della Valle del Mela, che le realtà politiche locali ed i relativi sistemi !!

INFO
Associazione T.A.T. - Tutela Ambiente e Territorio
Sedi: Milazzo, Milano, Sant'Agata Militello, Capo d'Orlando, Venetico, Torregrotta
Indirizzi e-mail: tatsicilia1@yahoo.it - tatsicilia2@yahoo.it - tatmilano1@yahoo.it

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19 aprile 2010
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