La Targa Florio potrebbe essere annullata per 90mila euro!
La causa sarebbe la cosiddetta Tabella H attualmente bloccata
La leggendaria Targa Florio, la corsa automobilistica più antica e tra le più famose al mondo, rischia di essere annullata per "soli" 90mila euro, quelli della cosiddetta Tabella H che è attualmente bloccata.
A lanciare l’allarme è Dario Pennica, presidente dell’associazione "Pro Targa Florio n.100" e direttore di "Sicilia Motori", che ha deciso di scrivere una lettera aperta ai parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana e al presidente, Giovanni Ardizzone, informandoli del "pericolo di annullamento" e per salvare la competizione sportiva, in programma dal 26 al 29 settembre "perché priva delle indispensabili risorse economiche".
"Mi rivolgo a voi - scrive Pennica - sicuro di interpretare il pensiero degli appassionati e cultori palermitani e siciliani della Targa Florio. Per salvarla però - spiega - sarebbe sufficiente che all'organizzatore (l'Automobile Club Palermo), venissero erogati i 90 mila euro già previsti nella "famosa" Tabella H, attualmente bloccata per i noti provvedimenti. Entro il prossimo 31 luglio l'AC Palermo dovrà comunicare alla Federazione la conferma o l'annullamento della competizione. E non essendo possibile un rinvio essa perderà l'attuale titolarità per il massimo campionato italiano della specialità. E chissà se poi un giorno sarà possibile recuperarla".
Per Pennica "sarebbe come chiudere un museo o lasciar crollare un monumento; perché la Targa Florio non è solo una corsa - anzi la corsa più antica del mondo - ma un vero e proprio patrimonio storico e culturale della Sicilia". "Tutti noi - puntualizza - comprendiamo e condividiamo le preoccupazioni principali per emergenze di maggiore e generale interesse. Il lavoro e gli indispensabili servizi sociali in particolare. Ma con questa non si stanno chiedendo risorse economiche tolte ad altre e più importanti necessità, bensì di impegnare ed erogare una somma già prevista nel bilancio 2013, quindi senz'aggravio alcuno per le casse regionali, e che viceversa andrà in economia. Ma invece di un risparmio, insignificante per il bilancio regionale, sarà - sostiene - un danno almeno dieci volte maggiore per la credibilità della Sicilia, per l'economia del territorio palermitano e per quello delle Madonie in particolare, e motivo di delusione (e rabbia) per le migliaia di appassionati". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]