La tragedia siriana
Bombardamenti nella notte a Homs: "Tra le vittime ci sono anche 20 bambini". Secondo l'Unicef sono 400 i bambini uccisi dall'inizio della rivolta
Nuova offensiva delle forze di sicurezza siriane nella notte a Homs. Tra le vittime registrate, secondo gli attivisti, ci sarebbero anche 20 bambini. L'esercito sta continuando anche questa mattina i cannoneggiamenti sulla città e in particolare nel quartiere di Bab Amru. Secondo alcuni testimoni la zona sembra ormai semidistrutta e si contano 20 abitazioni in fiamme.
Dagli Usa intanto, il Pentagono avrebbe iniziato a rivedere le opzioni per un eventuale intervento in Siria. E' quanto ha reso noto l'emittente tv CNN secondo cui la Casa Bianca non ha effettuato alcuna richiesta in questo senso, neanche dal dipartimento della difesa è stata inviata al Presidente americano alcuna nuova informazione, e la revisione è decisamente preliminare. Gli Stati Uniti continuano a perseguire una soluzione diplomatica, o comunque non militare, alla crisi siriana, si precisa.
Ieri il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell'ambasciatore italiano a Damasco Achille Amerio. Lo ha reso noto la Farnesina, sottolineando che l'Ambasciata italiana nella capitale siriana resta aperta e operativa per garantire l'assistenza ai connazionali presenti nel paese e continuare a seguire con la massima attenzione gli sviluppi della gravissima crisi in atto nel paese.
La decisione di ieri fa seguito ai passi effettuati nelle ultime ore dal governo italiano. Lunedì, ricorda la nota della Farnesina, il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo aveva espresso all'ambasciatore siriano a Roma Khaddour Hasan la più ferma condanna e lo sdegno del governo italiano per le inaccettabili violenze perpetrate dal regime di Damasco nei confronti della popolazione civile.
Tra le vittime, secondo quanto denunciato dall'Unicef, ci sarebbero anche molti minori. "Alla fine di gennaio, sono 400 i bambini morti e oltre 400 sono stati arrestati" dal marzo scorso, quando è iniziata la rivolta, ha affermato la portavoce dell'Unicef, Marixie Mercado.
Nella giornata di ieri, le forze governative siriane hanno ripreso i cannoneggiamenti su Homs, la città della Siria centrale dove centinaia di persone sono state uccise solo negli ultimi giorni. Il timore degli abitanti della città è che l'esercito si stia preparando a un'operazione su vasta scala. Stando al corrispondente della Bbc, le forze governative hanno iniziato a colpire Homs con bombe da mortaio all'alba, continuando poi per quasi tutto il giorno e riprendere nella notte.
Il governo siriano di Bashar al-Assad nega gli attacchi contro civili e afferma che in questi giorni le truppe governative hanno ucciso "decine di terroristi" a Homs. Anche la tv araba 'al-Arabiya' ha riportato la notizia di intensi cannoneggiamenti su Homs. Particolarmente colpite sarebbero le zone di Baba Amr, Khaldiya e al-Bayyada. Il ministero dell'Interno siriano ha annunciato che andranno avanti le operazioni delle forze governative "contro bande di terroristi armati" nella provincia di Homs. "Le operazioni contro i gruppi terroristici proseguiranno fin quando non saranno ripristinati ordine e sicurezza in tutti i quartieri di Homs e nei dintorni e fin quando non avremo sconfitto tutte le persone che terrorizzano i cittadini e ne mettono in pericolo la vita", si legge in una nota del dicastero diffusa dall'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. Nel comunicato, "gruppi terroristici" vengono indicati come responsabili di quanto avvenuto a Homs. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, l'altro ieri sono state uccise in Siria 113 persone , solo nella zona di Homs si sono registrate 69 vittime.
Ieri è giunto in visita nella capitale siriana il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Per l'occasioni imponenti manifestazioni a Damasco e Aleppo sono state organizzate dal regime di Bashar al-Assad. Decine di migliaia di persone hanno sventolato bandiere russe e siriane per ringraziare Mosca di aver posto il veto alla nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che avrebbe condannato il regime siriano per la violenta repressione. [Adnkronos/Aki]
Washington avverte la Russia "Non escludiamo l'intervento militare" (di Federico Rampini, Repubblica.it) - Per la prima volta l'Amministrazione Obama esamina anche l'opzione di un intervento militare in Siria. Proprio mentre nella notte a Homs, altri civili - 52 secondo fonti degli attivisti - muoiono sotto i bombardamenti governativi. L'annuncio arriva alle 19.30 di Washington la corrispondente dal Pentagono della Cnn, Barbara Starr, che cita "due fonti" interne al governo. Al Pentagono sarebbe stato chiesto di elaborare le possibili opzioni, nel caso si dovesse cercare di portare un aiuto militare all'opposizione siriana. Restano privilegiate "la via diplomatica ed economica", cioè le pressioni politiche della comunità internazionale e le sanzioni. Tuttavia è la prima volta che Washington fa trapelare che l'intervento militare non può essere escluso.
E' questa la reazione più forte dopo lo smacco subito dagli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza Onu, dove una risoluzione di condanna del regime di Assad è stata bocciata per i due veti della Russia e della Cina. L'accusa di Mosca era proprio che quella risoluzione (preparata dalla Lega araba) poteva porre le premesse di un futuro intervento militare nello stile di quello eseguito dalla Nato in Libia. L'ambasciatrice americana all'Onu Susan Rice aveva definito il veto "disgustoso", mentre il segretario di Stato Hillary Clinton aveva parlato di una "farsa".
Ora l'Amministrazione Obama reagisce mettendo in circolazioni proprio le voci che più preoccupano la Russia, che con l'Iran resta il più importante protettore estero del regime Assad. Di fronte alla repressione sanguinosa che prosegue soprattutto nella città di Homs, e con il bilancio delle vittime civili che cresce di giorno in giorno, la "soffiata" alla Cnn ha chiaramente il sapore di un avvertimento.