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La tratta degli schiavi

Dai i Centri di prima accoglienza di Crotone e Caltanissetta un vero e proprio traffico di esseri umani

19 aprile 2007

Come nel Settecento. Come se tre secoli di storia non fossero mai passati. Vero e proprio schiavismo, con un traffico di migliaia di essere umani.
Questa la mostruosità fermata ieri dall'operazione condotta dalla Polizia di Stato di Crotone e Catanzaro coordinate dal Servizio Centrale Operativo (Sco), della Direzione Centrale Anticrimine (Dac) della Polizia di Stato, che ha consentito di sgominare un'agguerrita organizzazione criminale transnazionale, dedita alla tratta di esseri umani.
In tutto sono state 54 le persone indagate, 31 quelle raggiunte da misure cautelari, 14 i fermi, a Crotone, Milano, Perugia, Agrigento, Caltanissetta, Isernia e Cosenza, ritenuti responsabili di aver organizzato viaggi illegali di migliaia di clandestini dal Nord Africa verso le coste siciliane.
Le persone fermate, tra cui due italiani, egiziani, marocchini, libici, sudanesi, palestinesi ed algerini, sono state accusate di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo gli investigatori il gruppo aveva ''basi operative in Egitto e Libia e solide ramificazioni in Calabria, Sicilia e Lombardia''.
Alcuni degli indagati, .
In particolare, nel territorio nazionale sono state individuate due ''cellule'' criminali in contatto con referenti dell'organizzazione operanti in Nord-Africa, da dove venivano organizzati i viaggi illegali dei migranti verso l'Italia, è scritto in un comunicato, che quantifica almeno in 2.500 gli immigrati trasportati dal gruppo.

I menbri delle due cellule, alcuni dei quali ''soggetti senza fissa dimora, reperibili in Libia ed in Egitto, per i quali verranno estese le ricerche in campo internazionale'', utilizzavano i Centri di prima accoglienza (Cpa) di Crotone e Caltanissetta per i loro inumani affari. Le indagini hanno consentito di accertare che l'organizzazione criminale, gestito lo sbarco di quello che veniva chiamato il ''carico umano'', agevolava la fuga dei clandestini dai Cpa di Isola Capo Rizzuto e Caltanissetta. I clandestini venivano così presi in carico da altri trafficanti e segregati, in condizioni di vera e propria schiavitù, sino al pagamento di un riscatto. I parenti delle vittime, in Italia o nei paesi di origine, erano costretti a pagare la libertà dei congiunti versando 500 euro a persona.

Almeno dieci gli sbarchi attribuiti nell'ultimo anno al sodalizio malavitoso , oltre a una nave bloccata nel porto di Tripoli, in Libia, con 197 persone a bordo pronte per raggiungere clandestinamente l'Italia. Ingente il volume d'affari dei mercanti di uomini.

''Migliaia di poveracci venivano sfruttati due volte. Non solo pagavano il costo del viaggio, ma poi, una volta in Italia, dovevano pagare un vero e proprio riscatto'', ha detto il ministro dell'interno, Guliano Amato, che si è congratulato con la polizia e la magistratura.
''Fermare la tratta degli esseri umani. Questa criminalità cinica il nostro vero avversario'', ha aggiunto Amato. ''Contrastare i criminali che gestiscono questi traffici è dunque una priorità - ha concluso il ministro - in difesa, prima di tutto, dei diritti e della vita di queste persone che si spostano spinte dal miraggio di una vita migliore, ma che finiscono troppo spesso vittime dello sfruttamento''.

L'operazione di ieri è stata chiamata ''Harig'', che nell'idioma magrebino significa ''superare clandestinamente la frontiera''.

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19 aprile 2007
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