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La Trattativa mafia-Stato e i rapproti tra Jannuzzi e Vito Ciancimino

In cerca del "papello". Perquisizione della Dia nell'abitazione romana del giornalista ed ex senatore di Forza Italia Lino Jannuzzi

16 dicembre 2011

Dove si trova il "papello" che conterrebbe le richieste della mafia allo Stato, nell'ambito della presunta trattativa portata avanti dal boss Totò Riina nel 1992?
Secondo la Procura di Caltanissetta, a casa del giornalista ed ex senatore del Pdl Lino Jannuzzi. Gli agenti della Dia, infatti, avrebbero effettuato questa mattina una perquisizione nell’abitazione romana del giornalista, che sarebbe stato frequentatore della casa di Vito Ciancimino in occasione delle sue inchieste sulla mafia.
Lino Jannuzzi al momento non risulta indagato.


La trattativa tra Stato e mafia
LINO JANNUZZI E GLI INCONTRI CON CIANCIMINO

di Giovanni Bianconi (Corriere.it, 16 dicembre 2011)

L'inchiesta sulla trattativa fra Stato e mafia che accelerò la morte di Paolo Borsellino approda a casa di chi - da commentatore - ha sempre negato qualsiasi connessione fra le bombe del 1992 e qualche apparato istituzionale. Ieri, su ordine della Procura di Caltanissetta, gli agenti della Direzione investigativa antimafia hanno perquisito le due abitazioni di Lino Jannuzzi, 83 anni, il giornalista ex senatore di Forza Italia, collaboratore de Il Giornale e Il Foglio, grande fustigatore di pentiti e indagini siciliane dai tempi di Giovanni Falcone, fino alle ultime scaturite dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza e Massimo Ciancimino. Ma proprio i suoi contatti col figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, e prima ancora con lo stesso Vito Ciancimino morto nel 2002, hanno spinto la Dia a ipotizzare un suo ruolo non solo di osservatore nel presunto collegamento tra boss, pezzi di servizi segreti o altri esponenti delle istituzioni che si sarebbe realizzato al tempo delle stragi.
Di qui la decisione dei magistrati nisseni di cercare a casa di Jannuzzi, che non è inquisito, qualche segreto o particolare che possa offrire spunti per la soluzione del principale mistero sulla stagione del terrorismo mafioso, che i pubblici ministeri riassumono in termini espliciti e ufficiali nel provvedimento notificato all'anziano giornalista: «Le investigazioni preliminari fino ad oggi svolte hanno evidenziato che, diverso tempo prima del 19 luglio 1992 (giorno dell'attentato a Borsellino, ndr ) ha avuto inizio una "trattativa" tra soggetti appartenenti ai servizi di informazione, e/o ad altre istituzioni dello Stato, per il tramite di Vito Ciancimino, con esponenti di vertice di Cosa Nostra i quali ultimi, al fine di ottenere i benefici richiesti per porre fine al "programma stragista", deliberarono di anticipare la già programmata eliminazione del dottor Paolo Borsellino».

Massimo Ciancimino ha raccontato di aver incontrato Jannuzzi nell'autunno del 2009 a Parigi, dov'era andato per recuperare una fotocopia del famoso papello con le pretese mafiose per far cessare le bombe, di cui suo padre sarebbe stato uno dei destinatari in quanto intermediario della trattativa. Di quell'incontro in terra francese c'è traccia anche nelle telefonate intercettate di Ciancimino jr, il quale ha aggiunto che l'ex senatore è stata «una persona sempre presente nella vita di mio padre, entrava e usciva da casa mia, e mio padre lo collocava vicino a ambienti di Servizi diciamo non tanto amici di mio padre... Diceva che era molto addentro agli uomini dei Servizi». Il giovane Ciancimino, che a sua volta è finito sotto inchiesta per calunnia nei confronti dell'attuale responsabile dei Servizi segreti Gianni De Gennaro, sostiene che era Jannuzzi a cercarlo: «Mi ha chiesto spiegazioni di quello che era la trattativa, com'era avvenuta... Mi ha chiamato fino a una settimana fa (il verbale è del 20 novembre 2009, ndr) chiedendomi di volermi incontrare in una casa dove sta lui, di fronte al Senato».

In realtà dalle intercettazioni risulterebbe che fu Ciancimino a contattare il giornalista. In ogni caso proprio la casa di fronte al palazzo del Senato, insieme a un'altra in provincia di Salerno, ieri è stata visitata dai funzionari della Dia, sotto gli occhi del direttore de Il Foglio Giuliano Ferrara avvisato e accorso ad assistere alla perquisizione. Il risultato sono un computer e alcuni scatoloni di carte che dovranno essere esaminate, nella convinzione - fondata non solo sulle semplici e spesso non riscontrate o smentite affermazioni di Massimo Ciancimino - che i rapporti tra Jannuzzi e «don Vito» fossero più intensi e articolati di quanto sostenuto dal giornalista, che dice di averlo incontrato solo qualche volta.
«Penso che sia già tutto chiaro, ma se fosse necessario sono pronto a fornire ogni precisazione all'autorità giudiziaria, nonostante il mio precario stato di salute», commenta Jannuzzi che nelle sue pubbliche prese di posizione ha sempre difeso la versione dei carabinieri del Ros sugli incontri col vecchio Ciancimino, in contrasto con quella del giovane e altre acquisizioni delle inchieste in corso sia a Palermo che a Caltanissetta. E sono note le sue pesanti critiche rivolte a De Gennaro, all'epoca in cui svolgeva indagini antimafia al fianco di Falcone e anche dopo, bersaglio della calunnia per la quale Massimo Ciancimino è inquisito da entrambe le Procure.

 

 

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16 dicembre 2011
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