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La Valle dei Templi: patrimonio... privato

L'area archeologica di Agrigento espropriata all'Umanità e data in mano agli imprenditori

03 luglio 2008


Là dura un vento che ricordo acceso / nelle criniere dei cavalli obliqui / in corsa lungo le pianure, vento / che macchia e rode l'arenaria e il cuore / dei telamoni lugubri, riversi / sopra l'erba. Anima antica, grigia / di rancori, torni a quel vento, annusi / il delicato muschio che riveste / i giganti sospinti giù dal cielo. / Come sola nello spazio che ti resta! / E più t'accori s'odi ancora il suono / che s'allontana verso il mare / dove Espero già striscia mattutino / il marranzano tristemente vibra / nella gola del carraio che risale / il colle nitido di luna, lento / tra il murmure d'ulivi saraceni.
Strada di Agrigentum, Salvatore Quasimodo

La Valle dei Templi, nell'elenco dei siti dell'Unesco dal 1997, essendo la superba testimonianza dello splendore di una delle più importanti colonie greche d'occidente (così scrisse il Comitato Unesco per motivare l'inserimento dell'area archeologica siciliana nel World Heritage Site), ed essendo arrivata a noi in condizioni eccezionali, esplicita perfettamente il significato di "patrimonio dell'umanità": una bellezza così grande, complessa e significativa da dover avere come proprietario, quindi come custode, ogni uomo esistente sulla terra. Magnifico!

Ebbene (si fa per dire), la Valle dei Templi adesso oltre ad essere iscritta nella lista dell'Unesco è stata iscritta nell'elenco dei beni culturali siciliani che potrebbero essere affidati in gestione a privati!
L'idea di privatizzare la Valle dei Templi, che come dicevamo poco fa già appartiene al mondo intero, è dell'assessore regionale ai Beni culturali della Sicilia, Antonello Antinoro, secondo il quale per "rendere il più possibile redditizia la gestione dei beni culturali nell'Isola dobbiamo affidare a un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent'anni. Penso ad esempio alla Valle dei Templi o al Teatro greco di Siracusa"
Un idea, quella dell'esponente dell'Esecutivo regionale, per niente abbozzata, ma già in parte pianificata. "In cambio i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell'indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei Templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la Palermo-Agrigento e un eliporto".
''Paesaggio con rovine di tempio in Sicilia'' di Jacob Philipp Hackert (1778)
L'idea-progetto sarà contenuta in una relazione che l'esponente dell'Udc proporrà alla giunta Lombardo. "L'elenco di siti dovrà essere concordato con l'assessorato regionale al Turismo e con le soprintendenze - ha aggiunto - ma sicuramente potrebbero essere inseriti il Teatro antico di Taormina, Selinunte o la Cappella Palatina. Ma non solo: potremmo affidare anche gruppi di opere in cambio della realizzazione di un museo per ospitarle in Sicilia". Il concessionario-tipo, per il titolare dei Beni culturali nel governo Lombardo, è "un'istituzione culturale di livello internazionale. Un soggetto da scegliere con un'attenta ricerca di mercato. Alla fin fine - specifica Antinoro - sarebbe solo un passo in più rispetto a quello che si fa oggi: già adesso nei nostri siti principali ci sono già privati che offrono servizi".
L'assessore Antinoro ha comunque sottolineato che il primo impegno sarà la tutela dei monumenti: "Mi sembra scontato che nella gara per affidare un sito ci saranno norme contrattuali specifiche per la vigilanza, una serie di condizioni alle quali non siamo disposti a rinunciare".

[Informazioni tratte da AgrigentoNotizie.it e La Sicilia Web]

VALLE DEI TEMPLI AI PRIVATI: SHOCK E POLEMICHE IN SICILIA
di Emanuele Lauria (Repubblica.it,  3 luglio 2008)

"Privatizziamo la Valle dei templi". Per ora è poco più di un'idea, una proposta shock che porta però la firma di chi gestisce la politica dei beni culturali in Sicilia. Quella dell'assessore regionale Antonello Antinoro, che ha già abbozzato una ampia relazione sul tema: finirà presto sul tavolo della giunta Lombardo. Un'iniziativa annunciata ieri e che ha già scatenato un vespaio di polemiche. Raccogliendo, per ora, solo dissensi. "Per rendere il più possibile redditizia la gestione dei beni culturali in Sicilia dobbiamo affidare a un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent'anni. Penso ad esempio alla Valle dei Templi o al teatro greco di Siracusa", afferma Antinoro, uno degli uomini forti dell'Udc di Cuffaro in Sicilia, trentamila voti alle ultime regionali. Al piano l'assessore sta lavorando con Adele Mormino, il suo capo di gabinetto che è anche il sovrintendente dei beni culturali di Palermo. "In cambio della gestione del nostro patrimonio artistico - dice Antinoro - i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell'indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la strada statale Palermo-Agrigento e un eliporto".

Ma non si ferma qui, l'assessore. E, in un'intervista rilasciata a un sito internet allunga la lista dei monumenti da privatizzare: "Potrebbero essere inseriti anche il teatro antico di Taormina, Selinunte o la Cappella Palatina. Ma l'elenco dei siti dovrà essere concordato con l'assessorato regionale al Turismo". Antinoro aggiunge: "Potremmo affidare a privati anche gruppi di opere, in cambio della realizzazione di un museo per ospitarle in Sicilia".

E' una proposta che riapre nel modo meno atteso il dibattito attorno alla Valle dei templi, sito visitato ogni anno da 700 mila turisti, considerato patrimonio dell'umanità dall'Unesco ma indicato da anni, a torto a ragione, come uno dei simboli dell'aggressione del cemento alle bellezze monumentali del Paese. E salito alla ribalta, di recente, per piccoli e grandi disservizi. L'anno scorso, di questi tempi, l'irrigidimento burocratico dei custodi - che negarono l'ingresso a 38 bimbi stranieri perché il biglietto gratuito era previsto solo per i minori appartenenti all'Ue - fece gridare al razzismo il mondo politico, senza distinzione di bandiera.

In Sicilia capita non di rado che i turisti si trovino di fronte ai cancelli dei monumenti chiusi, specialmente di domenica o nei giorni festivi. Ma è la privatizzazione la soluzione alle difficoltà di gestione? Non ci crede Rosalia Camerata Scovazzo, presidente dell'ente che controlla il Parco dei templi. Nasconde a fatica l'imbarazzo per non essere stata neppure avvertita dell'iniziativa del governo regionale. Ma, nel corso di un sopralluogo al tempio di Giunone, lascia intendere il suo pensiero. "Voglio vedere il provvedimento prima di fornire una valutazione chiara - afferma la Camerata Scovazzo - Ma una cosa è certa: la tutela dei beni culturali non può essere oggetto di delega, da parte di un'amministrazione pubblica".
E ovviamente l'iniziativa ha già scatenato una battaglia politica. Con il Pd siciliano pronto a dirsi "inorridito": "E' un paradosso che nella regione che ha il più altro numero di dipendenti, oltre ventimila, si pensi di affidare i beni pubblici a soggetti privati", dice Filippo Panarello, vicepresidente della commissione Beni culturali dell'Assemblea regionale. Panarello invita a "combattere sprechi e clientelismi, per mettere in piedi un credibile piano di fruizione dei beni culturali che deve prevedere orari di apertura più ampi, anche nei giorni festivi". D'accordo il collega di partito Mario Bonomo: "Quest'idea di provare a fare cassa in tutti i modi, di trasformare in business anche la nostra stessa memoria fa semplicemente inorridire".

 

 

 

 

 

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03 luglio 2008
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