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La vera (e triste) storia del Tonno rosso. Il crollo della specie nel Mediterraneo e nell'Atlantico

05 luglio 2006

Riceviamo dalla Wwf e volentieri pubblichiamo...

La vera storia del Tonno rosso: il crollo della specie nel Mediterraneo e nell'Atlantico
Le popolazioni di Tonno rosso dell'Atlantico orientale e del Mediterraneo, decimate dalla pesca illegale, sono ormai sull'orlo del collasso. Il Wwf chiede l'immediata chiusura della pesca di questa specie sfruttata e ormai a rischio di estinzione commerciale.

Il Tonno rosso - quello del Mediterraneo in particolar modo - è certamente tra le specie di tonno più apprezzate al mondo per la qualità delle sue carni e i giusti livelli di grasso, perfetto per il sushi e per il sashimi. Il Giappone, non a caso, ne è il più grande consumatore (nel 2004 per un esemplare di 200 chili venduto all'asta si è arrivati a sborsare 140.000 euro) ma anche Stati Uniti e Unione europea ne importano gran quantità: nella sola Europa sono state acquistate 18.000 tonnellate nel 2004 e 16.000 nel 2005.
Il Wwf ha studiato questa domanda nel dossier ''La vera storia del Tonno rosso: il crollo della specie nel Mediterraneo e nell'Atlantico'' lanciato ieri a livello mondiale, rilevando come siano ormai rotti i tutti i parametri sanciti dalla Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico (ICCAT): la quota annuale di pescato, fissata a 32.000 tonnellate, è stata superata del 40% arrivando a 44.948 tonnellate nel 2004 e a 45.547 nel 2005. Le catture non denunciate fanno salire questi quantitativi a oltre 50.000 tonnellate.

Una pesca condotta ormai al di fuori di ogni legalità e controllo, con l'ausilio dell'avvistamento aereo, per esempio, che è del tutto vietato. Alcuni pescatori delle Asturie (Spagna) testimoniano che in prossimità delle isole Baleari la pesca del tonno rosso quest'anno è stata in perdita e che in Atlantico, all'altezza del Golfo di Biscaglia, si pescano ormai esemplari sotto taglia. Nelle stesse acque libiche, dove opera soprattutto la flotta francese in barba alla ripartizione delle quote ICCAT, è stata registrata una diminuzione molto significativa delle catture.
''Un quadro sconfortante - dichiara Michele Candotti, Segretario generale del Wwf Italia -. Il declino e il rischio di sparizione del tonno dai nostri mari è un disastro ecologico, ma anche economico e culturale. Vorrei ricordare che la pesca al tonno risale a 3000 anni fa, furono i Fenici a inventarla e da allora - fino a circa un decennio fa - si è sviluppata con metodi sostenibili. Oggi la pesca intensiva e industriale, del tutto 'non-sostenibile', rischia di cancellare una specie simbolo che ha sostenuto per secoli un'economia fondamentale per molti paesi del Mediterraneo''.

Nel dossier il Wwf analizza anche il boom delle cosiddette ''fattorie galleggianti'' (nel 2004-2005 erano 49, nel 2006 sono salite a 62 nel Mediterraneo) che ha significato per la specie un colpo di grazia: i tonni vengono catturati quando ancora non hanno raggiunto l'età riproduttiva, costretti a vivere ''all'ingrasso'' in stretti recinti in mare aperto e poi, raggiunta la taglia commerciale, pescati e messi in commercio.
Gli allevamenti dovrebbero favorire una minore pressione sugli stock di tonno, ma questo non avviene: come mostra la mappa realizzata dal Wwf (v. allegato), il boom delle fattorie ha provocato una pesca sempre più massiccia di tonni vivi in natura, impoverendone di colpo la popolazione. E a questo proposito dovrebbe essere fatta azione di informazione verso gli allevatori relativamente al rischio d'impresa: conviene avviare, ampliare o non riconvertire un allevamento le cui gabbie potrebbero in futuro rimanere vuote?

I principali responsabili dello sfruttamento sconsiderato di Tonno rosso sono senza dubbio Unione europea (Francia soprattutto), Libia e Turchia: più di altri paesi eccedono le quote fissate dalla Commissione e deliberatamente evitano di denunciare le catture più ingenti (eludendo il fisco e rendendo vani tutti i tentativi di gestione sostenibile).
''La Commissione europea non deve rimanere inerte di fronte al collasso di un metodo di pesca  millenario e della sparizione di una specie simbolo del Mediterraneo e dellìAtlantico - ha aggiunto Candotti - l'Unione può fare molto ed è necessario che da lì venga invocata e adottata un'immediata moratoria sulla pesca al tonno. Da subito bisogna adottare provvedimenti restrittivi per ridurre la mortalità del Tonno rosso'' .

Il prossimo appuntamento, decisivo per le sorti di questa specie, è fissato a novembre 2006, quando la Commissione per la conservazione del tonno si riunirà a Dubrovnik, in Croazia. Qui il Wwf rivolgerà l'ultimo appello a Ue, USA, Giappone per salvare il Tonno rosso.

INFO
Wwf Italia  - Via Po, 25/c - 00198 Roma
Tel: 06844971/ Fax: 06-84497.380
e-mail:
soci@wwf.it
www.wwf.it
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Tuna Photos - Credits & Captions

Photo 1 - credits: © M. San Felix
Tonno rosso nelle ''fabbriche del Tonno''

Photo 2 - credits: © Domestication of Thunnus Thynnus Symposium (DOTT) 2002, Cartegena, Spain
Il tonno è fiocinato nelle “Fabbriche del tonno” prima della commercializzazione

Photo 3 - credits: © WWF-Canon / Michel GUNTHER
Pezzi di tonno selezionati ed esposti per la vendita per la preparazione di  Sushi and Sashimi, Tokyo, Japan

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05 luglio 2006
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