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La vergogna e la dignità

Dopo il monito dell'assessore Massimo Russo il direttore generale dell'Azienda ospedaliera 'Civico' di Palermo si è dimesso

03 febbraio 2011

Dario Allegra, direttore generale dell'Azienda ospedaliera Civico di Palermo, si è dimesso. "L'assessore regionale della Salute, Massimo Russo precisa che dovrei dimettermi per 'un sussulto di dignità'. Gli rispondo che certamente mi dimetto, e lo faccio immediatamente, ma non per un sussulto di dignità. La mia dignità alta ed intangibile è provata dalla mia trentennale storia professionale nei settori più diversi del pubblico come del privato”. "Mi dimetto – ha aggiunto Allegra – perché credo che un episodio importante come quello della paziente seduta su una sedia al pronto soccorso, ma certamente particolare, rispetto ai tanti vulnus di un grande ospedale come il Civico, cui ho cercato in questi 17 mesi di riparare con la voglia e la determinazione di fare bene, non possa divenire il casus belli che comporti la richiesta di dimissioni. Lascio perché credo che davvero sia quasi impossibile, per le persone che con onestà e dedizione vogliano far bene nel pianeta sanità, riuscire a lavorare con serenità. Mi dimetto, perché se il regista del sistema ritira, in modo cosi evidente, la propria delega fiduciaria, non si può continuare a operare con entusiasmo nell'interesse vero dei cittadini e in particolare dei cittadini che soffrono. Mi dimetto, infine, perché non ho né privilegi, né poltrone, né interessi da difendere. Ho, al contrario, da difendere la coerenza della mia vita professionale e la passione con cui coltivo il mio lavoro. Auguro all'amministrazione regionale di centrare gli obiettivi della riforma sanitaria. Ringrazio tutto il personale del Civico".

Bene, facciamo un passo indietro e vediamo cosa ha scatenato l'autodifesa dell'ormai, pensiamo si possa dire così adesso, ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera Civico di Palermo...

Ieri mattina, la trasmissione televisiva "Mattino Cinque" ha mandato in onda un servizio su casi di malasanità al pronto soccorso dell'ospedale Civico di Palermo. Pezzo forte del servizio la testimonianza della signora Angela Viscuso, che intervistata dal giornalista ha raccontato di "essere stata costretta ad aspettare per giorni su una sedia del pronto soccorso senza un'adeguata assistenza medica". La signora residente a Bagheria si è rivolta all'area emergenza dell'ospedale palermitano lo scorso 15 gennaio dopo essersi sentita male ed essere svenuta. "Sono andata al pronto soccorso del Civico perché a Bagheria - ha raccontato - non c'é il reparto di neurologia. Ma sembrava di essere in un accampamento da guerra. Sono stata per giorni su una sedia fino a quando finalmente ho 'conquistato' una barella". "Per non parlare dei bagni sporchi - ha aggiunto - in comune, maschi e femmine e dei lettini sporchi. A me è capitato quello dove una ragazza prima aveva vomitato".
Dopo il racconto della signora, l'assessore regionale alla Salute Massimo Russo ha telefonato in trasmissione per scusarsi con la signora bagherese e per chiedere, in diretta, le dimissioni del manager dell'azienda sanitaria Dario Allegra. "Mi sono vergognato ascoltando il racconto della signora - ha detto in diretta l'assessore Russo -. Le chiedo scusa in qualità di assessore della sanità siciliana ed esprimo tutta la mia mortificazione all'Italia intera. Quello che è accaduto non è ammissibile e non ci sono giustificazioni di sorta: chiedo pubblicamente le dimissioni del dottor Allegra, manager del Civico". "Per il principio di responsabilità - ha aggiunto Russo - abbia un sussulto di dignità e si dimetta. Storie come questa e come le tante altre che sono emerse negli ultimi tempi dimostrano l'incapacità a risolvere i problemi. In questi casi bisogna avere il buon senso di mettersi da parte". Per Russo "l'assessorato ha solamente poteri di indirizzo e programmazione ma si era già occupato del caso nei mesi scorsi: erano già state inviate due ispezioni dalle quali erano emerse preoccupanti carenze, subito contestate alla direzione". "Di fronte all'immobilismo dirigenziale nei giorni scorsi - ha precisato ancora l'assessore - ho avviato le procedure per il commissariamento inviando una formale diffida al manager. Ora gli chiedo di dimettersi perché un ospedale non può essere gestito come un posto di sottogoverno".

Infatti, l'origine dello "scontro" tra Allegra e Russo risale a qualche settimana fa quando, appunto, l'assessore alla Sanità siciliana ha inviato una formale diffida al direttore generale del "Civico", contestando una serie di reiterate omissioni che hanno pregiudicato la riorganizzazione e la riqualificazione del pronto soccorso dell'ospedale.
Nella diffida si faceva riferimento alla mancata adozione di adempimenti "urgenti e improcrastinabili volti a ripristinare le condizioni di sicurezza per i pazienti" che erano stati sollecitati dall'assessorato in seguito ad alcuni accessi ispettivi. La prima ispezione, a seguito di specifiche segnalazioni di utenti, era stata effettuata il 25 agosto del 2010 ed aveva fatto emergere alcune carenze nella gestione del pronto soccorso, puntualmente indicate in una nota di contestazione inviata il 19 ottobre. La successiva ispezione, effettuata l'11 gennaio, ha confermato la persistenza delle criticità già rilevate nel corso della precedente visita ispettiva.
Da qui la decisione della diffida che contiene, nel dettaglio, quattordici punti su cui si richiedono misure correttive da adottare entro 30 o 60 giorni (a seconda della complessità dei vari adempimenti).
"Ci siamo limitati – aveva spiegato l'assessore Russo - ad applicare quanto scritto nella legge di riforma del sistema sanitario che prevede precisi riferimenti alla responsabilità dei manager e alle relative sanzioni. Un'azienda ospedaliera importante come il Civico di Palermo non può fare registrare carenze così gravi, specie nell'organizzazione del pronto soccorso, che per gli utenti rappresenta la porta d'accesso ai servizi ospedalieri. Bisogna invertire il trend e dare ai cittadini risposte inequivocabili in termini di qualità dell'assistenza e dell'efficienza organizzativa: i malati vanno presi in cura e non abbandonati al loro destino per incuria o inefficienza". "So bene – aveva aggiunto l'assessore – che l'ospedale Civico di Palermo deve fare fronte a una enorme mole di lavoro e so anche che non è ancora a regime la medicina territoriale che potrà alleggerire il compito degli ospedali ma chi giustifica certi disservizi con i presunti tagli operati da questo assessorato non sa quello che dice, o non è a conoscenza dei fatti o, più verosimilmente, è in malafede e utilizza temi così delicati come quelli della salute per fini politici. Da molti mesi monitoriamo attentamente il funzionamento del Civico e non abbiamo avuto adeguato riscontro alle nostre contestazioni. Oltretutto certi disservizi, oltre a mettere a repentaglio le condizioni di sicurezza degli utenti, contribuiscono gravemente a compromettere il rapporto fiduciario con le istituzioni sanitarie e creano un allarme sociale, peraltro amplificato dai mezzi di comunicazione". "Ai direttori generali – aveva detto ancora Russo – ho chiesto, fin dal loro insediamento, una particolare attenzione al funzionamento dei pronto soccorso dell'isola, su cui già da mesi gli uffici dell'assessorato stanno eseguendo puntuali verifiche, e non è un caso che la loro riorganizzazione e riqualificazione è specificamente prevista negli obiettivi inseriti nel contratto di lavoro dei manager".

Nella diffida, datata 21 gennaio 2010, viene fatto rilevare come non sia stato adempiuto il piano di riorganizzazione e riqualificazione del pronto soccorso presentato dal Civico nel dicembre del 2009 e valutato positivamente dall'assessorato e si sottolineano le inefficienze complessive che condizionano il funzionamento del pronto soccorso: il riferimento è ai dati che evidenziano tempi medi di degenza molto elevati e la mancata attivazione dei posti letto di lungo degenza. Tra gli adempimenti richiesti alla direzione del Civico c'è la riqualificazione – anche igienica – dei locali; un corretto uso del triage, considerato che si sono registrati bassissimi dati di attività nell'ambulatorio dei codici bianchi; la ridefinizione dei percorsi interni; la predisposizione di un locale idoneo per lo stoccaggio di farmaci e dei presidi del reparto; la riorganizzazione di processi di approvvigionamento, gestione e controllo dei dispositivi medici e dei farmaci impiegati al pronto soccorso con l'introduzione di un sistema informatizzato integrato con la farmacia ospedaliera; l'implementazione della dotazione di attrezzature elettromedicali presenti negli ambulatori; la predisposizione di un piano di incremento, fino a un massimo di 16, dei posti letto "tecnici" di osservazione breve intensiva (Obi); l'istituzione della figura di "operation manager" con il compito di facilitare l'eventuale reperimento di posti nelle unità operative. Viene anche chiesta la p redisposizione di un'analisi dei bisogni formativi del personale sanitario del pronto soccorso e un piano di vigilanza per il controllo delle vie d'accesso.
Dopo la diffida Dario Allegra aveva risposto all'assessore Russo dicendo d'aver preso "atto dell'evidente rottura del rapporto fiduciario che dovrebbe legare la direzione generale all'amministrazione regionale, riservandosi le consequenziali e più opportune decisioni dopo una puntuale lettura dei contenuti della diffida". Allegra aveva anche sottolineato con amarezza, "come un palese attacco ad una riforma innovativa e sfidante della sanità e l'utilizzo – come ha dichiarato l'assessore Russo – di temi così delicati come quelli della salute per fini politici, si stiano trasformando in una contestazione aperta ai servizi prestati con abnegazione e innegabile professionalità da tutto il personale del più grande ospedale dell'Isola".

Del caso della signora "ricoverata" per più giorni su una sedia si era occupata la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari. Leoluca Orlando, presidente della commissione, aveva infatti chiesto una relazione sia all'assessore Russo che al direttore generale Dario Allegra. "A fronte di notizie che riferiscono di pazienti costretti a dormire su sedie a causa della mancanza di posti letto e barelle disponibili – aveva commentato allora Orlando – la commissione d'inchiesta che presiedo, anche con riferimento all'indagine interna disposta dall'assessore e alla relazione annunciata dalla direzione strategica del nosocomio, intende acquisire ogni dato utile a conoscere la situazione denunciata. E questo sia in merito alle criticita' organizzative riscontrate, che a fronte di eventuali responsabilità individuali".
Il giorno prima dell'intervento di Orlando il vergognoso caso era stato affrontato direttamente da Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale. "Si tratta di una vicenda incredibile che va verificata al più presto, per questo ho chiesto di avviare una istruttoria ai carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione". "L'ospedale Civico di Palermo – aveva spiegato Marino – è la struttura sanitaria più grande d'Italia a sud di Napoli, per questo è davvero assurdo che una donna sia stata stata ricoverata per ben 72 ore su una sedia. Di più, si tratta di una azienda sanitaria di rilievo nazionale e dovrebbe, perciò, rappresentare un polo di eccellenza". "Quanto accaduto, e riportato dai giornali – aveva concluso il senatore del Pd – è di una gravità estrema e chiama in causa l'amministrazione sanitaria della struttura".

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, SiciliaInformazioni.com]

 

 

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03 febbraio 2011
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