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La vergogna serba

La Serbia porge le scuse all'Italia per i gravi disordini succesi ieri sera a Genova e che non hanno fatto giocare la partita Italia-Serbia

13 ottobre 2010

Diciassette tifosi serbi arrestati, tra cui l'uomo considerato il responsabile principale dei disordini, 35 segnalati a piede libero, 138 identificati, 14 feriti, numerosi petardi e candelotti fumogeni sequestrati. E' questo il bilancio della notte di scontri tra ultras serbi e forze dell'ordine a Genova in occasione della partita di calcio Italia-Serbia, sospesa dall'arbitro dopo sei minuti di gioco a causa delle intemperanze di un gruppo di tifosi ospiti.
Prima dei disordini allo stadio, il gruppo di ultras era stato caricato dalla polizia in via XX Settembre e in piazza Brignole e aveva tentato l'assalto al pullman della propria squadra.

Il capo ultras serbo del Partizan che ieri sera ha guidato la guerriglia allo stadio di Marassi è stato identificato e arrestato nella notte. Si chiama Ivan Bogdanov e ha 30 anni. L'uomo è stato scovato dalla polizia nel vano motore di uno degli autobus dei tifosi serbi.

Intanto la Serbia porge le sue scuse al popolo italiano per i gravi disordini che hanno portato allo stop della partita con l'Italia a Genova. A dirlo è l'ambasciatore di Serbia a Roma, la signora Sanda Raskovic-Ivic, interpellata dall'Adnkronos. "Quanto accaduto a Genova - ha dichiarato - è una disgrazia, un vero incubo. Io e tutti noi serbi ci vergognamo molto. Colgo l'occasione per inviare al popolo italiano le scuse dell'ambasciata, del governo e del popolo di Serbia per quanto accaduto". L'ambasciatore ha tuttavia sottolineato che "questi ultrà delinquenti non rappresentano in alcun modo il popolo serbo".
Alla domanda di come sia stato possibile che questi facinorosi siano arrivati fino a Genova, Raskovic-Ivic è rimasta cauta. "Certo, è un lungo viaggio da Belgrado, non so proprio come sia stato possibile. Ma questa è una questione che riguarda le polizie dei due Paesi".
E la stampa serba è unanime su quanto accaduto a Genova: "Nuova Vergogna: i tifosi serbi fermano la partita Italia-Serbia". Con questo titolo il quotidiano serbo 'Blic' apre il suo sito web. "Il degrado del calcio serbo continua ad una velocità vertiginosa", aggiunge il quotidiano che poi fa l'analisi della nottata. "Alcuni tifosi hanno prima bruciato una bandiera albanese e poi distrutto seggiolini e vetrate del settore dove erano stati sistemati allo stadio Ferraris di Genova". Sulle conseguenze di questi gesti il giornale non si sbilancia ma il 3-0 a tavolino appare scontato. "E' ancora presto per parlare di conseguenze, anche se e' chiaro che saranno molto gravi".
La stampa riserva molta attenzione anche alle "lacrime del capitano Dejan Stankovic". "La follia serba oscura le qualificazioni ad Euro 2012" sottolinea 'einnews.com', mentre il quotidiano Vesti-Online scrive: "I giocatori della nazionale serba sono rimasti delusi e amareggiati dal comportamento dei loro tifosi" e "neppure il capitano Dejan Stankovic è riuscito a placare gli animi".
Alcuni media "non credono" comunque che i fatti di Genova siano la "continuazione dei gravi incidenti avvenuti a Belgrado, domenica 10 ottobre, quando la polizia ha impedito la lapidazione dei partecipanti al Gay Pride", aggiunge il sito online 'Vreme' che parla di "hooligans travestiti da sostenitori della Serbia hanno impedito l'inizio della partita Italia-Serbia". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]

 

 

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13 ottobre 2010
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