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La vergogna

Arrestato per aver chiesto come tangente 1000 euro e due forme di formaggio, non ha retto alla vergogna e...

21 marzo 2008

Non ha retto alla vergogna, e così ieri Giuseppe Romano, 48 anni, ispettore della forestale e consigliere comunale Pd a Catenanuova (Enna), arrestato martedì per concussione, ha deciso di impiccarsi dentro la cella del carcere Cavadonna di Siracusa dove aveva trascorso la notte.
A scoprire il corpo privo di vita dell'uomo è stato poco dopo le 6 di ieri mattina l'agente di polizia penitenziaria appena entrato in servizio. Il suo collega che aveva appena finito il turno aveva salutato l'ispettore della Forestale che per togliersi la vita ha dunque sfruttato proprio il cambio del turno dei sorveglianti.
Nella stessa mattina di ieri Giuseppe Romano sarebbe dovuto comparire davanti al gip di Siracusa per l'interrogatorio di garanzia, ma evidentemente la vergogna è stata troppa, quindi con i lacci delle scarpe si è fatto un nodo attorno al collo e se ne andato, non riuscendo a perdonarsi quell'atto infamante: aver preteso come tangente, insieme ad un suo collega (Alfio Crimi, anche lui in carcere), mille euro e due forme di formaggio da un allevatore di Rosolini per "chiudere un occhio" su presunte irregolarità.

Secondo indiscerzioni l'uomo avrebbe lasciato una lettera ai familiari chiedendo "scusa" per il gesto. Scusa alla moglie e alle sue tre figlie, la maggiore che studia all'Università la più piccola di 10 anni.
Romano, dicono i suoi concittadini, era impegnato nel sociale e 5 anni fa venne eletto consigliere comunale nelle fila della Margherita a Catenanuova. L'ispettore superiore della Forestale lavorava a Catania e tutti i giorni partiva da Catenanuova ed era conosciuto come "una persona al di sopra di ogni sospetto".

L'arresto di qualche giorno fa e il suicidio di ieri hanno sconvolto amici e conoscenti nel piccolo centro ennese.
Martedì scorso, Romano era stato arrestato col collega mentre si trovava nell'auto di servizio sull'autostrada Catania-Siracusa. Entrambi erano stati denunciati dal proprietario dell'azienda zootecnica cui avevano chiesto la ''miserabile'' tangente.
I carabinieri di Noto (Sr) hanno organizzato l'operazione, hanno filmato l'incontro tra i due e la vittima e dopo il pagamento della mazzetta sono andati a colpo sicuro: sotto ad un tappetino, nella vettura, hanno trovato mille euro, consegnati poco prima l'imprenditore, e anche due forme di caciocavallo. Alfio Crimi ha negato le accuse e ha detto di essere vittima di una macchinazione. Giuseppe Romano, invece, non ha retto alla vergogna. 
La procura ha aperto un'inchiesta sulla morte e il sostituto procuratore Antonio Nicastro, il magistrato che ha coordinato l'operazione dei carabinieri culminata con l'arresto dei due forestali, ha disposto che oggi venga effettuata l'autopsia.

Se una persona si suicida dopo aver incassato come 'tangente' due forme di caciocavallo e 1000 euro da spartirsi con un'altra persona vuol dire che, pur nella gravità del gesto, "nella società siciliana ci sono ancora persone che hanno timore di perdere la faccia, è questo è un buon segnale". Così ha detto all'agenzia di stampa Apcom, il professor Antonio La Spina, ordinario di sociologia all'Università di Palermo, commentando il suicidio dell'ispettore della Forestale Giuseppe Romano.
"C'è gente che prende tanti più soldi e non ha rimorsi” ha sottolinea ancora il prof. La Spina. "Anche se è una persona che non appartiene ad un elevato ceto sociale - ha spiegato - c'è in questo caso un senso di identità: ha ritenuto di non avere la forza di presentarsi all'esterno dopo aver compiuto un fatto del genere. E' rimasto schiacciato dalla vergogna".
Secondo il sociologo questo "è un caso in controtendenza rispetto a quanto si vede. Normalmente si tende a minimizzare. Prima di Tangentopoli - ricorda - si dice 'tanto lo fanno tutti'. In questo caso però c'è stata una perdita di identità: 'non sono in grado di presentarmi ai mie familiari'".

Questo suicidio in carcere per La Spina "è segno del fatto che un tessuto di valori morali può anche esserci in una società come quella italiana e in particolar modo meridionale nella quale questi valori sono speso derisi. Il giapponese la cui azienda a fallisce talvolta si suicida; negli Usa, nella cultura protestante chi è scoperto con le mani nel sacco, subisce un grosso stigma sociale. Addirittura, sempre negli Usa è terribile copiare un compito o avere l'amante". Secondo il professore quindi "in altre culture questo tipo di reazioni autocensorie rispetto a una colpa grave, ma non gravissima come questa, è normale, in quella italiana no".
"Nessuna indulgenza nei confronti della concussione, che è grave indipendentemente dall 'importo - ha infine sottolinea La Spina - ma è chiaro che vista la richiesta di una cifra piccola e le caciotte l'allarme sociale è minore rispetto a quello provocato da uno che prende tangente da milioni di euro. Che succedano casi del genere quasi quasi lascia ben sperare sulla società siciliana: vuol dire che ci sono ancora persone che hanno timore di perderci la faccia è questo, è un buon segnale".

[Informazioni tratte da ANSA, La Sicilia.it, APCOM]

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21 marzo 2008
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