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La vita di Tony Scott, il più grande clarinettista del jazz. In anteprima a Catania la proiezione del docu-film di Franco Maresco

07 febbraio 2011

"Io sono Tony Scott, ovvero come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz" del regista palermitano Franco Maresco sarà proiettato oggi (lunedì 7 febbraio), in anteprima, alle ore 21:00, al Cinema King di Catania. Si tratta di un docu-film dedicato al clarinettista italo-americano Tony Scott, scomparso nel 2007. Il film, presentato lo scorso anno fuori concorso al Festival di Locarno, racconta la vita del clarinettista siculo-americano Antonio Giuseppe Sciacca, nato in America da genitori di Salemi, divenuto alla fine degli anni Quaranta Tony Scott.
Quella del clarinettista italo-americano è una storia molto speciale e poco conosciuta, caratterizzata da un successo in ascesa fino a quando l'artista si trova negli Usa. Il suo genio artistico e il suo naturale talento vengono infatti alla luce a New York, nei mitici locali della 52esima strada, durante le jam-session con Charlie Mingus e Dizzy Gillespie. Nel 1943, poi, avviene il "fatale" e determinante incontro con Charlie Parker, che cambia la vita al "più bianco dei neri", l'unico musicista non di colore ad essere ammesso alla corte di 'Bird'. "Di Charlie Parker - riconosce il jazzista Don Byron nel documentario - Tony ha ereditato lo spirito".
Al film - prodotto da Cinico Cinema, Rai Cinema e dalla Film Commission Sicilia, realizzato sull'arco di tre anni e basato su immagini provenienti dagli archivi cinematografici di tutto il mondo - hanno preso parte oltre cento testimoni, tra parenti, amici, musicisti e critici. "Dei tanti sbagli che Tony Scott ha compiuto nella sua vita - racconta Franco Maresco nel documentario - il più grave è stato senza dubbio quello di stabilirsi in Italia alla fine degli anni Sessanta". "Ripercorrere la vicenda musicale e personale di Tony - dice Maresco - significa raccontare sessant'anni di jazz, di incontri umani e artistici incredibili. Ma anche, nello stesso tempo, la storia americana della seconda metà del secolo scorso, con le sue battaglie per i diritti civili e umani, di cui Tony Scott fu uno dei principali e appassionati sostenitori".
"L'Italia non l'ha capito affatto" è il commento unanime di musicisti e musicologi contemporanei che lo hanno conosciuto e che non hanno mancato di sottolineare la complessità del personaggio, non sempre di facile lettura nei suoi eccessi, nelle sue stranezze egocentriche e nei suoi lampi di lucida follia. Il documentario trascina anche nella storia dell'emigrazione, con le sue tragedie umane e sociali, con i suoi piccoli miracoli. [Informazioni tratte da Italpress e Corriere del Mezzogiorno.it]

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07 febbraio 2011
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