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La vita e i segreti di un boss. Dentro e fuori il covo, dentro e fuori la vita di Bernardo Provenzano

27 aprile 2006

Svuotato interamente il casolare che fu l'ultimo covo del boss dei boss Bernardo Provenzano, gli investigatori dovranno adesso passera al setaccio ogni metro quadrato del terreno che ciorconda la masseria di contrada Montagna dei Cavalli, a Corleone.
Anche oggi, però, a causa del maltempo non è stato possibile iniziare i ''sondaggi di escavazione'' attorno al casolare. Le ruspe non sono state ancora trasportate nel luogo, dove si scaverà alla ricerca di nascondigli che potrebbero occultare elementi utili alle indagini. cominceranno quando le condizioni meteorologiche si saranno stabilizzate.

Intanto, mentre si aspetta che le condizioni meteorologiche si stabilizzino, gli "Esperti ricerca tracce" della polizia scientifica hanno avviato l'esame dei circa 300 reperti inventariati dall'11 aprile, giorno della cattura del capomafia, a ieri mattina, quando le operazioni sono terminate con il completo svuotamento del covo e l'apposizione dei sigilli al cascinale, sequestrato dalla Dda di Palermo.
I reperti sono stati catalogati uno ad uno e inviati al laboratorio tecnico del Gabinetto regionale della polizia scientifica di via San Lorenzo a Palermo. Non sono state rinvenute ulteriori armi dopo le pistole scoperte nelle scorse settimane.
Ieri mattina, inoltre, è stato individuato un rilevatore di energia, costruito artigianalmente, sottoposto ora ad accertamenti per capire se sia stato modificato in modo da poter rilevare la presenza di microspie e rilevatori telefonici.

E oltre a ricostruire la vita di Provenzano negli ultimi tempi vicinissimo alla sua Corleone, attraverso gli oggetti-indizi del casolare, dagli ambienti investigativi arriva anche qualche indiscrezione che racconta la vita privata dell'ex super latitante. Sarebbe trapelato infatto, che Provenzano si sarebbe sposato con Saveria Palazzolo, la madre dei suoi due figli, Angelo e Francesco Paolo, durante la latitanza negli anni '80, davanti a un sacerdote.
Le nozze, tuttavia, non sarebbero state trascritte civilmente per evidenti motivi.
Una scelta analoga a quella maturata da Totò Riina, che mentre era latitante sposò Antonietta Bagarella. La ''prova'' di quelle nozze, celebrate da Padre Agostino Coppola, fu scoperta in un covo dal capitano dei carabinieri Giuseppe Russo, che trovò le partecipazioni scritte a mano dalla stessa Bagarella.

Un parroco palermitano, don Giacomo Ribaudo, aveva sostenuto tempo fa che Provenzano era in contatto con un sacerdote. Di questo presunto confessore don Ribaudo avrebbe ricevuto notizia nel 1994, “quando - ha spiegato - fui chiamato da Aglieri e da altri boss che avevano iniziato una riflessione dopo l'appello del Papa al pentimento lanciato durante la visita ad Agrigento. Mi dissero che alcuni uomini d'onore erano pronti a consegnarsi, chiedevano allo Stato di potere iniziare una vita nuova, a condizione di non essere obbligati ad accusare i propri compagni”.
“Due persone in particolare - ha detto ancora don Ribaudo - mi dissero che del gruppo faceva parte Provenzano. Chiesi di incontrarlo, risposero che mi avrebbero fatto avere una risposta. Che arrivò dopo una settimana: 'Se si tratta di un incontro di carattere spirituale - specificarono - Provenzano ha già il suo confessore'”.

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27 aprile 2006
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