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La vita misteriosa del lupo grigio

Militante di estrema destra, detenuto per omicidio, evade e poi compie l'attentato al Papa. La pista bulgara. I servizi segreti. Agca, tra carcere e ''rivelazioni''

10 gennaio 2006

Ali Agca, nato il 9 gennaio 1958 a Yesiltepe, in Turchia, nella provincia di Malatya, ai confini del Kurdistan, sale all'onore della cronaca per l'attentato al Papa Giovanni Paolo II, compiuto il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro.
Militante dell'organizzazione terroristica di estrema destra dei ''lupi grigi'', il primo febbraio 1979, Agca aveva ucciso Abdi Ipekci, direttore del quotidiano liberale 'Milliyet'. Per questo omicidio Agca verrà condannato a morte, pena ridotta poi a dieci anni. Il 25 novembre 1979 però riesce ad evadere dal carcere di massima sicurezza di Kartel Maltepe, aiutato dai suoi compagni dei 'lupi grigi'.
Dopo l'evasione Agca minaccia di uccidere il Papa. E' probabile che la minaccia sia stata preconfezionata per eliminare i sospetti di un complotto nella successiva azione terroristica. La motivazione della sentenza di condanna all'ergastolo rileva però che l'attentato ''non fu opera di un maniaco, ma venne preparato da un'organizzazione eversiva rimasta nell'ombra''. La difesa sostiene invece che Agca aveva agito in piena solitudine, in preda a una schizofrenia paranoica che gli faceva desiderare di diventare un eroe del mondo musulmano.

Nel 1982, Agca cambia versione, comincia a collaborare e parla di una ''pista bulgara'' che collegherebbe l'attentato al Papa ai servizi segreti bulgari, che comprendeva anche mafia turca e 'lupi grigi'. Viene individuato anche un presunto complice di Agca, Oral Celik, che sarebbe intervenuto se Agca avesse fallito. La sentenza del 1986 non riesce però a dimostrare l'esistenza del complotto, o almeno la colpevolezza dei bulgari e dei turchi.
Agca non parla però solo di pista bulgara. In un secondo momento parla di ufficiali dei servizi segreti Usa che gli chiesero di chiamare in causa paesi dell'Est europeo quali mandanti, coinvolge Francesco Pazienza il quale in seguito attribuisce invece la nascita della pista bulgara al brigatista rosso Giovanni Senzani, che è stato compagno di carcere di Agca, cerca di cavalcare il collegamento della sua vicenda alla scomparsa di Emanuela Orlandi, lega l'attentato ai misteri del terzo segreto di Fatima, torna di nuovo sulla pista bulgara, alternando dichiarazioni e richieste di perdono ad atteggiamenti profetici in cui sostiene di essere un nuovo Messia, la 'reincarnazione di Gesù Cristo'. In carcere scrive un libro autobiografico dal titolo ''La mia verità''.

Negli ultimi anni Agca cambia ancora atteggiamento. Sembra aver perso ogni protagonismo e comincia insistentemente a chiedere la grazia o il permesso di finire di scontare la detenzione nel suo Paese. Dopo le rivelazioni del Papa sul 'terzo segreto' di Fatima, Agca dice: ''Sono stato strumento inconsapevole di un disegno misterioso''.
Nel giugno 2000 il Presidente della Repubblica Ciampi concede la grazia a Alì Agca, che viene trasferito in Turchia e rinchiuso in un carcere di massima sicurezza per scontare la pena per l'assassinio del giornalista Abdu Ipekci.

Fonte: la Repubblica

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10 gennaio 2006
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