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Lampedusa... ultima spiaggia d'Italia

Secondo il sindaco della maggiore delle Pelagie la ''strategia'' del ministro Maroni è un fallimento

12 gennaio 2009

Lampedusa sarà l'ultimo approdo italiano dei viaggi della speranza. I migranti che giungeranno sull'isola resteranno lì, in attesa del rimpatrio, e non verranno trasferiti in altri centri del Paese. Anche se la capienza massima della struttura d'accoglienza dovesse essere superata.
Questa è la strategia che il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ribadito ieri, tra gli applausi, dal palco del congresso provinciale della Lega Nord di Varese. Maroni ha raccolto nuovi applausi quando ha poi ripetuto che: "Il 2009 sarà l'anno della fine degli sbarchi di clandestini a Lampedusa".

Ma la strategia di Maroni non piace affatto al sindaco della maggiore delle Pelagie, Bernardino De Rubeis, che ritenendo fallimentare il percorso del Viminale ha sollecitato l'intervento del Papa sull'emergenza immigrazione. "A Lampedusa ci sarà presto un serio problema di ordine pubblico. Quando gli immigrati destinati ad essere rimpatriati capiranno cosa li attende e si sentiranno braccati, potrà accadere di tutto. La situazione nel centro di accoglienza, soprattutto nei casi in cui la struttura è affollata, sarà difficilmente gestibile".
E' sostanzialmente questa la preoccupazione principale del sindaco, che ha definito "fallimentare" la politica sull'immigrazione del ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
"La strategia dei rimpatri da Lampedusa - ha detto De Rubeis - è assolutamente impraticabile, tanto che i primi 44 egiziani trasferiti sono partiti in realtà da Catania, non dall'isola. E poi - ha proseguito il sindaco - non si tiene conto dei tanti cittadini che fuggono da paesi in guerra e possono accedere allo status di rifugiati. Con quali criteri si parla di espulsioni?". "Ci aspettavamo da Maroni - ha concluso - maggiore serietà: non si è tenuto invece conto di problemi seri come la difficoltà di procedere alle identificazioni, condizione essenziale per i rimpatri, e finora non è stata fatta una politica di rilancio dell'isola, che è a vocazione turistica e dev'essere sostenuta dal Governo".
A De Rubeis ha replicato il prefetto Mario Morcone, responsabile del Dipartimento immigrazione del Viminale, che ha detto: "I sindaci dovrebbero fare i sindaci, preoccupandosi degli interessi che i cittadini hanno affidato loro".

Intanto nel Cpa di Lampedusa ci sono 1477 migranti. Novantanove minorenni sono stati trasferiti dal centro con un ponte aereo. De Rubeis aveva indicato Iesolo come destinazione dei ragazzi, ma dalla cittadina veneta è arrivata la secca smentita del sindaco Francesco Calzavara. "Il primo cittadino di Iesolo - aveva detto il sindaco di Lampedusa - ha dato la disponbilità ad accoglierli". "Non ho mai avuto il piacere di parlare con De Rubeis - ha spiegato invece il sindaco di Jesolo  - ma posso dire con certezza che nessun nuovo gruppo di profughi sta arrivando da noi, oltre ai 45 che già ospitiamo da qualche giorno".
Dopo essersi sentito con rappresentanti della Croce rossa, Calzavara ha detto di aver saputo che i 99 minorenni dovrebbero "aver trovato ospitalità a Bari".

La tassa leghista per gli immigrati - Sabato scorso, in commissione Bilancio e Finanze della Camera, "il governo ha dato parere contrario ad entrambi gli emendamenti" presentati dalla Lega al dl anticrisi che prevedono una tassa di 50 euro sui permessi di soggiorno e una fideiussione di 10mila euro per le partite Iva aperte da immigrati (LEGGI).
A dirlo all'Adnkronos è stato Claudio D'Amico, firmatario dell'emendamento sulla tassa sui permessi di soggiorno. D'Amico ha però sottolineato che "non è vero" che la Lega "abbia ritirato gli emendamenti. Né io né Bitonci abbiamo fatto marcia indietro". L'esponente del Carroccio ha poi espresso delusione per la "campagna di strumentalizzazione" montata intorno a questi due emendamenti che, "ha causato il voto sfavorevole del governo in commissione". "Questa cosa - ha spiegato ancora D'Amico - sembra che ce la siamo inventata. Ma invece io stesso avevo presentato al governo un ordine del giorno il 23 luglio 2008, approvato dall'esecutivo, e che conteneva una norma praticamente identica. Inoltre anche in Senato c'è un emendamento sul ddl sicurezza che è molto simile al nostro. Insomma - ha concluso - la norma per la tassa sul permesso di soggiorno esiste in tutto il mondo".

Il no dell'esecutivo è stato confermato dallo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "Abbiamo detto di non essere d'accordo con la proposta della Lega sugli immigrati" ha dichiarato Berlusconi. "Quando abbiamo conosciuto il testo dell'emendamento - ha aggiunto il premier - ho immediatamente dichiarato di essere contrario alla proposta, come d'altronde i rappresentanti del governo".
''Stupito dalla reazione di alcuni esponenti della maggioranza - si è detto il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota - perché il principio della tassa sul permesso di soggiorno, oltre ad essere giusto e previsto in diversi Paesi europei, era già stato discusso e votato dalla maggioranza con il parere favorevole del governo in Senato, addirittura prevedendo un importo di 200 euro, ed è inserito nel testo del dl sicurezza licenziato dalle commissioni". "Abbiamo solo voluto presentarlo come emendamento al dl anti crisi per anticiparne gli effetti - ha aggiunto Cota - La Lega ritiene importante difendere il principio di una immigrazione regolamentata e il principio che chi arriva sul nostro territorio debba concorrere alle spese per sostenere i costi dell'immigrazione. E' una battaglia di giustizia che la stragrande maggioranza dei cittadini condivide".

E sulla bocciatura del Governo è intevenuto il ministro Maroni, sempre dal palco di Verona. "Volevamo fargli lo sconto", ha commentato il ministro dell'Interno e ha letto, parola per parola, il comma del disegno di legge sulla sicurezza che prevede una tassa di 200 euro sulla richiesta di rilascio del rinnovo del permesso di soggiorno. "Questo è un emendamento che la maggioranza ha scritto, sostenuto e votato nel disegno di legge sulla sicurezza che va in Aula martedì al Senato" ha detto il ministro. "Sono francamente un po' sorpreso delle polemiche. La Lega ha solo cercato di anticiparlo nel decreto legge e mi aspetto che il Senato confermi una decisione che tutta la maggioranza ha condiviso". "Volevamo fargli lo sconto" ha concluso fra gli applausi. "Hanno bocciato i 50 euro? Torneremo ai 200".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it, La Siciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere.it]

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12 gennaio 2009
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