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Lasciate morire in pace Eluana

Ai giudici delle Sezioni Unite Civili di Cassazione la decisione finale del ''Caso Englaro''

12 novembre 2008

Il ricorso della Procura di Milano sul caso di Eluana Englaro, la donna in coma vegetativo permanente ormai da 17 anni, va dichiarato inammissibile perché il pm non era legittimato ad impugnare il ricorso in Cassazione.
Questa la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione Domenico Iannelli consegnata ieri ai giudici delle Sezioni Unite Civili.
La Procura aveva impugnato la sentenza della Corte d'appello di Milano, che su rinvio della Cassazione, lo scorso 9 luglio, aveva dato il via libera al tutore di Eluana, suo padre Beppino Englaro, per interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiale.

Nella breve requisitoria, il pg Iannelli non dice mai che per Eluana si possa 'staccare la spina'. Si è limitato ad affermare che la Procura di Milano non poteva impugnare la decisione della Corte d'Appello di Milano in quanto, come prevede la legge in questo caso, "non si tratta di tutelare un interesse pubblico ma si tratta di una situazione soggettiva individuale".
In secondo luogo, il procuratore generale ha chiesto alle Sezioni Unite, qualora giudicassero il ricorso ammissibile, "di accogliere soltanto il primo motivo del ricorso e cioè quello con il quale la Procura chiede di verificare se effettivamente le condizioni di Eluana siano davvero irreversibili". In ogni caso, ha insistito il pg, "per me il pm non era legittimato a ricorrere in Cassazione".

Ora, se le Sezioni Unite Civili della Cassazione, in camera di consiglio da ieri e presiedute dal primo presidente Vincenzo Carbone, dovessero uniformarsi alle richieste del pg si arriverebbe all'ultimo atto di questa vicenda e il padre di Eluana potrebbe mettere la parola fine ad un calvario che va avanti da più di 6 mila giorni.

L'avversione della Santa Sede - E' stato immediato il commento della Santa Sede, che attraverso il cardinale Barragan, presidente del Pontificio consiglio per la Salute, avverte: sospendere l'idratazione e l'alimentazione in un paziente in stato vegetativo è "una mostruosità disumana e un assassinio".
"E' ora che Eluana venga lasciata morire come chiede suo padre da 16 anni - hanno detto, durante la requisitoria, gli avvocati della difesa Englaro - La Procura vuole un accertamento perenne, che non abbia mai fine, portando la posizione del medico ad un livello tale da trasformarlo in colui che si impadronisce della vita di una paziente".
La posizione del Vaticano, però, è ferma. "L'accanimento terapeutico - ha detto il cardinale Barragan - non si consiglia mai, ma l'idratazione e l'alimentazione non appartengono a questa categoria". "Qualcuno obietta che insieme all'alimentazione vengono somministrati anche i farmaci che tengono in vita - ha aggiunto - e allora, io dico, togliete i farmaci. Sospendere idratazione e alimentazione in un paziente in stato vegetativo peggiora il suo stato, e la terribile morte per fame e per sete è una mostruosità disumana e un assassinio". [Corriere.it, Adnkronos/Ign]

- "La Chiesa dica ciò che vuole ormai io so qual è la mia strada" di P. Colaprico

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12 novembre 2008
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