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Lavoratori in nero e pizzerie "fantasma"

Blitz della Guardia di finanza di Palermo in alcuni locali di Cefalù, Aspra, Porticello, Santa Flavia, Trappeto, Lercara Friddi, Petralia Soprana e nel capoluogo

21 novembre 2011

Ventinove lavoratori in nero e 4 irregolari scoperti, una pizzeria 'fantasma' completamente sconosciuta al fisco e controllo a tappeto nella provincia. E' il bilancio di una vasta operazione di controllo eseguita dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Palermo che hanno portato a termine, negli ultimi due fine settimana, un piano di controllo esteso a tutta la provincia per il contrasto al lavoro nero e alle violazioni fiscali nel settore della ristorazione.
In particolare, i militari del Gruppo Palermo e quelli delle Compagnie di Termini Imerese, Bagheria e Partinico sono intervenuti, nel weekend in 24 attività commerciali tra ristoranti, pizzerie e pizzerie d'asporto, dal lungomare di Cefalù a quello di Aspra, da Porticello Santa Flavia a Trappeto fino alle colline di Lercara Friddi e Petralia Soprana, per poi passare alla stessa città di Palermo.

Gli esercizi sono stati sottoposti a controlli mirati, in quanto preventivamente selezionati in base ad un'attenta analisi di rischio, che ha incrociato le risultanze di preventivi monitoraggi effettuati dai finanzieri sugli operai effettivamente impiegati presso i locali, con i dati delle comunicazioni preventive di assunzione che ciascun datore di lavoro deve inoltrare in via telematica agli organi competenti entro il giorno antecedente a quello dell'instaurazione del rapporto lavorativo. Questo metodo ha permesso alle Fiamme Gialle di accertare in tutti i 24 esercizi, irregolarità in materia lavorativa, contributiva e previdenziale, scoprendo, tra camerieri, cuochi, pizzaioli, lavapiatti e addetti alle consegne a domicilio, 29 lavoratori totalmente "in nero", per i quali i titolari delle attività non avevano stipulato alcun genere di contratto di lavoro, né avevano provveduto all'invio della comunicazione preventiva di assunzione.
Per altri 4 addetti sono emerse situazioni di diversa irregolarità, trattandosi di lavoratori formalmente assunti con un contratto "part time" o "a chiamata" che, però, prestavano di fatto la loro attività al di fuori delle regole contrattuali, in quanto, ancorché pagati per tre o quattro ore al giorno, lavoravano di fatto a tempo pieno (sia a pranzo che a cena) con turni raddoppiati e/o triplicati rispetto a quelli concordati. Tutti i lavoratori ''in nero'' o ''irregolari'' sono risultati di nazionalità italiana.

Nel corso dell'attività, i finanzieri hanno verbalizzato 3 dei locali controllati anche per violazioni alla normativa fiscale, di cui uno per l'omesso rilascio dello scontrino, uno per la mancata revisione del misuratore fiscale ed uno per la sua omessa installazione. Fra questi ultimi locali, eclatante il caso di una pizzeria che, pur operando alla luce del sole nello splendido contesto di Monreale con un locale ben attrezzato e molto frequentato, è risultata sprovvista di tutte le autorizzazioni di legge e della stessa partita IVA e, come tale, non ha mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi, in quanto completamente sconosciuta al fisco; nei confronti di quest'ultimo "evasore totale" sono state avviate più approfondite ricostruzioni di carattere fiscale, per risalire a tutto il giro d'affari e recuperare le imposte evase.
I datori di lavoro verbalizzati hanno ora la possibilità di beneficiare di sanzioni ridotte se decidono di assumere regolarmente i lavoratori; infatti, se entro 30 giorni dal rilascio del verbale che attesta il ricorso al lavoro nero gli addetti vengono messi in regola, è applicabile una sanzione minima pari a 1500 euro per ogni impiegato in nero, mentre, in caso contrario, la sanzione può arrivare fino a 12000 euro.
L'attività sviluppata dalla Guardia di Finanza di Palermo ha messo in luce la diffusione del lavoro nero anche in un settore che è connotato da attività molto spesso fiorenti e remunerative, con l'evidente scopo di realizzare illeciti arricchimenti abbattendo i costi in danno dei lavoratori oltre che degli operatori onesti e rispettosi delle regole, che vedono sottratte consistenti quote di mercato da concorrenti sleali. [Adnkronos/Ign]

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21 novembre 2011
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