Le 21 proposte per Termini Imerese...
14 delle 21 proposte arrivate al ministero sono già cantierabili. Di queste, 6 arrivano dal settore automobilistico
Sono 21 al momento le manifestazioni di interesse arrivate sul tavolo della Task force del ministro dello Sviluppo economico per la riconversione industriale dello stabilimento Fiat di Termini Imerese di cui 14 già cantierabili. Di queste, 6 sono quelle che arrivano dal settore auto a cui il governo intende guardare con particolare attenzione. Tra queste, quelle presentate dalla De Tomaso di Gian Mario Rossignolo, dal fondo Cape di Simone Cimino e quella della cinese Hong Kong Taihe International.
Prende corpo così, con l'advisoring presentato ieri da Invitalia a sindacati e azienda, il futuro dello stabilimento siciliano che il Lingotto chiuderà il 31 dicembre 2011.
Per una "short list", però, occorrerà attendere ancora qualche mese, così come dovrebbe arrivare nelle prossime settimane anche l'annunciato bando internazionale atteso per fine marzo, le cui proposte verranno confrontate con quelle che emergeranno nel corso dell'istruttoria ministeriale. "Offerte che il governo vaglierà focalizzando l'attenzione sulle proposte più interessanti, a cominciare dalle 6 che riguardano il settore automotive", ha annunciato al termine del confronto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola che, forte dell'aumento delle richieste in pochi mesi, conferma la sua fiducia nel fatto che "riusciremo nei tempi previsti a garantire un futuro industriale e occupazionale a Termini Imerese nel settore automobilistico".
Delle 21 manifestazioni d'interesse, infatti, 14 sono "più concrete" e di queste 11 "già in avanzata fase di analisi da parte del nostro advisor Invitalia", ha detto ancora Scajola. Tanto che "alcuni dei proponenti stanno già realizzando i business plan per entrare nella fase più operativa".
A manifestare l'intenzione di voler partecipare alla riconversione anche le imprese Fen Thec e Frisia spa. Oltre alle 6 che riguardano l'automotive, tre sono nel manifatturiero, tre nella ricerca, una nel settore dei media e una nel settore agricolo.
A breve, inoltre, probabilmente nelle prossime settimane, l'advisor aprirà un tavolo triangolare per avviare un confronto tra gli offerenti e la stessa Fiat. Potrebbe poi essere affidato ad un 'Accordo di Programma' il dettaglio e la finalizzazione delle agevolazioni del Governo e della Regione Sicilia a quelle imprese che, una volta ultimata la selezione, si insedieranno nel sito produttivo Fiat di Termini Imerese. Una soluzione già sperimentata nella più recente vertenza della Antonio Merloni.
"E' un percorso difficile perché è la prima volta che ci troviamo a lavorare con queste procedure. Ci sono alcune proposte già cantierabili sia nel settore dell'automotive sia in altri settori. Le 7 proposte escluse lo sono diventate perché hanno rinunciato a proseguire il percorso", ha spiegato al termine dell'incontro l'Ad di Invitalia, Domenico Arcuri.
"Vogliamo avere certezza sui tempi, partendo dal presupposto inderogabile che a Termini Imerese si dovrà continuare a costruire automobili - ha detto l'assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi - pensare che Fiat abbia deciso di abbandonare la Sicilia per la nostra Regione è un dramma sia sociale sia produttivo. Noi faremo di tutto per provare a fargli cambiare idea fino all'ultimo. Ma siamo anche certi che Termini Imerese deve restare un polo industriale per la produzione automobilistica". "La Regione Siciliana ha messo sul tavolo ingenti risorse, circa 350 milioni, per infrastrutturare l'area e per la ricerca. Ma, pur ringraziando il Ministero per l'attenzione che dedica al caso, noi abbiamo bisogno di avere certezza sui tempi. Il 31 dicembre 2011, ultimo giorno di apertura di Sicilfiat, è dietro l'angolo". "Dobbiamo correre, pesare le offerte concrete e affidabili e capire poi da Fiat - ha osservato Venturi - la reale e vera disponibilità a cedere l'impianto. In ogni caso tutte quelle proposte, serie e affidabili, a prescindere da Termini Imerese saranno comunque benvenute perchè vuol dire che nonostante la grave crisi economica la Sicilia continua ad attrarre investimenti, nonostante la Fiat".
Ma l'incontro di ieri ha lasciato insoddisfatti i sindacati che temono in sostanza la 'fumosita'' delle proposte e chiedono di accelerare sulle offerte e di approfondire le manifestazioni di interesse.
"Stanno preparando un avviso internazionale, che però non è un bando. Sono stati fatti i nomi di 5 gruppi sui quali acquisiremo informazioni, ma vogliamo entrare nel merito con la presentazione di piani di sviluppo per Termini Imerese. Questi piano dovranno garantire l'occupazione. La soluzione dovrà garantire tutti i lavoratori, oppure resta uno stabilimento della Fiat. I lavoratori decideranno insieme quali iniziative intraprendere ma certo non aspetteranno la chiusura dell'impianto prevista dalla Fiat per il 2011. Noi discutiamo solo di proposte sull'auto", ha spiegato il leader della Fiom Gianni Rinaldini, che considera l'incontro interlocutorio.
E insoddisfatto è anche il segretario nazionale della Fim-Cisl, Bruno Vitali: "se si vuole fare un bando internazionale vuol dire che le proposte che ci sono sul tavolo non sono così concrete. Noi vogliamo una short list prima dell'estate. Non siamo soddisfatti di questo percorso". E dello stesso avviso è anche Rocco Palombella, leader Uilm. "Questo tavolo è importante per fare aggiornamenti e valutazioni ma occorre avere informazioni più puntuali sui futuri acquirenti", dice chiedendo "un ulteriore approfondimento per avere elementi di conoscenza maggiori".
Pollice verso anche dall'Ugl. "La nostra insoddisfazione deriva dall'allungamento dei tempi. Questo non piace ai lavoratori che chiedono di velocizzare l'iter per le proposte su Termini Imerese. Abbiamo chiesto all'advisor uno sforzo maggiore per rispondere in tempi brevi. I lavoratori vogliono sapere presto quale sarà il loro futuro", commenta il leader delle tute blu, Domenico Centrella. Il prossimo round si giocherà il 3 giugno prossimo.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]