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Le acque del Mare Nostrum, il Mediterraneo, diventano sempre più calde e salate

Si innalza, inoltre, il livello delle acque, che entro il 2100 poterbbero arrivare a 20-30 cm in più

15 aprile 2004

Il Mediterraneo è un mare sempre più caldo, salato e alto. Le nuove caratteristiche del Mare Nostrum infatti, seguono l'andamento generale degli oceani del pianeta. Si parla di una crescita di 15 cm  nell'ultimo secolo e la prospettiva è quella di un ulteriore progressivo innalzamento. A livello mondiale da qui al 2100 si prevede un innalzamento medio delle acque che va da un minimo di 15 cm, (con un aumento del riscaldamento medio di 1,4 gradi) a un massimo di 90 cm (con un aumento di +5,8 gradi) del livello medio di riscaldamento. Per il Mediterraneo si calcola invece una crescita del livello delle acque, entro il prossimo secolo, di circa 20- 30 cm. Il fenomeno potrebbe raddoppiarsi nelle zone particolarmente sensibili, dal punto di vista geologico, al fenomeno della subsidenza (cioè dello sprofondamento del terreno soprattutto al Nord).

Nel nostro paese gli studiosi dell'Istituto per la ricerca scientifica applicata al mare (Icram), che fa capo al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, sono al lavoro per prevenire il fenomeno entro i prossimi 25 anni. Le aree a rischio sono circa 33 e sono localizzate soprattutto nel Nord dell'Italia. L'obiettivo è quello di fare chiarezza sui rischi e sui possibili interventi  per consentire alle amministrazioni pubbliche e alle autorità locali di prevenire le emergenze e consentire di evitare  disastri. In tal senso è stato realizzato un modello per l'analisi di rischio connesso alla risalita del livello del mare nella pianura costiera della Versilia, fornendo un approccio innovativo per la previsione degli impatti dei cambiamenti climatici in corso.
Il modello servirà per tutte le aree costiere italiane, infatti, secondo lo studio la costa dovrebbe arretrare di diverse decine di metri  entro il 2100. Non è possibile quindi, abbandonare l'ambiente perché i danni sarebbero enormi anche sulla produzione. Da qui la necessità, sottolineano gli esperti dell'Icram, di ''programmare per tempo le opportune strategie di difesa".

Il problema dell'innalzamento delle acque non è solo oggetto di studio per quanto riguarda gli effetti ma anche in relazione alle cause. Su questo si rivolge in particolare l'attenzione dei climatologi dell'Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente). Lo scioglimento dei ghiacciai infatti, non sembra avere una influenza determinante sulla crescita del volume del mare mentre influiscono in larga misura l'innalzamento della temperatura e una serie di modifiche nella composizione dell'acqua, come il grado di salinità sul quale anche il Mediterraneo fa la sua parte.

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15 aprile 2004
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