Le aziende agroalimentari iblee e la certificazione Halal
Dalla certificazione Halal nuove opportunità: guardare ai Paesi islamici per conquistare nuovi mercati
Un’opportunità che permette di entrare all’interno di un mercato sempre più difficile ed in continuo cambiamento, che impone alle aziende di non fermarsi rispetto alle proprie sfide, soprattutto in campo agroalimentare. Facendosi guidare opportunamente dagli esperti, è possibile contare su fette di mercato fino a qualche anno fa inimmaginabili ed erroneamente visti come irraggiungibili: i mercati dei Paesi di religione islamica.
Le nuove certificazioni "Halal" e Brc/Ifs, applicate al campo agroalimentare ed agroindustriale possono rappresentare una grande opportunità per la provincia di Ragusa, la più agricola della Sicilia. Lo hanno ribadito in questi giorni gli esperti relatori del seminario di approfondimento promosso da QS Sicilia e QS Quality Services in collaborazione con Bureau Veritas e con il patrocinio di Esaarco Sicilia (Confederazione esercenti, agricoltura, artigianato e commercio Sicilia) e Associa (Associazione datoriale associati commercio, industria e agricoltura), dedicato proprio alla sicurezza alimentare e alle opportunità di certificazione "Halal" per il mercato islamico.
A parlarne, nell’incontro promosso in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Ragusa e con l’Ordine provinciale degli Agronomi, è stata la dottoressa Silvia Navarra, responsabile commerciale in Sicilia per la Bureau Veritas, ente di servizi oggi leader per la qualità, la salute e l’ambiente, ed ancora il dottor Roberto Passariello, business developer food sector di Bureau Veritas Italia. Ad aprire i lavori è stato l’ing. Maurizio Termini di Qs Quality Service che ha preceduto gli interventi del dott. Francesco Antoci, dirigente dell’Istituto Zooprofilattico Sicilia e del dottor Silvio Balloni, presidente degli agronomi iblei.
Perché la necessità di possedere una certificazione alimentare "Halal"? Per il dottor Roberto Passariello la spinta viene proprio dai mercati esteri e soprattutto dai Paesi islamici che in questo momento sono emergenti poiché il loro Pil cresce con velocità incredibili. Le regole cambiano con i tempi e se prima era il mercato degli Stati Uniti ad avere maggiore attenzione oggi cambiano le modalità di approccio verso nuovi mercati. Bureau Veritas si occupa di dare informazioni mirate e necessarie alle imprese per affacciarsi a questi nuovi mercati.
"La certificazione Halal - ha precisato Passariello - viene rilasciata seguendo i disciplinari studiati assieme all’associazione islamica "Zayd Ibn Thabit". Noi supportiamo le attività. Le principali caratteristiche di questa certificazione consistono nell’aver nel mercato un prodotto conforme alla legge shariatica, bandendo dunque le carni di maiali, l’alcool e altri prodotti non ritenuti leciti negli alimenti o nella cosmetica puntando, per quest’ultimo settore, a profumi senza alcool e creme senza grassi di animali".
"Halal" significa, infatti, lecito e con la certificazione si dà al consumatore musulmano un prodotto conforme alla propria religione cioè un prodotto che rispecchia i criteri ed i valori della legge islamica. La Bureau Veritas ha ricordato che la comunità islamica è molto diffusa nel mondo ed in Italia è rappresentata da almeno un milione e mezzo di persone. I consumatori musulmani sono molto attenti a questi aspetti. La certificazione "Halal" si ottiene attraverso un percorso di verifica dei requisiti tecnici e religiosi richiesti. Per le aziende produttrici avere una certificazione "Halal" rappresenta dunque un valore aggiunto per le esportazioni dei prodotti.