Le belle spiagge siciliane e il rischio erosione
A causa dei cambiamenti climatici e delle opere dell'uomo, il 28% delle coste siciliane è in pericolo
Alle spiagge siciliane vengono conferiti premi, conquistano bandiere di riconoscimento, scalano classifiche di siti specializzati in viaggi e turismo. Tutto vero. A conferma di quanto detto, possiamo citare la recentissima notizia della sei Bandiere Blu conferite a diversi litoranei siciliani dalla FEE Italia (LEGGI).
Purtroppo, però, è altrettanto vero che per sei spiagge premiate, un numero maggiore di esse sono a rischio erosione.
"A causa dei cambiamenti climatici e del relativo innalzamento del livello del mare, insieme con le opere dell'uomo, l'85% delle coste sabbiose del mondo sono soggette a rischio erosione. A rischio il 42% di quelle italiane e il 28% di quelle siciliane, in particolar le coste agrigentine e ragusane".
I dati sono stati resi noti dalla docente dell'Università di Catania Maria De Salvo nel corso di un workshop del Progetto europeo "ECOSHAZ - Misure economiche di prevenzione per affrontare i pericoli costieri", finanziato dalla Commissione Europea - Direzione generale per gli aiuti umanitari e protezione civile, che si è tenuto nei giorni scorsi nell'aula magna "Jannaccone" del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente.
La docente universitaria, impegnata in uno studio su Lido di Noto, ha osservato che "per ridurre il rischio costiero si può intervenire con la realizzazione di barriere emerse o sommerse o con il 'ripascimento' del litorale con impatti, più o meno dannosi, sugli ecosistemi e con una valutazione economica da effettuare".
Sulle emergenze siciliane spicca il "caso" della costa di San Leone, ad Agrigento. "Purtroppo - ha spiegato il docente Giuseppe Ciraolo dell'Università di Palermo - la spiaggia, ma anche la strada, rischiano di scomparire del tutto. I danni prodotti dall'uomo, con il taglio delle dune e la realizzazione di opere, potrebbero cancellare del tutto questa parte di costa siciliana così come sono a rischio anche quella di Gela e di Mazara del Vallo".
"Oltre all'erosione - ha concluso - le nostre spiagge sono attaccate dagli sversamenti di idrocarburi volontari e non da incidenti con danni irrimediabili per la flora e la fauna ed anche per le attività economiche legati al traffico navale nel Canale di Malta pari al 20% di quello mondiale". [Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it]