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Le carceri italiane sono strapiene di stranieri

Il Guardasigilli Angelino Alfano lancia l'allarme e chiede l'intervento dell'Unione Europea

28 agosto 2009

Nelle carceri italiane "ci sono oltre 63mila detenuti. Oltre 20mila sono stranieri, il che vuol dire che le carceri italiane sono idonee ad ospitare i detenuti italiani. Con l'aggiungersi degli stranieri agli italiani si supera la capienza regolamentare ma anche quella tollerabile".
Nei giorni scorsi a lanciare l'allarme e a rivolgere un appello all'Europa è stato il ministro della Giustizia Angelino Alfano. La Ue, ha detto il ministro "non può da un lato esercitare sanzioni e dall'altro chiudere gli occhi sul fenomeno del sovraffollamento carcerario che deriva dalla presenza di detenuti stranieri".
"Un fenomeno a cui l'Unione Europea - ha insistito Alfano - deve prestare attenzione. La Ue deve farsi promotrice di trattati o dare risorse economiche agli stati piu' interessati dal problema per costruire nuove carceri. Noi non intendiamo procedere sulla via seguita per 60 anni dalla Repubblica: trenta provvedimenti di indulto per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri".

La situazione nelle carceri italiane è sempre più al collasso. Nel penitenziario di Pisa, ad esempio, la scorsa notte c'è stata una forte protesta: i detenuti hanno bruciato materassi, effetti personali, ma anche arredi e suppellettili. La protesta va avanti da lunedì ed è iniziata per la mancanza di acqua nella struttura. Nel carcere di Pisa ci sono oltre 400 persone recluse, quando la capienza massima è di 200.
A denunciare lo stato delle carceri in Italia sono anche i Radicali, che hanno presentato il bilancio dell'iniziativa "Ferragosto 2009 in carcere": 167 fra deputati, senatori, consiglieri regionali e garanti per i diritti dei detenuti hanno visitato 186 dei 217 istituti penitenziari italiani, comprese le carceri minorili.
"Il sessantennio di regime partitocratico ha ridotto la Giustizia italiana e la sua appendice carceraria ad una condizione incommensurabilmente più incivile, criminale e criminogena, violenta, illegittima e illegale, socialmente disastrosa e istituzionalmente aberrante, di quel che aveva compiuto e prodotto il ventennio fascista" ha dichiarato il leader radicale Marco Pannella. [Adnkronos/Ign]

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo...
Comunicato Stampa del Sindacato autonomo lavoratori penitenziari - Polizia penitenziaria

Sono quasi 64000 i detenuti presenti nelle nostre carceri a fronte di una capienza regolamentare di 43000 detenuti; di questi quasi 24000 sono stranieri. La situazione si presenta gravissima, sia da un punto di vista igienico sanitario che organizzativo. Infatti, al di la' di ogni proclama, chi soffre il disagio di questa situazione sono gli agenti di polizia penitenziaria costretti a turni massacranti e a rischio concreto per la loro salute.
Inoltre, la presenza così elevata di detenuti non italiani comporta grossi problemi al personale di polizia penitenziaria, che si trova a dover gestire persone con le quali diventa difficile farsi capire e per le quali, data la difficoltà linguistica diventa aleatorio qualsiasi trattamento. Peraltro, il risultato delle visite politiche ferragostane nelle carceri sono state quelle di ottenere rivolte e proteste dei detenuti a danno del personale di polizia penitenziaria, che si è sobbarcato di ulteriori incombenze per riportare la calma, rinunciando a ferie e riposi.

Al personale interessano soluzioni immediate, che compartano una diminuzione dei detenuti attraverso:
- Accordi per far scontare la pena nei paesi di origini dei detenuti stranieri;
- Utilizzo del braccialetto elettronico;
- Misure alternative alla detenzione che sono ampie e di tutti i tipi.

Le carceri nuove sono una chimera per due ragioni:
1) saranno pronte tra 5 anni;
2) serviranno almeno altri 10.000 agenti e non sembra che ci sia la volontà politica di impegnare risorse in questo senso.


Altro motivo di malcontento del personale è la mancanza, in diversi istituti del direttore, ovvero del dirigente penitenziario, che in diversi casi è svolto part time da un solo dirigente (ovvero vi sono casi di dirigente che si occupa di 3-4 istituti). La situazione è veramente assurda tenendo presente, che la legge 154/05 ha promosso alla dirigenza, senza concorso, oltre 500 direttori; la situazione è che, a causa di questa legge, vi sono diversi istituti penitenziari senza dirigenti; una domanda è legittima: se gli istituti sono 206 dove sono finiti gli altri dirigenti?
Un altro appunto: non si possono, poi, addossare "colpe" sulle reali carenze di organico del corpo e additare come privilegiato quella parte di personale di polizia penitenziaria, che non svolge compiti strettamente custodiali , ma è costretto a svolgere compiti assegnati al personale civile ministeriale, in quanto non in grado di svolgerli poiché in forte sottorganico; tali poliziotti lavorano comunque in uno stato non facile e certamente non da "tappetino rosso".
Riteniamo, comunque, che il problema vada affrontato analizzando tutte le questioni e non solo alcune, infatti si potrebbero recuperare, ad esempio, unità di personale riducendo i distacchi sindacali e i permessi sindacali, concessi ai dirigenti sindacali del corpo, appartenti alle sigle rappresentative.

Il Segretario Generale SIALPE-ASIA
Roberto Coppotelli

INFO: www.confederazioneasia.it

 

 

 

 

 

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28 agosto 2009
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