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Le cifre dell'indulto continuano a creare polemiche: da luglio il numero di rapine e furti è in aumento

15 maggio 2007

Sono 26.201 (di cui 16.158 italiani e 10.043 stranieri) gli ex detenuti usciti dal carcere negli ultimi nove mesi grazie all'indulto, varato il 31 luglio scorso dal Parlamento. Di questi, ha sottolineato la settimana scorsa il ministro della Giustizia Clemente Mastella, nel corso della visita compiuta col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al carcere romano di Rebibbia, ''soltanto'' il 12% sono tornati a delinquere e, quindi, hanno fatto rientro in cella.
La Regione con il primato del maggior numero di scarcerati grazie all'indulto è la Lombardia (3.787), seguita da Campania (2.988), Sicilia (2.724) e Lazio (2.530).
Oggi nelle 258 carceri italiane sono presenti 42.702 detenuti (su una la capienza regolamentare di circa 43.500), ma il dato è in aumento e il ministro Mastella ha indicato la necessità di puntare su pene alternative al carcere. Nove mesi fa in galera c'erano circa 60 mila carcerati. ''Se non ci fosse stato l'indulto, nelle carceri italiane avremmo avuto un'esplosione di collera incontenibile'', ha dichiarato Mastella, al termine della visita al carcere romano. Secondo il Guardasigilli, ''statistiche alla mano, non c'è stata alcuna crescita dei fenomeni criminali. Anzi, la recidiva dei soggetti beneficiari dell'indulto si è mantenuta nei limiti più bassi delle attese''.

Non è di questo parere il capo della polizia Giovanni De Gennaro, che ha presentato sempre la scorsa settimana alla Commissione Affari Costituzionali l'indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia nel periodo agosto-ottobre 2006. ''Si è registrata rispetto all'anno precedente un incremento di 1.952 rapine e di 28.830 furti'', ha illustrato De Gennaro, dovuto al ''fattore indulto''. Infatti ''fino al mese di luglio, ossia fino a prima dell'indulto, tali fenomeni presentavano una leggere flessione''.
L'indulto, insomma, continua a rappresentare motivo di polemiche interne ed esterne alla maggioranza di governo. Lo è perché è materia di polemica politica da parte di An e Lega, che quel provvedimento non hanno votato, ma anche all'interno della maggioranza non tutti furono d'accordo, e successivamente il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, non ha nascosto le sue ''perplessità''.
Inoltre continua a dividere la circolare del procuratore di Torino, Marcello Maddalena, che ha invitato i suoi sostituti ad accantonare i fascicoli destinati ad essere archiviati per l'indulto, e a privilegiare la strada dell'archiviazione per i reati meno gravi a rischio prescrizione. Un documento che ha provocato la reazione sdegnata dell'Unione della camere penali: contro la ''circolare Maddalena'' l'organizzazione di categoria ha già presentato un esposto al Csm.
Per l'ex magistrato ed ex presidente dell'Antimafia, il forzista Roberto Centaro, ''la circolare è suscettibile di un esame in sede disciplinare perché va ben oltre i poteri del capo di un ufficio giudiziario, visto che uccide di fatto il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale''.
Di parere opposto l'ex magistrato veneziano, oggi senatore dell'Ulivo, Felice Casson: ''Il procuratore di Torino si è mosso in maniera intelligente e ha dato indicazioni chiare ai magistrati del suo ufficio su cosa fare di fronte a una situazione grave, la semiparalisi degli uffici giudiziari. La circolare serve a razionalizzare il lavoro dei magistrati ed è quel che ogni procura dovrebbe fare''.

Al di la delle polemiche, dal canto suo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha difeso e continua a difende l'indulto, e chiede più attenzione per le vittime delle pene auspicando che la detenzione sia riservata solo ai reati più gravi.
Napolitano in visita a Rebibbia (è la seconda visita di un capo dello Stato nella storia della Repubblica: l'unico precedente è dell'ottobre 2002, quando Carlo Azeglio Ciampi andò nell'istituto penitenziario di Spoleto), ha rivendicato la bontà del provvedimento di indulto: ''E' stato un passo eccezionale ma necessario per rendere più vivibili e degne le carceri italiane''.

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15 maggio 2007
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