Le contestazioni a Lampedusa nel giorno della memoria
Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz contestato durante il suo intervento a Lampedusa
Nella giornata della memoria dei morti nel tragico naufragio di Lampedusa (il 3 ottobre 2013 furono 366 i migranti annegati davanti le coste dell’isola) non mancano le polemiche. I soccorritori che quel 3 salvarono decine di profughi dall'annegamento definiscono infatti "farsa" le cerimonie organizzate per l'anniversario della strage e hanno disertato le commemorazioni.
Tra loro c'è Vito Fiorino, il proprietario del peschereccio che si trovava a poche decine di metri dal luogo della strage; ha affisso una lettera nel suo bar, indirizzata al sindaco Giusi Nicolini: "In occasione dell'anniversario venerdì 3 ottobre 2014 io sottoscritto, Vito Fiorino, personalmente e in nome delle sette persone che si sono prodigate al salvataggio di 47 vite umane rifiuto espressamente di partecipare a qualsiasi cerimonia organizzata dal comune di Lampedusa". Per Fiorino, che non parteciperà neppure al Festival Sabir, "non ha senso fare un festival sui morti con le solite passerelle".
Concetti ribaditi da alcuni cartelloni di protesta sistemati da un gruppo di lampedusani al Molo Favaloro: "Basta con le passerelle. I politici vadano a casa". E ancora: "Non ci sentiamo rappresentati" vicino a "Chiediamo corridoio umanitario Libia-Europa". In un altro cartellone i lampedusani si rivolgono al ministro dell'Interno Alfano: "Angelino, pensa ai diritti dei lampedusani". E su un altro cartellone: "Basta! Speculazioni sui migranti".
In mattinata il convegno con la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro degli Esteri Federica Mogherini e Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, che è stato fortemente contestato durante il suo intervento da un gruppo di militanti del centro sociale 'Askavusa'. Particolarmente duro il leader dell'associazione Giacomo Ferlazzo: "Questa è solo una pagliacciata. Vi dovete vergognare".
Schulz ha ascoltato le critiche e ha poi ripreso il suo discorso. Facendo riferimento alle contestazioni, Boldrini ha risposto: "Siamo un Paese democratico".