Le estorsioni sono in calo, ma solo perché chiudono i negozi
A Palermo è boom di furti, rapine e dei reati di riciclaggio: la colpa è della crisi
La crisi spinge in alto il numero dei reati di furto, rapina, usura e riciclaggio, mentre sono in apparente diminuzione le estorsioni (correlato alla scomparsa di numerose imprese commerciali), delle frodi comunitarie e delle rapine a banche e uffici postali.
Il dato emerge dalla relazione del presidente della Corte d'appello di Palermo, Vincenzo Oliveri, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, "Il fenomeno dei reati contro il patrimonio - ha detto - è prevalentemente ricollegabile a condizioni di disagio economico o di vera e propria indigenza di larghi strati della popolazione, oltreché‚ alla diffusione su vasta scala dell'uso di sostanze stupefacenti". In particolare, i furti sono aumentati del 4%, le rapine del 10%, il riciclaggio del 35%. In diminuzione le estorsioni (-17%) e le frodi comunitarie (-34%).
"Va evidenziato - ha aggiunto - il notevole incremento dei reati di furto e ricettazione del rame, e in particolare dei furti in danno delle grandi compagnie concessionarie dei servizi di energia e telecomunicazioni".
Secondo i dati provenienti dall'ufficio statistiche della Procura di Palermo, i procedimenti iscritti per rapina ammontano a 1.227 (di cui 963 a carico di ignoti e 264 a carico di noti), quelli per furto a 7.562 (di cui 4.046 a carico di ignoti e 3.516 a carico di noti) e i furti in abitazione a 1.199 (di cui 1.001 a carico di ignoti e 198 a carico di noti).
Pur senza fare riferimenti precisi, durante la sua relazione il presidente Oliveri ha lanciato un duro attacco alla politica. "Non spetta a noi giudici fare valutazioni al riguardo, ma come cittadini non possiamo esimerci dal manifestare la nostra sofferenza nell'avere scoperto l'inimmaginabile putridume da cui siamo circondati". Oliveri ha definito "sconcertante" il fatto di "assistere alle interviste dei diversi protagonisti che esibiscono una palese certezza di totale impunità", parlando di "cifre da capogiro che nessuno di noi potrebbe scrivere neanche a mille euro al mese per tutta la vita. Stipendi, benefici, rimborsi dei protagonisti della storia degli ultimi venti anni, anni in cui si è profondamente modificato il modo di considerare il pubblico territorio, da depredare, da utilizzare a proprio comodo anche nelle piccole cose".
Nei tribunali del distretto giudiziario di Palermo, comprendente Trapani, Marsala, Termini Imerese, Agrigento, Sciacca, il contenzioso civile è cresciuto con un aumento delle nuove cause (da 91.530 si è saliti a 97.254) e delle definizioni (da 86.608 a 96.125). Oliveri rileva anche questo dato nella relazione di apertura dell'anno giudiziario, e segnala che monostante l'aumento della produttività resta elevata la pendenza dei procedimenti, cresciuta da 117.846 a 120.082.
La "litigiosità" ha avuto un'impennata nel circondario del tribunale di Palermo dove le sopravvenienze sono passate da 44.960 a 50.375. Sono invece in linea col triennio i tempi medi di definizione dei procedimenti (459,82 giorni). Le cause pendenti da oltre 3 anni assommano a 5.952. Sono leggermente diminuite le cause per separazioni e divorzi (760,76 giorni la durata media per la definizione di una causa di separazione; 629 per la causa di divorzio). [Fonte: Repubblica/Palermo]