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Le invasioni barbariche! Ecco come il turismo di massa rischia di danneggiare i ''patrimoni dell'umanità''

18 maggio 2006

I tesori del mondo soffocati dal turismo
di Pietro Del Re (Repubblica.it)

L'incubo prende forma quando sette milioni di turisti raggiungono in un anno le spiagge di Cancun. O quando un milione di persone visitano il tempio di Angkor, nascosto nell'impenetrabile foresta cambogiana.
Minacciate dalle orde del turismo di massa, le meraviglie del pianeta sono in pericolo.
Monumenti, vecchie pietre e fondali tropicali sono tutti a rischio, dicono gli esperti. Venezia, le Maldive, le imponenti mura di Machu Picchu così come le nevi eterne del Kilimanjaro potrebbero presto scomparire. E non solo per colpa dei soliti noti: guerre, sconvolgimenti climatici, sviluppo dissennato, inquinamento.
Ma soprattutto, e questo è il paradosso, per via delle stesse persone che percorrono anche migliaia di chilometri per ammirare tanta bellezza.

Solitari o in gruppi organizzati, lo scorso anno i turisti hanno raggiunto una cifra da primato: 806 milioni di viaggiatori hanno visitato città d'arte, scalato montagne, navigato per i mari del Sud. Troppi, specialmente quando scorrazzano con le snowmobile nel parco dello Yellowstone o gareggiano con il go-kart sulla Grande muraglia. Più dannosi ancora sono i turisti "tombaroli" che rubano preziosissimi reperti dai templi di Luxor o che saccheggiano i fondali sottomarini per riportare a casa una conchiglia o un rametto di corallo.

È vero, la Cina è un continente: ma nel 2004 un miliardo e mezzo di cinesi hanno viaggiato in patria per motivi "turistici".
Il settimanale Newsweek ha da poco stilato una lista delle sette meraviglie da salvare. Prima tra tutte, l'Iraq: non solo il museo archeologico di Bagdad o il santuario sciita di Askariya, bensì l'intero paese. Tra i siti più minacciati figura anche Venezia, che dalle sue origini sprofonda nella laguna su cui poggia alla media di un centimetro ogni cent'anni. Innumerevoli sono stati i tentativi di salvare la Serenissima. Ma si tratta sempre di interventi così costosi che, come sostiene il settimanale, la città da sola non potrà mai affrontare.
Sette o settanta che siano, questi siti possono essere salvati soltanto da un turismo "compatibile", cioè rispettoso, attento, partecipe. Dice Bonnie Burnham, presidente del Fondo mondiale per i monumenti: ''Se non si fanno rispettare le regole, il turismo di massa distruggerà in pochi anni quello che fino a ieri ci sembrava destinato a durare in eterno''.

La minaccia non risparmia gli angoli più remoti e disagiati del pianeta. Da qualche anno, l'Antartide è una delle mete più ambite del turista ecologico. E ricco, dal momento che i prezzi per un trekking nel Continente bianco partano da un minimo di 50.000 dollari. Pochi se si pensa che quest'opportunità potrebbe svanire nei prossimi trent'anni: secondo gli scienziati si stanno ritirando 212 dei 214 ghiacciai che circondano il Polo sud.
I ghiacci che si sciolgono e gli uragani, la minaccia di uno tsunami o di una grave pandemia virale sono le altre variabili che non può ignorare chi oggi decide si mettersi in viaggio per piacere. È un po' come se la Terra cercasse di proteggersi con i soli mezzi di cui dispone.
Eppure una cosa è certa: il numero dei turisti è destinato a crescere. In modo esponenziale.

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18 maggio 2006
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