Le manganellate agli studenti contestatori...
Sabato a Palermo la contestazione al ministro Giannini è finita a manganellate
Sabato scorso il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, è stata a Palermo, prima all'Istituto Regina Margherita poi al Teatro Massimo, ospite del Festival organizzato da Repubblica "La Repubblica delle idee".
Prima del suo arrivo, lo spazio davanti all'Istituto palermitano è stato teatro di tafferugli tra un gruppo di ragazzi del coordinamento Studenti Medi e le forze dell'ordine.
"Noi non facciamo passerelle, stiamo facendo una consultazione molto seria e molto rigorosa in tutta Italia", ha detto il ministro al suo arrivo ed informata dei tafferigli. "Ho ricevuto gli studenti ieri a Roma con tutte le loro differenti associazioni - ha detto - e abbiamo avuto un confronto serio e sul merito. La consultazione che uscirà da quest'ampia verifica sarà una consultazione che ne tiene conto".
A fare scoppiare i disordini sono stati alcuni giovani che, nonostante il divieto imposto da Polizia, Carabinieri e Finanza di oltrepassare il cordone di forze dell'ordine e raggiungere la scuola, hanno iniziato a superare il valico. Alcuni degli studenti hanno quindi tentato con la forza di oltrepassare il limite imposto dalle forze dell'ordine con spintoni. A quel punto i poliziotti e i carabinieri sono intervenuti nel tentativo di fermare i giovani ed è stato il parapiglia. Alla fine uno dei ragazzi, Fabio, è stato portato via ammanettato, ma è stato rilasciato nel primo pomeriggio. Nel frattempo è arrivata la ministra Giannini ma i ragazzi sono stati tenuti lontani da un gruppo di forze dell'ordine in tenuta antisommossa.
Gli studenti hanno denunciato quanto accaduto: "E' gravissimo - ha detto Maria Occhione, portavoce del collettivo del liceo - che all'interno della nostra scuola non ci sia permesso di entrare e partecipare all'incontro. Infatti solo a una ristretta delegazione, munita di pass, di studenti e professori selezionati dalla preside è stato consentito partecipare. Questo per evitare l'imbarazzo del ministro rispetto a eventuali contestazioni degli studenti".
"E' inaccettabile - ha continuato la ragazza - che nella nostra città le scuole cadono a pezzi. E' solo di ieri l'episodio che ha coinvolto l'istituto Danilo Dolci dove sono state ritrovate polveri azzurre tossiche nelle pareti che hanno provocato danni agli studenti finiti all'ospedale. In questi giorni la nostra scuola è stata un cantiere con decine di operai al lavoro, con pulizie straordinarie e muri imbiancati, solo per rifare l'immagine della scuola davanti agli occhi della ministra".
"In realtà - ha proseguito la studentessa - l'istituto si trova in condizioni fatiscenti, ci sono classi in cui si trovano oltre 30 studenti, e siamo costretti a studiare in 5 plessi diversi. Quello che è accaduto questa mattina è la riconferma che il governo Renzi è interessato solo a tutelare la propria immagine, rilanciando proclami, ma continuando a portare avanti le solite politiche di tagli e aziendalizzazione ai danni dell'istruzione pubblica già vessata da anni presunte riforme".