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Le mani dell'Italia verso l'Islam

Nella lotta al terrorismo bisogna usare due mani: una armata contro i terroristi, l'altra offerta ai musulmani pacifici

29 luglio 2005

''Circostanze e indirizzi convergenti ci inducono a considerare possibile un attentato nel nostro paese [...] L'incombere della minaccia terroristica internazionale di matrice islamica ci costringe ad uno stato di allarme intenso e prolungato. Anche se finora non disponiamo di elementi certi che consentano di stabilire un legame diretto tra gli attentati di Londra e Sharm el Sheikh, si può già intuire un disegno politico che, da un lato, conduce al contesto medio-orientale e, dall'altro, al progetto jihadista di colpire insieme l'alleanza crociata e i Paesi apostati che ne sostengono i presunti progetti antislamici''.
Le parole pronunciate dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu al Senato, spiegano così la sfida terroristica,  che si sviluppa su due fronti: ''Da una parte - dice Pisanu - c'è il mondo arabo e l'obiettivo è quello di destabilizzare i governi traditori e apostati colpendo preferibilmente gli interessi occidentali''. Proprio quello che è accaduto con gli attacchi di Sharm el Sheikh che hanno colpito uno Stato moderato e ferito il paradiso dei turisti europei. Il secondo fronte ''è in Occidente, dove si colpisce sempre più con kamikaze formati in Europa e intensificando l'intimidazione mediatica alle nostre società''. Chiari riferimento agli attentati nella metropolitana di Londra, compiuti da fondamentalisti di origine pachistana nati e cresciuti in Gran Bretagna.

E' questa la minaccia che più spaventa l'Italia e tutti quei paesi che sanno di essere nella lista nera della Jihad: il pericolo che personaggi perfettamente integrati e al di sopra di ogni sospetto decidano di rispondere all'appello della ''Guerra contro gli infedeli'' ed entrare in azione. La paura del risveglio delle ''cellule dormienti'' presenti nel nostro Paese, in tutta Europa e ovviamente in Medioriente.
Una minaccia che per l'Italia continua a crescere e che da quello che si legge negli ultimi messaggi che continuano ad essere veicolati attraverso la rete web, fa presagire imminente l'attacco. Ma, come ha sottolineato Pisanu ''Per l'Italia non è ancora arrivato l'anno zero''.
L'attenzione degli investigatori è concentrata sugli ambienti del radicalismo islamico, su quei luoghi di incontro che spesso si trasformano in veri e propri centri di indottrinamento. Oggi in Italia il livello di allerta è uguale a quello scattato dopo l'11 settembre: ci sono 16.000 uomini chiamati a controllare oltre 13.000 obiettivi a rischio, oltre 4.000 soldati destinati alla vigilanza delle postazioni ritenute strategiche come gli acquedotti, i sistemi di telecomunicazione, le basi militari. I tagli drastici alle scorte, già decisi in numerose città e tuttora in corso, consentiranno di recuperare altri 3.000 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri da impiegare in compiti di indagine e attività di prevenzione. La valutazione della minaccia è invece affidata al Comitato di analisi strategica del Viminale che dal 7 luglio è riunito in seduta permanente.

Come già da tempo si sa, fino ad ora i fondamentalisti residenti in Italia hanno fornito appoggio logistico ai terroristi. Oggi sono pronti ad entrare in azione: è possibile che ''le cellule dormienti'' italiane si siano già svegliate.
Ed è proprio per questo che un dialogo costante con il mondo islamico moderato, secondo il ministro Pisanu, sia elemento fondamentale per la lotta all'estremismo: ''Nella lotta contro il terrorismo bisogna usare due mani: una armata contro i terroristi; l'altra offerta ai musulmani pacifici. Prevenzione e repressione devono camminare speditamente ma nel rispetto dei valori costituzionali. Non possiamo limitare oltre misura le libertà dei cittadini. Per combattere i nemici della libertà non possiamo stravolgere gli istituti vigenti e limitare oltre misura le libertà dei cittadini. Se lo facessimo concederemmo ai nostri avversari una autentica vittoria''. ''Per questo non rivendico poteri eccezionali. Intendo soltanto - ha proseguito Giuseppe Pisanu - esercitare con tutta l'efficacia possibile quelli previsti dalle norme vigenti. Opereremo su quattro direttrici principali: difesa degli obiettivi più esposti; controllo degli ambienti dove può prendere consistenza la minaccia terroristica; monitoraggio stretto dei cittadini extracomunitari già interessati da inchieste giudiziarie e, naturalmente, intensificazione delle altre indagini''.

E nonostante i soliti stupidi e insensati attacchi della Lega, tra breve sarà attiva la Consulta per l'Islam italiano.Moschea di Roma ''L'organismo - ha spiegato Pisanu - sarà chiamato ad approfondire tutti i problemi che possono costituire ostacolo all'integrazione e all'esercizio dei diritti civili, ivi compresi quelli connessi alla libertà religiosa e alla convivenza pacifica nell'ambito della nostra società. La Consulta dovrà muoversi nella prospettiva della formazione di un Islam italiano, rispettoso della nostra identità nazionale e delle nostre leggi e, allo stesso tempo, salvaguardando la sua identità e le sue differenze compatibili però con il nostro ordinamento. Nominerò nella Consulta persone di cultura e religione islamica, che non solo siano estranee ad ogni forma di fanatismo religioso ed estremismo politico, ma aderiscano con convinzione ai valori e alle regole del nostro ordinamento democratico''.

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29 luglio 2005
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