Le mani della mafia sul porto di Palermo
Sequestrate tre società di container. Nominato l'amministratore giudiziario: "Tuteleremo posti di lavoro"
Una sofisticata operazione di restyling, passata attraverso una cessione societaria, non ha salvato un'azienda leader nella gestione dei servizi nei porti di Palermo e Termini Imerese dalle 'attenzioni' della magistratura del capoluogo siciliano. Infatti, ieri la sezione misure di prevenzione del Tribunale palermitano ha disposto l'amministrazione giudiziaria di tre società, la New Port S.p.A, la Portitalia S.r.l. e la Terminal Containers Palermo S.r.l., e il sequestro dei beni e dei rapporti bancari riconducibili a quattro soggetti ritenuti vicini ad alcune famiglie mafiose palermitane, per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro.
L'indagine della Direzione invesstigativa antimafia parte da lontano, da quando, nel 2004, la prefettura di Palermo segnalò che su 218 soci della New Port srl - società che si occupa soprattutto di assistenza alle navi da crociera diventata negli ultimi 25 anni la prima impresa portuale della Sicilia capace di fatturare 12 milioni di euro nel 2008 - 20 avevano collegamenti con la mafia. Nel maggio dello scorso anno l'Autorità portuale aveva ritirato le concessioni alla New Port, a seguito di un'informativa della Prefettura. Nei mesi successivi le attività di logistica e trasporti gestite dall'azienda sotto osservazione erano state ereditate dalle altre due società oggi interessate dal provvedimento del Tribunale, a seguito di una cessione di rami d'azienda da parte della New Port, che contestualmente aveva provveduto a un'operazione di restyling. Ma le iniziative sono state giudicate dagli investigatori di mero riassetto formale, messe in atto solo allo scopo di eludere l'interdittiva antimafia. In particolare, a far sorgere sospetti è stata la modalità di pagamento della cessione dei rami aziendali che prevedeva una rateizzazione in 18 anni durante i quali la New Port avrebbe continuato ad incassare i guadagni dell'attività. Così, applicando per la prima volta a Palermo l'art. 34 del codice antimafia, il Tribunale ha sospeso gli amministratori giudiziari delle tre ditte coinvolte per 6 mesi imponendo un amministratore giudiziale che, per tutta la durata della misura interdittiva, controllerà l'attività delle società ed accerterà eventuali presenze di interessi mafiosi.
Nel provvedimento dei giudici sono indicati gli indizi che fanno pensare a contiguità mafiose dei 4 personaggi colpiti dal provvedimento di sequestro: Antonino Spadaro, 56 anni presunto esponente della famiglia mafiosa della Kalsa, un omonimo di 64 anni con precedenti denunce per associazione a delinquere, Maurizio Gioè, 53 anni, fratello di un favoreggiatore dei boss Graviano, e Girolamo Buccafusca con precedenti per traffico di droga, associazione mafiosa ed estorsione.
"Assicurati legalità e sviluppo" - "Il lavoro svolto dall'Autorità portuale di Palermo, di concerto con la Prefettura, ha permesso attraverso un'intensa, encomiabile e complessa attività investigativa, di assicurare oggi trasparenza e legalità, senza negare lo sviluppo. La fermezza mostrata in qualsiasi settore ha consentito di raggiungere risultati significativi, non soltanto nel trasporto delle merci, ma anche in tutte le altre attività che storicamente si svolgono nel porto di Palermo".
Soddisfatto il presidente dell'autorità portuale, Nino Bevilacqua, in relazione alla decisione della sezione misure di prevenzione del Tribunale palermitano. L'Autorità portuale di Palermo, in una nota dice che "la New Port spa era presente all'interno del porto di Palermo fin dal 1994, a seguito dell'attuazione della legge 84 del 1994. L'autorità portuale di Palermo con l'attuale presidenza, a partire dall'ottobre 2004, data dell'insediamento, non ha mai affidato alcun incarico alla New Port spa. Di contro ogni anno, dal gennaio 2005, ha richiesto la certificazione antimafia della New Port spa, così come di tutte le imprese portuali operanti nel porto di Palermo".
"L' autorità portuale - prosegue - il 13 ottobre 2008, ha siglato un protocollo di legalità con la Prefettura di Palermo, in merito a qualsiasi attività all'interno del porto, dalle concessioni alle imprese portuali, oltre che alle gare per appalti pubblici. In base a tale protocollo, qualsiasi rilascio di concessioni o autorizzazioni a svolgere servizi portuali è rimasto in questi anni vincolato, pena l'annullamento dell'atto, all'informativa negativa da parte della stessa Prefettura di Palermo".
Su richiesta specifica dell'Autorità portuale di Palermo il 13 dicembre 2008 - prosefue la nota - "e, in ultimo, il 12 giugno del 2010, la Prefettura di Palermo ha rilasciato un'informativa positiva, in data 21 aprile 2011, cui ha fatto seguito, da parte della stessa Autorità portuale, il 26 aprile del 2011, la comunicazione alla New Port dell' avvio del procedimento di revoca, avvenuta con decreto del Presidente dell'Autorità portuale, in data 23 maggio 2011".
"In riferimento alle subentranti - conclude - (fino al gennaio 2012, scadenza naturale della concessione) Portitalia e TCP, l'autorità portuale di Palermo ha richiesto alla Prefettura di Palermo, in data 16 giugno 2011 - in fase preventiva rispetto al subentro delle due società, avvenuto il primo settembre del 2011 - l'informativa che, a seguito di specifiche indagini, è pervenuta positiva, in data 10 febbraio 2012. La stessa Autorità portuale, il 14 febbraio 2012, ha comunicato l'avvio del procedimento di revoca, con firma del decreto del Presidente dell'Autorità portuale, il 5 marzo 2012. Dunque, a partire dal 5 marzo 2012, anche le società Portitalia e TCP hanno cessato qualsiasi rapporto con l'Autorità portuale, fermo restando un periodo concesso di 90 giorni, a partire dalla data di revoca, per liberare il suolo demaniale da mezzi e strutture di proprietà delle stesse".
L'Autorità portuale di Palermo ha già provveduto, con decreto del 23 dicembre 2011 e, ultimo, del 28 febbraio 2012, alla pubblicazione del nuovo bando di gara per il rilascio della concessione del terminal containers.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere del Mezzogiorno, ANSA, Lasiciliaweb.it]