Le mele di Adamo
Una 'dogmatica' commedia danese molto noir diretta dallo sceneggiatore Anders Thomas Jensen
Noi vi consigliamo...
LE MELE DI ADAMO
di Anders Thomas Jensen
Adam è un neo nazista che viene affidato a padre Ivan, responsabile di un centro rieducativo per criminali che ha sede nei locali della parrocchia.
Ivan affida ad Adam il compito di fare una torta con le mele dell'albero sito nel giardino della chiesa. Le cose però non vanno per il verso giusto; gli elementi della natura sembrano scatenarsi: uccelli, vermi, fulmini infieriscono sull'albero impedendo ad Adam di portare a termine il suo compito. Ivan pensa che sia il diavolo il responsabile delle calamità naturali che vuole metterli alla prova, ma Adam piuttosto dà la colpa a Dio.
Commedia danese molto noir e con residui 'dogmatici' diretta dallo sceneggiatore Anders Thomas Jensen.
Distribuzione Teodora Film
Durata 94'
Regia Anders Thomas Jensen
Con Ulrich Thomsen, Nicolas Bro, Tomas Villum Jensen, Ali Kazim
Genere Commedia
'Le mele di Adamo', humour nero alla danese
di Paolo Menzione (Kataweb Cinema)
Che si tratti di vignette oppure di cartoon danesi, il politicamente scorretto è quasi sempre assicurato. Arrivano da lì le pellicole più irriverenti degli ultimi tempi, come nel recente caso del film d'animazione Terkel, ma soprattutto anche alcune delle opere più innovative e sperimentali. Oggi, ancora una volta, la produzione danese stupisce, provoca e diverte, attraverso uno humour nerissimo, con Le mele di Adamo.
Presentato nei festival di mezzo mondo, dal Sundance al Noir in Fest di Courmayeur, il film è firmato da uno degli autori più apprezzati del cinema danese del Dogma e del post-Dogma, come sceneggiatore e regista: quel Anders Thomas Jensen, poco più che trentenne, che ha scritto i film Mifune (1998) e Il re è vivo (2001), ma anche Open Hearts (2002) e Brothers (Non desiderare la donna d'altri) di Susanne Bier, prima di passare alla regia di corti (ha vinto l'oscar con Election Night nel 1998) e poi di lungometraggi con una trilogia dedicata agli emarginati della società danese. Le mele di Adamo è l'ultimo capitolo di questa trilogia, dopo Flickering Lights e The Green Butchers, storia di due macellai che si ritrovano, con soddisfazione della clientela, a vendere carne umana.
Di derelitti della società, anzi, per restare in tema, di mele marce, il film abbonda, tra naziskin, pastori protestanti che hanno perso la testa dopo aver perduto mogli e parenti e medici un tantino sadici. Ma non finisce qui: c'è anche un rapinatore arabo dal grilletto molto facile, un ex campione di tennis, ora obeso e cleptomane, una donna alcolizzata incinta e una banda di naziskin decerebrati.
E' questa l'umanità che anima la comunità di recupero ospitata da padre Ivan (Madds Mikkelsen) in una parrocchia in mezzo al verde nella tranquilla campagna danese. Un giorno si aggiunge a una simile corte dei miracoli anche Adam (Ulrich Thomsen, Festen, L'eredità, Non desiderare la donna d'altri), un neonazista appena uscito di prigione in libertà vigilata. Padre Ivan, che ha l'aria di sapere il fatto suo, affida ad Adam un compito semplice e pratico, a mo' di riabilitazione: fare una torta con le mele dell'albero più bello del giardino. Ma mai torta fu più difficile da preparare: la natura si accanisce contro la piccola comunità di sbandati e in special modo contro l'albero di Adam che viene prima attaccato dai corvi, poi dai vermi ed è infine folgorato da dei fulmini che sanno tanto di monito soprannaturale.
Per Ivan, un nome che nel suo anagramma danese “naif” racchiude tutta la fragilità della fede del pastore, c'è ancora una volta lo zampino del diavolo. E al solito non resta che porgere l'altra guancia. Per Adam, che argomenta con il “Libro di Giobbe” e sferrando calci nei denti a chiunque gli capiti sotto tiro, si tratta invece dell'accanimento divino contro Ivan. Il quale, oltre ad aver subito violenze nell'infanzia e suicidi in famiglia, insiste in una testarda opera di rimozione negando oltre l'evidenza il suo tumore al cervello e la gravissima disabilità del figlio, un bambino down completamente paralizzato.
Chi ha ragione, quel diavolo di Adam o il pastore Ivan? Dietro a un grottesco humour nero, Le mele di Adamo sviluppa una riflessione molto sottile e originale su temi religiosi quali la fede e la grazia, il peccato e la redenzione. Ma anche sulle relazioni umane, sul posto delle persone nella società e sui ruoli all’interno di essa, che spesso si possono confondere o addirittura rovesciare. Sembra infatti più saggio e consapevole delle cose umane, e divine, quella testa rasata di Adam, appena rientrato nel mondo dopo anni di galera, piuttosto che il pastore protestante, colui che dovrebbe rieducare alla vita in comunità e condurre il gregge sulla giusta via. Una via smarrita che il pastore Ivan dovrà ritrovare con l'aiuto del peccatore Adam.
Premio come Miglior Film al Courmayeur Noir Film Festival 2005