Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Le metastasi della guerra

Il conflitto israelo-libanese oltre ad aver provocato migliaia di morti sta adesso ammalando l'ambiente

09 agosto 2006

Non sono ancora passati trenta giorni dall'inizio delle ostilità tra Israele e Libano e dalla parte di quest'ultima il numero dei morti ha già raggiunto il migliaio. Gran parte di questi sono bambini, si calcola che dovrebbero essere il trenta per cento dell'intera popolazione libanese dilaniata dai missili e dai carri armati israeliani.
Raid aerei e bombardamenti a tappeto hanno falcidiato centinaia di vite umane e raso al suolo le infrastrutture più importanti, le strade, le centrali elettriche gli aeroporti e tutte le maggiori vie d'accesso. Le città sconvolte dalle bombe sono diventate dunque difficili da raggiungere, e l'arrivo degli aiuti umanitari di conseguenza lento e alle volte impossibile. Chi non è rimasto vittima del fragore dei razzi, probabilmente morirà di stenti. Colpiti da una crudele agonia senza pietà.

Il conteggio dei morti della guerra in corso, inoltre, rischia di prolungarsi nel tempo, forse per decenni, infatti, la distruzione - avvenuta a metà luglio - della centrale elettrica di Jiyyeh, a trenta chilometri da Beirut, ha liberato 30 mila tonnellate di olio combustibile. La fuoriuscita di carburante, provocata dall'esplosione e dagli incendi, in parte ha alimentato una marea nera sparsa su 120 chilometri di coste abitate da 3 milioni di persone, e che ha raggiunto anche le coste siriane.
E sono già milioni gli abitanti dell'area metropolitana della capitale libanese che hanno assorbito le sostanze altamente cancerogene che l'esplosione e gli incendi della centrale hanno espulso nell'aria.
''Un cocktail chimico composto di idrocarburi policiclici aromatici, di sostanze come il benzene, il benzopirene, il tuolene, i policlorobifenili che mettono a rischio la salute dell'ambiente e della parte più esposta dei circa tre milioni di esseri umani'' che popolano la zona.
Per queste centinaia di migliaia di persone, se la guerra con Israele li lascerà in vita, è probabile che la morte arrivi dopo, magari a pace raggiunta.

Le cifre di una tale catastrofe sono fornite dal Centro InfoRac, un ufficio dell'Agenzia ambientale Onu che si occupa della protezione del bacino che divide Europa, Africa e Asia, e presentate in una conferenza stampa organizzata dal ministero dell'Ambiente italiano. ''Siamo di fronte a un quadro estremamente grave, a un atto che rischia di azzerare gli sforzi per disinquinare il Mediterraneo condotti dai 21 paesi che aderiscono alla Convenzione (di Barcellona, ndr)'', ha detto il direttore del Centro, Sergio Illuminato. ''E non è finita: sul territorio libanese ci sono altre infrastrutture civili che, se colpite dai missili, si trasformeranno in bombe chimiche e ambientali destinate a lasciare una lunga scia di sofferenze umane e devastazioni ambientali''.

Secondo InfoRac, le immagini satellitari mostrano che la macchia di carburante fuoriuscito è lunga ora 120 chilometri, e si è allargata alle coste siriane. Ma alcuni dati raccolti dall'agenzia dell'Onu dicono che tracce di olio combustibile sono state individuate anche sulle coste turche e a Cipro.
E il rischio sanitario sulle coste del Libano continua così ad aggravarsi. I campi coltivati vicino alle zone colpite sono stati con ogni probabilità contaminati e tutto il cibo prodotto dovrà essere sottoposto a test prima di venire messo in vendita.
Da domenica scorsa, dice un comunicato, ''è in atto una importante moria di pesci lungo le coste libanesi, attribuibile all'inquinamento da carburante e soprattutto all'azione dei prodotti tossici contenuti''.
Tra Jiyyeh e Heri-Chekka è stato vietato ogni tipo di pesca:
secondo i dati del Programma ambiente dell'Onu gli idrocarburi sono responsabili del 70-95 per cento delle infezioni gastrointestinali derivate dal consumo di pesce.
Una marea nera che ha raggiunto anche la riserva naturale marina delle isole Palm, Sanani e Ramine, situata 5 chilometri al largo di Tripoli, un sito protetto dal 1992.

Ecco la guerra e figli deformi e terribili che ne nascono: distruzione, morte, e totale assenza di futuro, per l'uomo, per la Terra...

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

09 agosto 2006
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia