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Le nuove regole per il diritto all'assegno familiare erogato dall'Istituto nazionale di previdenza sociale

Può richiederlo anche il coniuge del lavoratore o del pensionato

24 giugno 2005

La possibilità per i coniugi di chiedere il pagamento dell'assegno per il nucleo familiare è stata di recente soggetta ad una piccola rivoluzione. È questo il tema affrontato ieri, giovedì 23 giugno, dal dirigente Inps Bruno Benelli durante un intervista nel programma Rai ''UnoMattina''.
Benelli ha chiarito subito quale sia la portata dell'innovazione. ''Un lavoratore dipendente o un pensionato, se hanno un nucleo familiare con redditi entro un determinato tetto, possono chiedere al proprio datore di lavoro e all'Inps il pagamento dell'assegno per il nucleo familiare. La legge finanziaria di quest'anno ha introdotto una norma davvero rivoluzionaria. La norma dice che l'assegno può essere chiesto dal coniuge e, se esistono i requisiti, essere di conseguenza pagato al coniuge''.
La novità sta nel fatto che parlando di coniuge ci si riferisce ''anche al coniuge che non lavora. Perciò - ha spiegato il dirigente Inps - con questa novità la moglie casalinga, che non ha alcun rapporto con l'azienda del marito o con l'Inps, può chiedere che sia lei a riscuotere l'assegno mensile e non il lavoratore o il pensionato''.

Verrebbe da domandarsi quali requisiti debba avere il coniuge per far scattare il diritto all'assegno. ''Il bello è proprio qui'', ha proseguito Benelli, perché ''il coniuge non deve dimostrare un bel niente, salvo il fatto che non abbia diritto all'assegno già per conto proprio (perché ad esempio lavora come dipendente o come collaboratore). I requisiti devono sussistere in capo a chi chiede la prestazione, vale a dire al lavoratore o al pensionato. Sono costoro che devono dimostrare che c'è il diritto nel nucleo familiare ad avere l'assegno''.
''In sostanza perciò - ha aggiunto - il lavoratore e il pensionato devono dimostrare di avere il diritto, ma chi si mette in tasca i soldi è il coniuge. E in genere questo coniuge sarà una moglie. Tanto è vero che la norma è stata introdotta proprio per dare una specie di piccolo mensile alla donna''.

Per avere il pagamento dell'assegno, il coniuge, dunque, dovrà solo ''compilare e presentare un piccolo modello Inps, con il quale chiede di essere lui a riscuotere le somme spettanti al nucleo, precisando anche come vuole riscuotere i soldi, se per assegno circolare o presso lo sportello postale, oppure con accredito sul conto corrente postale o bancario, del quale deve fornire tutte le coordinate (numero del conto, i cosiddetti codici Abi e Cab, ecc.)''. Ciò dovrà avvenire ''nel momento in cui il lavoratore o il pensionato presentano la domanda di assegno'', ma il coniuge potrà presentare la sua richiesta anche in un momento successivo alla domanda del lavoratore e del pensionato. ''Vorrà dire che in questo caso la prestazione andrà al coniuge solo da quel momento''.
La domanda del coniuge andrà presentata all'azienda, se si tratta di un lavoratore, e all'Inps, se si tratta invece di un pensionato, di un lavoratore agricolo o parasubordinato.
In ogni caso, l'azienda e l'Inps non possono rifiutarsi di pagare, così come il lavoratore e il pensionato non possono bloccare la richiesta del coniuge. La legge, infatti, ha precisato Benelli, ''non ammette posizioni contrarie. Se il coniuge presenta la propria domanda, è fatta: l'azienda o l'Inps devono smettere di pagare l'assegno familiare, togliendolo dalla busta paga o dalla pensione. E devono iniziare a pagare le somme al coniuge. Quello che poi sta succedendo, ovvero succederà nei rapporti tra moglie e marito non è affare dell'azienda o dell'Inps''.

In questa maniera raddoppia il lavoro per portare avanti due pagamenti. ''Sia il datore di lavoro, sia l'Inps devono in pratica fare due pagamenti: uno al diretto interessato (sotto forma di busta paga o di pensione) e l'altro al coniuge sotto forma di assegno per il nucleo familiare. E spesso questo secondo pagamento sarà fatto per pochi euro. Si pensi infatti che attualmente l'importo minimo dell'assegno è di 13 euro al mese, anche se esistono assegni che arrivano fino a 965 euro in casi eccezionali. Ma la legge giustamente - ha concluso Bruno Benelli - ne fa una questione di principio: non guarda perciò alla gestione dell'assegno''.

Fonte: Agenzia Internazionale Stampa Estera

Tutte le informazioni nel sito www.inps.it

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24 giugno 2005
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