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Le nuove regole sui vitalizi e i timori dei politici

Dimettersi entro l'anno: la tentazione dei parlamentari per evitare i tagli annunciati dal governo Monti

01 dicembre 2011

Le nuove regole sui vitalizi hanno provocato svariati mal di pancia nei corridoi di Camera e Senato. In particolare, a stare male, quei peones che rischiano di non essere eletti nella prossima legislatura. Ed ecco che spunta l'idea maliziosa, la tentazione pericolosa: dimettersi entro la fine di dicembre per non incappare nella rigidità delle nuove regole.

Dal primo gennaio 2012, infatti, entrerà in vigore il sistema contributivo anche per chi è attualmente in carica. E soprattutto scatterà la nuova norma tagliola: niente assegno per chi ha meno di 60 anni, se si ha più di un mandato alle spalle; mentre chi ha accumulato un solo mandato dovrà attendere addirittura fino ai 65.
In particolare sono nel panico quei 350 neoeletti che col nuovo sistema potrebbero rimanere del tutto esclusi dall'assegno: le regole saranno valide solo per l'ultimo anno di legislatura, quando non avranno ancora raggiunto quei 4 anni, sei mesi e un giorno che col vecchio sistema avrebbero garantito la "pensione". A meno che non venga adottata nelle prossime settimane una norma transitoria ad hoc.
Nei palazzi della politica, alcuni considerano l'ipotesi dimissioni solo una boutade. Di sicuro è una nuova fonte di nervosismo per i parlamentari, già alle prese con le impopolari misure imposte dal governo tecnico. Ma, per gli onorevoli tentati dalla furbata, c'è un ostacolo di non poco conto: le dimissioni devono essere approvate da un voto dell'aula. E, mentre soffia forte il vento dell'antipolitica, è difficile che l'assemblea possa dare il via libera a una simile fuga di massa. [Repubblica.it]

- La protesta bipartisan di Monica Guerzoni (Corriere.it)

- Tra pensioni e vitalizi (Guidasicilia.it, 30/11/11)

 

 

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01 dicembre 2011
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