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Le opere fatte col cemento mafioso...

La procura di Caltanissetta ha sequestro un ospedale e una galleria della Palermo-Messina

28 febbraio 2008

Subito dopo l'operazione di polizia che nelle scorse settimane ha interessato la Calcestruzzi Spa, la procura di Caltanissetta, responsabile dell'inchiesta, ha iniziato una serie di importanti controlli in tutta Italia, per accertare quali opere pubbliche possano essere state costruite con l'utilizzo del calcestruzzo “depotenziato” - quindi non a norma - che l'azienda vendeva al prezzo di quello buono in modo da creare, coi guadagni illeciti, dei “fondi neri” per pagare il pizzo a Cosa nostra.
In Sicilia le opere che la Dda di Caltanissetta ha sottoposto a screening sono quattro: la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi e lo svincolo di Castelbuono-Pollina (che si sviluppa su un lungo viadotto) sul tratto autostradale A20 Palermo-Messina, un innesto non ancora inaugurato sulla Caltanissetta-Gela, il nuovo palazzo di giustizia di Gela e il Porto Isola-Diga Foranea della stessa cittadina.
L'ipotesi è che per queste opere sarebbero stati forniti conglomerati composti da minor quantitativo di cemento rispetto alla quantità prevista nei relativi contratti di fornitura, "procurando così un ingiusto profitto di circa due euro per metro cubo di calcestruzzo fornito", e indotto in errore le rispettive stazioni appaltanti: la Prefettura di Caltanissetta, il Ministero della Giustizia e il Comune di Gela, il C.A.S. S.p.a. (Consorzio Autostrade Siciliane) e l'Anas Spa, che secondo i pm nisseni "ricevevano conseguentemente un danno di rilevante gravità".

Ieri i Carabinieri e la Guardia di Finanza di Caltanissetta hanno eseguito i primi due sequestri: quello di una galleria dell'autostrada Palermo-Messina, la Cozzo Minneria, nei pressi dello svincolo di Castelbuono, e quello del nuovo edificio del nosocomio di Caltanissetta. Secondo gli inquirenti, le due strutture sarebbero state realizzate con calcestruzzo di qualità inferiore a quella prevista dal progettista ed esisterebbe "il pericolo di crollo".
Per quanto riguarda la galleria "Cozzo Minneria", il decreto del sostituto procuratore Nicolò Marino è stato disposto in seguito agli accertamenti tecnici effettuati sul calcestruzzo - fornito dalla Calcestruzzi Spa - utilizzato per la realizzazione dell'opera e che sarebbe di qualità inferiore a quella prevista nella progettazione della struttura.
Stessa disposizione per il nuovo edificio dell'ospedale di Caltanissetta. Per gli inquirenti, anche in questo caso la struttura sarebbe stata realizzata con calcestruzzo fornito dalla società bergamasca di qualità inferiore a quella prevista dal progettista e quindi potrebbe causare "il pericolo di crollo della struttura". Il nuovo ospedale nisseno è stato posto dunque sotto sequestro e affidato in custodia all'Ente appaltante; in questo modo viene esclusa la gestione e l'utilizzo della struttura.
Il decreto di sequestro della procura di Caltanissetta è stato disposto in seguito ad analisi di laboratorio effettuate su alcune parti in cemento della nuova struttura dell'ospedale "Sant'Elia". Da queste è emerso che 77 coppie di cubetti (pari a circa il 65%) su 119, confezionate per le prove di compressione, "presentano una resistenza inferiore al valore di progetto e di queste circa il 42% mostrano una resistenza a compressione di valore inferiore al limite ammissibile".

Ma i pm di Caltanissetta nutrono un ulteriore preoccupazione, ossia che questo “metodo di costruzione siciliano” possa essere stato esportato dal colosso dei cementi di Bergamo anche negli impianti del resto d'Italia che riforniscono i più grossi cantieri di opere pubbliche, fra i quali quelli di alcuni tratti della Tav, della nuova metropolitana e del maximuseo d'arte contemporanea di Roma, del nuovo palazzo della Provincia di Milano, del nuovo ponte sul Po di San Rocco al Porto (Lodi), e dei cantirei della chiesa di San Paolo Apostolo a Pescara, tanto per citare quelli più recenti.

Codacons: controlli in tutte le strutture realizzate con i materiali forniti dalla Calcestruzzi spa
Il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, ha formalmente chiesto che i controlli alle strutture vengano estesi a tutte le opere realizzate con materiali forniti dalla Calcestruzzi spa e ha proposto di avviare una class action per tutelare i consumatori italiani.
"Quando qualche tempo fa scoppiò lo scandalo del cemento depotenziato, domandammo - ha affermato Tanasi commentando il sequestro disposto dalla procura di Caltanissetta - di estendere i controlli a tutte le opere realizzate con quei materiali. Con nostra soddisfazione i lavori stanno procedendo in questo senso ed il nostro plauso va dunque all'operato del pm Nicolò Marino". "La nostra preoccupazione invece - ha detto ancora - rimane, ed è anzi crescente, poichè il fatto è di estrema gravità. Il pericolo di crollo è in questo caso scongiurato, perchè si parla di una struttura non ancora in uso, ma rimandare a data da destinarsi l'apertura di una struttura ospedaliera di estrema importanza per il territorio e la provincia è un fatto che graverà in primo luogo sui cittadini, che ancora una volta pagano per errori non loro". "Proprio per ovviare a queste ingiustizie - ha aggiunto - ribadisco la volontà di avviare un'azione collettiva per il risarcimento dei danni provocati dall'utilizzo di materiali non idonei alla costruzione. La class action - ha concluso Tanasi - partirà dalla Sicilia, ma interesserà tutti i consumatori d'Italia danneggiati dall'operato della Calcestruzzi Spa"

- A RISCHIO CROLLO (Guidasicilia.it, 01/02/08)

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28 febbraio 2008
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