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Le opposte storie di due preti. Calpestare i più deboli, aiutare e spendere tutto il quotidiano per i più deboli

06 aprile 2006

Realtà agghiaccianti nascoste dalla vergogna, da una vergogna opprimente e pesante come un macigno che per anni e anni si sono portati dentro, come una macchia infamante. Però ci si aspettava che prima o poi gli agenti di polizia sarebbero andati a prenderlo, perché la sua figura era diventata troppo chiacchierata e le indagini in corso troppo serrate e ad ampio raggio perché non gliene arrivasse nemmeno l'eco.
Stiamo parlando di don Marco Agostini, di 43 anni, sacerdote di Pomezia, arrestato per violenza sessuale su ragazzini dai 13 anni in su.

A nulla sono serviti i tentativi di copertura da parte di don Ennio e don Germano, anch'essi parroci di Pomezia. Anzi, se don Marco, detto Cabana, è stato arrestato per violenza sessuale continuata e pluriaggravata, per gli altri due sacerdoti si è configurato il reato di favoreggiamento personale: agli arresti domiciliari il primo, divieto di dimora a Roma e provincia per gli altri due, come stabilito dal Gip di Velletri Aldo Morgigni su richiesta del pm Luigi Paoletti.

Eppure don Marco, nei tanti anni di attività ha dimostrato doti non comuni di organizzatore, il gruppo messo in piedi da lui, Ragazzi Nuovi, era nel tempo diventato un polo aggregativo in grado di coinvolgere in tante iniziative, campi estivi e catechesi, fino a 1.500 ragazzi, molti con i rispettivi genitori. Peccato che in questo prolifico operare, secondo quanto accertato dagli agenti della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma, diretti da Dania Manti, ci sia un lato oscuro, agghiacciante.
Tra il 1993 e il 2004 ogni forma di abuso sessuale sarebbe stata perpetrata ai danni di ragazzini; oggi giovani al di sopra dei vent'anni, magari laureati ma con danni psichici profondi. Perché oltre alle ripetute violenze hanno subito gli atti di forza con un sottile, profondo e continuo lavoro psicologico.
Se non bastava il carisma dell'uomo, la sua capacità di persuasione, l'alleanza che trovava negli inconsapevoli genitori, allora servivano da rinforzo i riti esoterici e satanici con i quali venivano instillati il terrore nei 'cabanini boys', come venivano chiamati i ragazzi della cerchia più stretta del prete.
Ma per molti, don Marco era una brava persona, e quando a Pomezia si è diffusa la voce degli abusi e delle indagini in corso tanta gente lo ha difeso ritenendo quelle voci soltanto calunnie. In alcuni casi persino giovani vittime non solo si sono rifiutati di accusarlo ma lo hanno pubblicamente difeso.
Le indagini sono cominciate nel 2004 in seguito alla denuncia di un ragazzo di 23 anni che, dopo molti sforzi era riuscito a parlare.

E mentre ci sono preti che si sono macchiati di queste orrende colpe, altri perseguono con costanza e perseveranza i precetti cristiani e impiegano tutta la propria esistenza nella difesa dei più deboli. Uno di questi è senz'altro don Fortunato di Noto che con la sua Associazione Meter, quotidianamente lavora accanto alla Giustizia affinché la triste e dolorosa piaga della pedofilia possa avere un termine.
Ed è di pochi giorni fa l'ennesima denuncia che proprio dall'associazione onlus di don Di Noto è partita, ed ha permesso di fermare un sito internet dai contenuti agghiaccianti.
''Per entrare nel gruppo bisogna essere in possesso di fotografie di bambini con meno di 13 anni. L'accesso sarà negato a chi non possiede i requisiti!''. Era questa la sconvolgente condizione richiesta ai suoi visitatori dal sito spagnolo di pedofilia infantile scoperto da Meter.
Il sito è stato denunciato alla polizia postale e delle comunicazioni di Catania, che ha immediatamente avviato l'approfondimento del caso, al Corpo nazionale di polizia brigata per l'investigazione tecnologica di Madrid, al Fbi e all'Interpol per i risvolti internazionali che la vicenda contiene.

La polizia spagnola ha subito risposto a Meter sottolineando che tutte le misure per l'individuazione dei soggetti sono state tempestivamente attuate  e che nella verifica sono emersi elementi che rimandano a soggetti coinvolti in Paesi stranieri, la cui autorità di polizia saranno informate.
''Ricevere una risposta dalla polizia spagnola - afferma don Di Noto, presidente di Meter - gratifica il nostro lavoro che ha ormai raggiunto livelli internazionali. Il costante e attento contrasto e monitoraggio contro la pedofilia e la produzione, la divulgazione e la detenzione di materiale pedofilo in tutto il mondo, solo nel prime trimestre del 2006 ci ha permesso di individuare 495 portali pedopornografici contenenti migliaia di foto, di video, di proclami pro-causa pedofila. Ben 11 sono i riferimenti italiani di cui, per ovvi motivi di segretezza investigativa, non possiamo rivelare i contenuti''.

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06 aprile 2006
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