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Le parole del boss Santo La Causa

Le dichiarazioni dell'ex reggente della cosca Santapaola presto nei processi

15 maggio 2012

Potrebbero cominciare a diventare pubbliche dalla prossima settimana alcune delle dichiarazioni rese dal neo "pentito" Santo La Causa, il superlatitante di Cosa nostra, inserito nella lista dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia, e indicato come il reggente della cosca Santapaola, arrestato l'8 ottobre del 2009 da Carabinieri del reparto operativo di Catania, mentre partecipava a un vertice del gotha della mafia etnea.
La sua collaborazione è cominciata da circa un mese, ed ha già fruttato diversi verbali. Il pentito è stato sentito dal pool dell'area Santapaola della Procura di Catania, coordinato dal procuratore aggiunto Carmelo Zuccaro. Le prime dichiarazioni potrebbero essere depositate nel fascicolo del Pm in alcune inchieste antimafia.
Una delle prime in calendario è uno dei tanti stralci dell'inchiesta Iblis su rapporti tra mafia, affari e politica: il procedimento che si celebra con il rito abbreviato e la cui udienza è prevista per domani, mercoledì 16 maggio. In questa data la Procura potrebbe depositare dei verbali o chiedere l'audizione di La Causa. Il giudice dovrà valutare sulla richiesta. Lo stesso iter potrà essere seguito in tutti i procedimenti in cui ci sono imputati sui quali il collaboratore ha fatto dichiarazioni.

Santo La Causa era stato scarcerato il 2 agosto del 2006 in applicazione dell'indulto. Il boss era detenuto nel carcere di Parma in regime di 41bis per scontare un residuo di condanna per ricettazione inferiore ai tre anni di detenzione e per questo potè usufruire dei benefici di legge. Fu condannato nel maggio 2007, con sentenza definitiva passata in Cassazione, a sette anni di reclusione per estorsione, ma nel frattempo si era reso irreperibile. Per questo la Procura generale di Catania emise nei suoi confronti un ordine di custodia cautelare in carcere, facendolo diventare ufficialmente un latitante. Nel dicembre dello stesso anno è stato emesso nei suoi confronti un'ordine di arresto per associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta "Plutone" perchè ritenuto il reggente della cosca Santapaola. Nel gennaio del 2004 è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Salvatore Vittorio a conclusione del processo di primo grado dell'inchiesta "Orione", ma è stato prosciolto in secondo grado dalla Corte d'assise d'appello di Catania.
Nello scorso mese di ottobre il boss è stato prosciolto, per non avere commesso il fatto, dall'accusa di avere ucciso Angelo Santapaola e Nicola Sedici, un duplice omicidio di 'pulizia interna' a Cosa nostra. Il 28 dicembre del 2010 è stato condannato per associazione mafiosa a 25 anni di reclusione, col rito abbreviato a Catania celebrato dal Gip Santino Mirabella. Dopo la collaborazione La Causa, che era detenuto nel carcere di Opera, nel Milanese, è stato trasferito in una località segreta

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it]

- Un summit finito male... (Guidasicilia.it, 09/10/09)

- Il "capo dei capi" etneo non parla (Guidasicilia.it, 13/10/09)

 

 

 

 

 

 

 

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15 maggio 2012
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